V081T173 V081P182
Da copia manoscritta con aggiunte e correzioni di Don Orione
Nobilissimo Sig. Conte,
Mi
è giunto qui, improvviso e doloroso, l’annuncio del nuovo
gravissimo lutto che, a distanza di neppure un anno dalla scomparsa
dell’indimenticabile Sig. Conte Alberto, ha colpito la Sua nobile
Casa. A V. S., e in modo particolare alla nobilissima Sua Consorte,
esprimo i sentimenti del mio profondo cordoglio, mentre assicuro che
pregherò e farò pregare perché Iddio doni, come il gaudio
ineffabile della sua pace al caro Estinto, così sia
largo di
ogni
conforto e rassegnazione a Chi lo piange quaggiù.
Per
la Signora Contessa, onde abbia maggior luce in giorni di tanta
mestizia, - trascrivo un pensiero del nostro
caro
grande
Rosmini: molto umilmente anch’io sottoscrivo a queste sante e pie
parole. ( passo )
E
perché questo avvenga che
cioè il dolore sia trasformato in celeste consolazione
anche i poveri del Piccolo Cottolengo Milanese offrono a Dio speciali
tributi
di
orazioni unendo l’anima
del
il caro Defunto al ricordo nitidamente
vivo
venerato
del loro insigne
Benefattore il Sig. Conte Alberto, di cui ho visto la effigie nella
immagine che Ella, con pensiero gentile, buono, ha voluto inviarmi.
Ora permette, Sig. Conte, che ringrazi la S. V. per quanto si è compiaciuto ancora fare a favore del Piccolo Cottolengo Milanese. La nuova cospicua offerta di lire 10.000, mentre si unisce al monumento di carità che la S. V. ha voluto erigere alla memoria del Suo compianto Papà, accresce sempre più il debito della nostra riconoscenza.
E come ricompensarLa, poi, della benevolenza insigne che Ella si compiace usarci, e così manifestamente dimostrata anche jeri nella accoglienza affettuosa e squisitamente cordiale ai miei figliuoli in Cristo, venuti alla Sua Casa per un doveroso omaggio?
V081P183
Creda Sig. Conte, che son rimasto commosso e confuso al sentire con quanto amore Ella segue l’umile nostra Istituzione. A dirLe una volta di più la mia viva riconoscenza Le comunico una notizia che son certo riuscirà assai gradita a V. S. come alla nobilissima Sua Signora.
Jeri, alle 11, veniva umiliata Sua Emin. Rev.ma il Signor Card. Schuster, la prima copia dell’Opuscolo che, mezz’ora più tardi, è stata offerta anche a V. S.
Alle 15, il Veneratissimo nostro Arcivescovo faceva telefonare perché si mandasse a ritirare la pubblicazione.
Con immensa bontà e paterna sollecitudine S. Emin.za aveva scritto - sulla prima pagine dell’Opuscolo - queste preziose parole (segue benedizione di Sua Eminenza).
La giornata di jeri, nobilissimo Sig. Conte, non poteva recarci consolazioni più grandi: è una pagina di storia che ben di cuore affido a V. Signoria come a Chi ne è stato, in gran parte, munifico artefice.
Sua
Em.za ha voluto
La Provvidenza del Signore ha voluto che scrivessi a V. S. in questo
giorno sacro alla Cattedra di San Pietro: mi è tanto caro - nella
luce di una dolce celebrazione che ci tiene in ginocchio, in
venerazione senza limite devota, presso la Santa Chiesa - innalzare
il mio spirito a Dio implorando che sulla Sua nobile Casa, - così
gloriosa e altamente benemerita nel servizio del
Padre delle nostre anime, il Papa
della Chiesa, abbiano a scendere le più consolanti benedizioni.
Mentre formulo voti fervidissimi perché le illustri tradizioni di Casa Castelbarco Albani abbiano a perpetuarsi, - su di Lei, Sig. Conte, come sulla nobilissima Sua Signora e sui Suoi Cari Figliuoli invoco l’abbondanza dei divini favori.