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[Minuta]

Tortona

La pace sia con voi!

Il dono della pace è frutto della carità S. Giov. - perché tale è il precetto del Signore se è osservato, anche da solo basta si solum fiat, sufficit.

Dimostra di veramente amar Dio chi ama il prossimo: amarlo in Dio e con questo si esercitano tutte le altre.

Gesù dichiarò Egli stesso: in hoc cognoscent omnes se siete miei discepoli, se vi amate a vicenda.

La carità non si ferma alla è veramente la perla evangelica che occorre cercare, trovare acquistare ad ogni costo.

(San Paolo lingua.) Due sono i grandi precetti della carità: amar Dio e il prossimo il 2do è simile al primo (Lombroso)

S. Agostino commenta: duo praecepta una charitas vi sono due comandamenti ma una è la carità.

E si potrebbe anche dire che in radice è un solo comandamento: onde la sapienza della formula in uso nel linguaggio cristiano: amare il prossimo per l’amore di Dio.

Ed è sempre virtù teologale anche quando riguarda il prossimo, perché ci fa nel prossimo noi vediamo Dio. Per la carità questa virtù noi amiamo Dio sopra ogni cosa e per Se stesso, per Lui e in Lui amiamo anche tutti i nostri fratelli.

Negli uomini noi riconosciamo supernaturalmente i figli di Dio. Dio si è reso visibile in mezzo a noi nella divina persona di Gesù Cristo. Egli ha raccolto intorno a Sé come primogenito e capo tutti gli uomini tutti: noi riguardiamo gli uomini come figli di Dio, come fratelli di Gesù Cristo, e vogliamo amarli con lo stesso amore, formando nella carità, un Corpo e solo con Cristo. È la maggiore delle virtù: fides, spes, charitas. La regina di tutte le virtù.



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La Fede ci fa conoscere Dio. La Speranza ci muove verso Dio. La Carità ci fa possedere Dio. Le tre hanno Dio per principio e per fine immediato. La Fede è il principio: la speranza il mezzo la carità è il fine.

La carità ci unisce realmente a Dio.

Tra le scene commoventi riferite nelle pagine della Chiesa primitiva emerge quella che succedeva ad Efeso quando San Giov. Evang. già affranto e cadente per vecchiaia parlava nella riunione dei primi cristiani. Figliuolini miei, diceva, figliuolini miei, amatevi.

Amare l’uomo di amore gratuito, per amar l’uomo distruggere se stesso: elevare l’uomo l’edifizio dell’amore sulla rovina di ogni egoismo e di ogni amor proprio: innalzare un altare per il sacrifizio dei propri interessi; amare l’uomo dappertutto e sempre: stringere la terra in un abbracciamento e che traversano i rigori del Polo e la sferza dell’Equatore, andare incontro all’uomo ridotto allo stato dei bruti, andare incontro al selvaggio, abbracciarlo e dirgli nella verità dell’amore: Fratello, io ti amo; amare l’uomo quando la ingiuria degli anni e la degradazione del vizio ne hanno fatto un oggetto di disgusto intollerabile, e fare di tutti gli infelici una famiglia sola, e dire col Monaco di Firenze: O popolo di sventurati, io ti amo ed esclamare col Cottolengo, prendendo gli infelici e stringendoli al cuore: “Voi siete le gemme della mia Casa” questo è amore di Gesù Cristo, questo è vero amore del prossimo, questa è la Charitas, la Carità Cristiana.

Sì, non vi è che Gesù Cristo che può ispirare quest’opera santa, Gesù Cristo che ha detto: “quello che farete ai più piccoli, ai più miseri nel nome mio e per l’amore mio, lo considererò come fatto a me”.

Sì, Gesù Cristo che sulla terra ha patito la fame, che ha lottato coi bisogni e colla miseria, che è stato legato, ed ha dichiarato di essere legato con gli schiavi: che ha sofferto, ed ha dichiarato di soffrire con gli infermi di spirito e di corpo.





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Ed infatti quando dimandate a questi benefattori dell’umanità dove abbiano trovato tanto amore, i loro occhi ora guardano l’umanità, ora guardano Gesù Cristo.

I piedi di Gesù Cristo, e poiché l’amore fa risplendere l’oggetto amato, dappertutto vedono Gesù Cr., i suoi piedi, le sue mani, le sue piaghe, le sue ferite, il suo cuore.

L’amore passa tutte le apparenze ed in fondo alla umanità più dolorosa vede Cristo: Gesù crea quell’entusiasmo del più nobile e più santo amore. Charitas Christi urget nos! ecco gli appassionati della umanità sono gli appassionati di Cristo…

e trasfonde in Dio pensieri, affetti, opere, tramutando ogni attrattiva terrena in un incendio di divini amore.

Ed eccola che è vincolo anello d’oro e assai assai, assai più tra Dio e l’uomo, e vincolo di perfezione tra gli uomini fratelli, e dove va mette piede porta mitezza di cuore; diffonde è paziente e benigna è soave e dolce, è forte e costante, è illuminata e prudente, è umile, annega se stessa, si fa tutto a tutti comaptisce gli altrui difetti, gode del bene di tutti e se ne rallegra come di bene proprio; stende asciuga le lagrime di chi piange, sp sparge opere di bontà e di amore, stende la mano a tutti per camminare insieme, guardando in alto, guardando al Signore.

Ah fratelli, la Carità! Che cos’è la carità. Deus Charitas est! Dio è carità, il nostro Dio è un Dio appassionato di amore per noi, Dio ci ama più che la madre ami il suo figlio, e Cristo Dio non ha esitato a sacrificarsi per amore dell’umanità.




























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Deus Charitas est. Dio è carità e chi vive la carità vive di Dio, vive Dio, Dio è in lui.

Oh amici e fratelli, siamo apostoli di carità soggioghiamo il nostro amor proprio le nostre passioni, e rallegriamoci del bene altrui come di bene nostro: in cielo sarà appunto così, come ce lo esprime anche Dante con la sua sublime poesia.

Non poniamo limiti all’amore di Dio e del prossimo: l'amore del prossimo è il più sicuro segno e il più bell’esercizio dell’amore di Dio.

Oh com’è bella la virtù della carità: il Paradiso non sarebbe Paradiso senza di essa, perché Paradiso senza carità sarebbe Paradiso senza Dio.

Un male spaventevole divora gran parte la società dell’Europa, è l’egoismo vedete quanti solchi della terra sono…