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[Minuta]

Mio buon Padre in G. Cr.,

Devo ancora rispondere alla lettera che Vostra Eccellenza Rev.ma mi fece volle farmi tenere dal Can.co Perduca al mio passaggio da Tortona, ove mi potei fermarmi dalle 10 1/2 all’11/2 di notte.

In verità, quando vidi che potevo fermarmi qualche ora, mi era passato frullato pel cervello di telegrafarle che, alle 10 1/2 venivo di notte, sarei passato le sarei capitato in Episcopio, ma poi m’è parso che fosse un po’ troppa confidenza, e tirai via cacciai la tentazione.

Sono a Roma da più giorni, e già sarei già sceso in Calabria e Sicilia, se non avessi fosse per certi dolori viscerali che, in certe ore, mi disturbano non poco, onde mi trovo qui a fare il signore. Eh si vien vecchi! Spero riprendere il viaggio in questi giorni, se a Dio piace.

Altro che andare a Parigi! Avrei visto sì con piacere la Contessa d’Alvear pure e facendo a meno di certi suoi complimenti all’Argentina, ma le avrei proposto un’opera buona pro Argentina, e se avrò un po’ di tregua un momento felice e d’ispirazione le scriverò. Non è  il caso che i miei sappiano di questa indisposizione, è  cosa che posso.

Qui c’è sempre una grande scissione, mentre fervono i lavori di Commissioni per preparare la ripresa del Concilio. Però io pensai se le cose d’Europa non Ma ci sarà da pregare Iddio che le cose d’Europa si compongano almeno e non un po’, altrimenti altro che Concilio!

Basta che non vediamo pur l’Italia nel sangue e sempre sola non più alle frontiere, solamente!

È veramente Davvero che è  un’ora grave più pel prossimo domani, che per se Dio non ci mette la sua mano: ma non c’è che la mano di Dio più al di là avvenimenti fuori e dentro, sia al di là del Tevere Rubicone che al di qua del Rubicone.

Oh quanto vorrei sbagliarmi! Stasera giungerà Don Brizio. Io non vidi ancora nessuno Ed è  facile che mi sbagli anche perché posso dire di sono induzioni mie, non avendo ancora visto ancora nessuno dei pezzi grossi.

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Vorrei Vidi il S. Padre in udienza particolare, (non privata) il 28 giugno. Mi fece telefonare il Patriarca di Venezia di trovarmi nelle Anticamere e fui por presentato per le 9 di quel mattino, prima dell’inaugurazione del Monumento a Pio X, e pensai che essendo pochi i Veneziani, essendo pochini pochini, si cercasse di far numero, e forse non mi sono di molto sbagliato. Eravamo in 8, mentre, il dì innanzi, quei di Treviso erano una sessantina e più.

Fui presentato come quale come quegli che ha la cura degli Orfanotrofi di Venezia; il S. Padre si degnò guardarmi come una bestia rara, e disse che aveva piacere di vedermi etc. Io non parlavo Ma io, o perché non mi sentissi a mio posto o per ben altri sentimenti, non ho saputo parlato; e intanto scusi, Eccellenza, che neanche ho saputo dire il “si figuri!” del buon sarto manzoniano, e sì che siamo nel cinquantenario!

Mi rincresce pel Manzoni poveretto, ma ai posteri che ce ne andrà della sua gloria...: ma sia “ai posteri l’ardua sentenza”!

V. Eccellenza comprende che ora in questo momento i dolori viscerali non ci sono, ma c’è altro altrimenti...Meglio così.

Penserei però di chiedere un’udienza privata prima dei nostri Esercizi Sp.li, che saranno il 20 corr…

Se, con dei dolori che in certi istanti mi lacerano le viscere la vita. Se con tante debiti bocche da mantenere, con debiti e fastidi senza fine, sono anc pure ancora così scervellato - pure già coi capelli bianchi e a più che cinquant’anni cosa che sarà quando sarò in perfetta letizia, se Nostro Signore mi darà, come spero, un pezzetto di Paradiso?

Perché io non getti sossopra tutto il regno dei cieli, dovrà pur pure pormi relegarmi in crearmi qualche cantuccio apposito o farmi un palchetto da me a parte, magari con una grata e con su scritto tanto di silentium!, perché non abbia a distrarre tutti i beati comprensori.

Ma ora basta. Ho letto che nella Sua che V. Eccellenza si trova in gran fastidi e per la crisi comunale e per altro.

Ecco, dunque, che il suo figliuolo lontano è  venuto in ispirito a farle passare qualche momento di buon umore in Domino e a dirle insieme tutto il suo affetto.