V080T120 V080P189

[dattiloscritto]

         [15 1 1902]

Veneratissimo Padre in N. Signore Gesù Cristo

Crocifisso, [Mg.r Bandi]

Sono giunto a Noto jeri sera. Ho trovato questo piissimo Vescovo in buona salute e tutto pieno di bontà e di contentezza.

Anche i figli stanno tutti bene, e oggi sono tutti in festa, poveri figli! - sono i miei più lontani e, in questo momento, mi par fino che, per tanti titoli, debbano essere anche i più cari, - lasciamoli dunque far festa!

Ho loro portato un ricordo benedetto dal S. Padre, ah, i figli capiscono l'amore del Papa più che i vecchi: la loro fede viva e bianca, la loro innocenza che vien fuori dalla fronte, dagli occhi grandi e bianchi, ha qualche cosa di quel bianco grande che é attorno al Papa e che piove dal volto del S. Padre.

Sono anch'essi figli vivi e pieni di entusiasmo come quelli là che circondavano di entusiasmo il Signore, e Gli facevano ressa d'intorno, anche con un po’ di poco buon garbo, ma pure con tanto amore quanto non ne avevano le turbe rispettose, e tanto da meritare che il Signore facesse far largo e se li chiamasse fin vicino con quelle parole piene di amore: "lasciateli venire"!

Oh! sono sempre tanto buoni i fanciulli! e anch'io vorrei essere sempre fanciullo, perché il Signore lo ha detto, e mi pare pure in qualche momento di esserlo bene un po’.

Ma forse lo fui anche troppo, e specialmente con Vostra Eccellenza, e in questi ultimi giorni soprattutto, nello scrivere da Roma quelle lettere, tanto che temo d'essere trascorso nel dire, e d'averle mancato di quella riverenza che pure sentiva di averle nell'animo mio, di averla in qualche modo dispiaciuta.

Ho sentito che questi figliuoli in fanciulli…

Anch’io vorrei essere sempre fanciullo, e, essendo con essi mi pare pure in qualche momento di esserlo ancora un po’.

Ma forse è solo un ardente desiderio, solo e non altro che un desiderio.

V080P190


A proposito ho scritto da Roma a Vostra eccellenza alcune lettere in cui forse ho trattato troppo con famigliarità e troppo da fanciullo con Vostra Eccellenza e temo d’essere trascorso nel dire in qualche cosa che possa averle dispiaciuto.

E forse lo fui anche troppo nello scrivere da Roma a Vostra Eccellenza tanto che temo d’essere trascorso nel dire a troppa famigliarità o d’averle dispiaciuto in qualche modo.