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[Minuta]
Gesù e Gesù!
Formula della Vestizione per gli Eremiti dell’Opera della Divina Provvidenza
In Cappella si canta in Veni Creator Spiritus.
Indi Monsignore o qualche Sacerdote autorizzato con cotta e stola bianca terminerà il Veni Creator coi versicoli finali e con l’Oremus. Il popolo (o gli altri eremiti, se è in chiesa privata) rispondono.
Il prelato o il sacerdote, posto a sedere dalla parte dell'epistola, interrogherà chi vuol vestirsi da eremita.
D.
Figlio o
fratello,
a che fine sei venuto ai piedi di questo altare?
R. Per essere ammesso nel numero degli Eremiti della Divina Provvidenza sotto la protezione di San Corrado Eremita.
D.
Conosci, o figlio, le
obbligazioni
la vita di austerità e di penitenza e le obbligazioni di obbedienza
assoluta di povertà e di castità che ti assumi, e sei disposto tra
gli Eremiti della Divina Provvidenza?
R.
Le conosco, e spero di osservarle fedelmente coll’aiuto di Dio e
per intercessione di Maria Vergine Immacolata e di San Giuseppe, dei
SS. Apostoli Pietro e Paolo, di S. Giovanni Battista e di S. Corrado:
di S. Michele Arcangelo e dei Santi Eremiti Paolo e Antonio, del mio
Angelo Custode e di tutti i santi monaci e solitari e di tutti i
Santi fondatori e
part
di religione
Ordini e dei Santi Protettori dell’Opera della Divina Provvidenza.
D.
Il Signore benedica le vostre
tue buone disposizioni. Spero che in tempo del Noviziato proseguirete
proseguirai con esattezza e zelo a mantenere le vostre
tue promesse. Sapete
Sai, o figlio, quale condotta deve tenere l’Eremita della Divina
Provvidenza?
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R. Padre sì, lo so. L’eremita della Divina Provvidenza deve essere giglio di purità , specchio di umiltà , di una cieca obbedienza, morto alla propria volontà, di una grande carità verso il prossimo, e lavorare secondo l’ubbidienza, vivendo più povero dei poveri.
D.
Prometti, o figlio, di affaticarti per acquistare queste virtù che
devono?
R. Prometto di fare tutti gli sforzi necessari per praticarle, e prego la carità dei Superiori e dei fratelli, che se per fragilità mancassi ad una di tali promesse, di correggermi con piena libertà.
D.
Siete
Sei pronto a spogliarti degli abiti del mondo per indossare l’abito
da Eremita della Div. Provvidenza?
R. Sì, padre, sono pronto.
D.
Sei ancora pronto a ta
lasciarti tagliare i capelli in segno che rinunzi a tutte le vanità
del mondo?
R. Eccomi pronto!
(indi
si avanza di un passo verso l’altare, il Prelato o Sacerdote taglia
una ciocca di capelli a lui che china il capo in
mano
e posa la fronte sopra il vassoio e nella palma sinistra
della mano sinistra del funzionante il quale taglia una ciocca di
capelli dicendo: Vanitas
vanitatum et omnia vanitas, praeter amare Deum et Illi soli servire!)
Terminato il taglio dei capelli, asperge gli abiti dicendo:
D. Adiutorum nostrum in nomine Domini.
R. Qui fecit coelum et terram.
D. Domine exaudi orationem meam.
R. Et clamor meus ad te veniat.
D. Dominus vobiscum.
R. Et cum spirito tuo.
Oremus.
Fate l’atto di consacrazione
Atto di Consacrazione.
Il Sacerdote che funziona presenta al Romito il Santo abito dicendo: Ricevi fra (tale) questo abito, che ti ricordi sempre dell’abbandono che hai fatto del mondo, e sia per te un rimedio a tutte le vanità e ambizioni della terra coll’innocenza e santità della tua condotta.
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(Si canta Laetatus sum in his quae dicta sunt mihi)
Il sacerdote asperge i sandali e nel porli nei piedi del nuovo romito dice: Beati immaculati in via, qui ambulant in lege Domini!
Il sacerdote asperge lo scapolare (pazienza) e la pone sulle spalle del romito dicendo: Ricevi lo scapolare che ti terrà presente alla memoria che il Romito della Divina Provvidenza deve con pazienza e con amore sottoporre le sue spalle alla fatica e alla tribolazione.
Presenta
e
cinge colla
la corda benedetta con aspersione, e dice: Ricevi questa fune e ti
ricordi sempre stringendo i tuoi fianchi che la tua vita dev’essere
una vita di temperanza, di lavoro, di combattimento e di
raccoglimento meditando i dolori della passione e morte di N. Sig. e
ricordando la fune…ma tua.
Si
canta Deus tuorum militum
Gli
si
Ricevi il cappuccio come custodia dei tuoi sensi e simbolo che devi
rinunziare ad ogni pensiero di mondo, e del raccoglimento e del
contegno edificante di servo di Dio che dovrai tenere dare
agli uomini
…E
ti ricordi la vesta candida del Santo battesimo: e il
mantello
ti dica tu
sei pellegrino
questo mantello che sei pellegrino in questa terra d’esilio avviato
alla nostra
casa al nostro paese
vera patria nostra che è il Paradiso.
Presenta una torcia accesa, dicendo: prendi questo lume che ti significa che ora devi essere morto al mondo e vivo alla grazia.
Te Deum e benedizione.
Durante
il Te Deum, il fratello vestito o gli
altri
i fratelli vestiti vanno a dare la pace a quelli che fossero presenti
già vestiti, dicendo: fratello, la pace di Gesù sia teco! prega
per me.
E gli altri rispondono: la pace e la misericordia di Nostro Signore
sia sopra di noi: Vanitas vanitatum et omnia vanitas, praeter amare
Deum et Illi soli servire.
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Ricevi,
o frate Pafnuzio,
e ti ricordi che l’eremita della Divina Provvidenza deve, con
pazienza e con amore, sottoporre le sue spalle al lavoro e alla
tribulazione!
Accetta questa corda, e, stringendo i tuoi fianchi, ti ricordi che la tua vita deve essere sempre stretta a Gesù, e deve essere vita di lavoro, di combattimento, e di raccoglimento.