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[Minuta]
[Messina, 3 Luglio 1909]
Dopo
una
oltre una settimana dacché sono tornato qui, mi pare doveroso dire a
Vostra Eminenza Rev.ma qualche
un breve ragguaglio dell’andamento delle una di quanto con l’aiuto
di Dio
qualche notizia dell'andamento
delle cose di qui, dopo oltre
una settimana dacché sono ritornato quello
che ho pot
fatto finora confesso che è
poco, ho potuto fare molto
poco.
Spero
con l'aiuto di Dio di fare di più.Per più ragioni
Già
mi pareva che
fosse
bene venire qui dove
trovai che all’anno notai nota
dove mi parve notare molta
diffidenza, e mettermi subito
a compiere atto
qualche atto
un po’ di che fosse
troppo
mostrasse lo
spirito o
di riforma o
di autorità. Poi fu
per alcuni giorni rimasi come sopraffatto
da
intontito da un senso di tristezza che
o di sgomento da non potere
c'era verso come
potermi sottrarre, capii
era spavento, era il demonio,
era il trovarmi affatto impreparato a questo genere di lavoro, era il
non sapere da quale parte cominciare, era il demonio, io non so.
Ora
per grazia di Dio, va meglio. Ho
riaperto la curia
Finora
mi sono limitato a rimettere riaprire
Dunque riaperta materialmente la Curia e mi sono messo a cercare e
riordinare i registri
per anno;
anzi non ho ancora finito.
Ho
pregato Sua Eccellenza Rev.ma che mi lasciasse venire qui un
Sacerdote di mia fiducia che è addetto all'Istituto mio di Tortona,
ed egli da principio voleva darmene uno lui, ma poi accondiscese.
Questo buon Sacerdote mi potrà essere di grande aiuto; e di pietà
soda e di inge istruito in diritto, egli prima di essere Sacer.
abbracciare la carriera ecclesiastica fu già Ufficiale del Registro.
Ho
raccolto qui anche
Ho fatto mettere a parte tutti gli altri registri delle
Parrocchie,
così man mano che giung
avremo le chiese
Parrocchie,
sono pronti. Ora
tutte le fedi si ricavano ora di qui.
Parecchi registri mancano
mettendo
da parte i
nostri, i nostri e
quei di Curia da quelli delle Parrocchie.
E
non ho ancora finito, ma il più è fatto e non tutti i registri si
sono trovati - alcuni li
ho
non ci sono, altri sono ancora presso
nelle parrocchie.
Una
donna mi ha detto che ne ha uno, di una Parrocchia tutta
distrutta
dove il Parroco e tutti morirono.
Mano
mano che le Parrocchie si riapriranno avremo
così i registri pronti
ci
sono
avranno i loro registri. alcuni
li ho conse
Brutta copia di lettera inviata al Cardinale Merry Del Val oggi 3 luglio 1909 da Messina Sac. Orione
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[Minuta]
Brutta copia di lettera inviata al Cardinale Merry del Val oggi 3 Luglio 1909 da Messina Sac. Orione
Mi
pare doveroso dare a Vostra Eminenza Rev.ma qualche conto
dell’andamento delle cose di qui, dopo una
settimana
che sono tornato.
Per
quello che riguarda me confesso che il fatto finora che
è poco, molto poco, tuttavia confido
che
mi sono messo nelle mani del Signore mi
aiuterà a fqare
e desidero con
il
col suo aiuto fare quanto
tutto quello bene
che Egli e il S. Padre possono desiderare.
Già
non mi pareva bene venire qui dove forse
tutti mi guardavano
c’era da aspettarsi che mi
guardassero con un senso di diffidenza, e compiere subito qualche
atto che mostrassero
spirito di
autorità o prurito di riforme; di più per alcuni giorni rimasi come
intontito da un senso di tristezza o di sgomento che fosse, dal
quale non c'era verso di potermi sottrarre,
era il sentirmi affatto impreparato a questo nuovo genere di lavoro?
era il demonio forse, o poca confidenza in Dio? fatto sta che non
c'era verso di potermici sottrarre.
Ora
da qualche giorno va meglio. Ho riaperto la Curia, e mi sono dato a
cercare, riunire classificare riordinare per anno i registri.
Ho messo a:
sto ora raccogliendo quelli delle Parrocchie. Non ho ancora finito,
ma con l’aiuto di Dio un po’ di lavoro è fatto.
Non
ci saranno tutti, altri sono sparsi, mi hanno detto che una donna
disse
che
ne ha uno nella sua baracca forse
sarà qualche
pare sia un registro di battesimi.
Così al riaprirsi delle Parrocchie, ogni Parroco avrà i suoi.
Nella
parte morale si può dire che non sono ancora entrato: sto guardando,
e raccomandandomi al Signore, prima
di fare un passo. Al mio ritorno.
Come
Vostra Eminenza già saprà è fuggito il
S
con una ragazza il Sacerdote economo del Seminario e
il
prof. di Musica dei Chierici. Ora lo scandalo fu grande benché in
parte assopito dal battagliare delle
lotte politiche per
che fecero e fanno le elezioni politiche. Egli viveva
con
era molto ben voluto da Sua Eccellenza Rev.ma e stava qui mangiava
sedeva a tavola
con noi: di
spirito non ce n’era
e
seppi che era cosa già.
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I
conti al Rettore si rifiutò di darli, pare
li abbia dati
li volle dare a Mgr. Arcivescovo; ma
di questo non ho ancora potuto sapere nulla. Che disse il quale disse
che era
pare che non ci sia nulla.
Due
altre cose ci sono di qualche gravità che.
Di
una parlai a Sua Eminenza il Card. De Lai la sera del
mio
prima di venire giù ed è la cassa diocesana.
Essa
fu salvata ed è qui in Vescovado ma
ora;
si trova in una camera al primo piano che fa angolo. Dall’altro
1)Non è al sicuro di un possibile furto benché in essa vi dorma P.
Mistretta. Non è anche al sicuro perché qui in
casa vescovile abbiamo dei ladri molto abili
e molta gente che va e viene, e
poi il furto qui, oggi, non è considerato gran male.
Io
ne parlai all’Arcivesc
a Sua Eminenza il Cardinale De Lai e vedere, se, dopo il recente
terribile terremoto non fosse il caso.
Poi con i continui terremoti può cadere la casa già pericolante dall’altro lato della via e quindi quella parte di palazzo vescovile che è già danneggiata cadrebbe, tanto più che è anch’essa la parte più danneggiata del palazzo.
Una
ragione poi di qualche conto mi pare pure quella che la prudenza
suggerisce: che ciò non convenga che la cassa diocesana rimanga mai
in Vescovado e nell’appartamento del Vescovo, poiché se questi per
ipotesi, morisse, o cadrebbe nelle mani dei Parenti o del Subeconomo
regio che verrebbe tosto a mettere i sigilli - e chi si
arrischierebbe di portare via dei valori dalla
Vescovado, quando fosse morto il Vescovo? massime nelle circostanze
in cui ci troviamo.
Ora direi che se V. Eminenza - dato il terribile terremoto Vostra Eminenza invitasse l’Arcivescovo ad inviare a Roma la cassa diocesana.
L’altra grave cosa che stimo dovere portare a conoscenza di Vostra Eminenza R. è questa.
Il
Can. Callì, Arciprete della Cattedrale e secondo
Commissario per la custodia del celebre tesoro della Madonna della
Lettera mi
assicura
che ora trovasi in una
alcune sale del Vescovado, non
sufficientemente custodite,
mi assicurava che mancano quattro angeli d’oro massiccio che erano
ai piedi di un ricco ostensorio, e mancano delle perle, secondo
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lui,
di rilevante valore, e dei
damaschi
un damasco e
tutto ciò manca questo di questi giorni,
così pure altri mi assicurano che non c’è più tutto di ciò che
si poté salvare del tesoro. Egli mi diceva che non si tratta di
mille lire
o di alcune migliaia di lire.
Io
ne ho
parlato
parlai a Sua Eccell. Rev.ma; ma egli
è tanto buono che
è tanto buono che come
non capisce che
dopo quel momento non ci bada, e
non provvide finora che fosse più custodito
qui c’è tanta roba che si può fare scomparire e
che
con un nulla, e che
tanto più che ci sono dei pregiudicati tra i
cortig
la gente di fiducia del palazzo.
Questo
tesoro non
è
andrebbe più custodito: quelle camere sono di
frequente aperte
e certi
chierici
dei quali Mgr. Arcivescvo troppo si fida e a cui troppo
confida
che
vanno e vengono, e vi entrarono fino dei pregiudicati a loro agio,
senza vigil
essere accompagnati, e adibiti anzi a trasportare oggetti di chiese e
a trasportare argenterie da un posto
punto all’altro del palazzo.
Mi
sono messo Con l’aiuto di Dio in questi giorni Io pongo cerco di
porre
Ho domandato alla Madonna SS. la grazia di rendermi perfetto nella
devozione e ubbidienza a Mgr. Arcivescovo, coadiuvandolo
conservando la più stretta dipendenza, ponderando bene di non creare
diffidenze cercando di soddisfare a tutti i desideri del Vescovo. Io
sento la mia nullità Con grande indulgenza dissimulo (Mi guardo bene
dal mostrare poca stima pel clero e pel popolo e dal biasimare la
loro condotta: dissimulo con indulgenza anche quelle consuetudini che
non mi paiono buone, non pensando se non ha guadagnarmi colla
preghiera e la modestia e prudenza il cuore di tutti, aspettando
l'ora del Signore.
Cerco d rendermi un poco alla volta siciliano, in tutte le cose dove non ci sia peccato: ogni popolo ha i suoi costumi, e sono buoni agli occhi suoi. In tutte le cose dove non c’è peccato vedo che non giova contraddire.
Nella
festa di
S. Pietro
dei Beati Apostoli voleva scrivere al Papa una lettera di amore
filiale e di attaccamento al
S. Padre
alla S. Sede ma poi non ne ebbi il tempo gli
d.
Siamo ancora nell’ottava.
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Si
degni Vostra Eminenza umiliargli i p
dirgli
miei sentimenti dirgli che mi metto come un bambino ai Suoi piedi con
tutta la mia mente, con tutto il mio cuore e con tutta la mia povera
vita.
Mi
voglia Egli benedire e confortarmi di una grande benedizione di
ap
apostolica affinché la luce beatissima dello Spirito Santo mi
lavi in me ciò che è sordido, irrighi ciò che è arido, e
risani ciò che è ferito, e mi guidi in
tutti
la luce del Signore con molta carità e prudenza in tutti i miei
passi che dovrò fare sin alla vita eterna.
Così
pure
mi raccomando alle vostre orazioni
voglia Vostra Eminenza Rev.ma raccomandarmi sempre al Signore e
alla Sua Beatissima Madre.
Le domando perdono di averLa trattenuta tanto. Le bacio con profonda venerazione la Sacra Porpora ed ho l'onore di confermarmi di Vostra Eminenza Rev.ma
Dev.mo ed ossequientissimo
Servitore in Gesù Cristo Crocifisso
Sac. Orione Luigi
dell’Opera della Div. Provv.za
Vengono
momenti di molto abbattimento io
sono sempre per la mia ignoranza