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[Da “L’Ordine” Corriere di Alessandria Anno XVIII. n° 2 - Alessandria 14 Settembre 19I8 Tortona - Tipografia San Giuseppe
Con correzioni, aggiunte, cancellature di don Orione]
Nel nome di Dio e della Celeste Madre del Signore, Maria SS.: con la piena approvazione del nostro caro e veneratissimo Vescovo, Monsignor Simon Pietro Grassi, Vi chiamo, o Fedeli, ad aiutarmi ad innalzare in Tortona, a San Bernardino, un degno Santuario Votivo alla Madonna della Guardia.
La
chiesetta attuale, dove la Madonna della Guardia è in tanta
venerazione, umida, squallida, e incastrata in una
casa
un
vecchio fabbricato
era già affatto insufficiente per la popolazione del grosso sobborgo
di
S. Bernardino
e appare ora tanto più angusta davanti al concorso continuo dei
divoti pellegrini che accorrono non solo dal Tortonese, eziandio da
molti paesi dell’Alessandrino
dove
la divozione alla Madonna della Guardia è grandissima.
Il bisogno in San Bernardino di una nuova chiesa si imponeva quindi, e Monsignor Vescovo ripetute volte, l’aveva dichiarata una delle prime e più urgenti necessità per l’avvenire cristiano di Tortona. Ma il recente numeroso e divotissimo pellegrinaggio ai piedi della Madonna della Guardia, e il continuo accorrere di fedeli a chiedere grazie a Colei che tutti gli afflitti invocano, mise in maggior evidenza la necessità della nuova
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chiesa, e fu anzi quasi una dolce rivelazione del Cielo, e l’avvenimento popolare religioso, che veramente decise l’erezione del Santuario.
Il
Santuario fu deciso
pensato in
momenti di soavissima commozione
mentre tutto un popolo per ore e ore voleva entrare in Chiesa e non
lo poteva per la grande calca: mentre tutto un popolo fervorosamente
pregava di giorno e di notte, e dentro e fuori la chiesa con tale un
trasporto di fede
pietà non veduto a Tortona da tanti anni.
Pareva che Maria con forza irresistibile traesse a sé la moltitudine.
Quanti pellegrini torneranno le tre e le quattro volte alla porta del piccolo Santuario, senza potervi entrare! Quanti ne ho visti piangere nella conversione del cuore. Quanti alzarsi dai piedi della Madonna della Guardia rinvigoriti nella fede. Fu uno spettacolo eloquente e meraviglioso di fede e di amore.
Vogliate
pertanto ascoltare o cuori ardenti e generosi, l'appello che Vi
rivolgo: accogliete con trasmorto di illuminata pietà e con gioia
pura e cristiana l’idea, che ritengo
oserei dire ispirata da Dio - di erigere in onore della Madonna della
Guardia un nuovo Santuario il quale sarà certo
una viva fonte e pegno certo
di grazie divine per Tortona e Diocesi.
Deh
mostriamo di che cosa è
siam capaci noi, cattolici e italiani: noi italiani credenti per
tradizione, credenti per carattere credenti per
sentimento,(e)credenti per bisogno del cuore e per qualche
una luce di grazia più alta ancora di tutto ciò.
Certo
voi non vorrete guardare al sottoscritto
povero
scrivente
che nulla potrebbe senza Dio; ma basterà che abbiamo fede, e alziamo
fidenti la preghiera e in cuori in alto, e vedrete
che
la Madonna farà tutto.
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Abbandonati
pertanto alla Provvidenza del Signore, dopo la vittoria, e subito
conclusa la pace, si benedirà la prima pietra; e il nuovo Santuario
sorgerà bello di marmi e di arte: felice auspicio di un’Italia più
credente, più grande, più gloriosa! E sarà come il trono delle
misericordie di Maria Vergine
e monumento dei religione dei Tortonesi e di tutti i devoti di N.
Signora della Guardia!
Sia un plebiscito di fede e di amore: sia un Santuario votivo di popolo alla Madonna della Guardia, per ottenere aiuto celeste e salvezza ai nostri soldati: propiziazione, Vittoria e pace gloriosa all’Italia.
Mons. Vescovo di Tortona, plaudente all’iniziativa, e benedicendo con cuore di Padre agli offerenti, volle essere primo ad aprire la sottoscrizione versando per intanto, quale sua prima offerta, la somma di lire 1000.
E
chi ora non vorrà aiutarmi? chi non porterà il suo obolo ai piedi
della Madonna della Guardia? gli
Italiani. Oggi più che in altri tempi l’Italia ha bisogno di
Maria: il nostro paese dalla fede avita e dal culto di Maria trarrà
nuovi argomenti di prosperità e di salda
grandezza verace, l’Italia ha bisogno oggi del braccio e del cuore
di Maria. Poniamo tra le sue materne braccia questa nostra cara
Italia
Patria ormai provata da tanti dolori.
Maria e l’Italia, è dolce, è glorioso il ricordarlo, sono, attraverso i secoli della nostra storia, come una cosa sola.
L’Italia,
a dir del Quinet, è tutta invaghita di Maria: le nostre grandi
repubbliche si votarono a Lei, a Lei i trofei e le bandiere ritolte
ai nemici: a Lei i Santuarî più celebri. Su gli scudi dei suoi
prodi: su le porte delle sue città : sulle vele della sua marina:
nelle sue
valli dimenticate come sulle vette dei suoi monti trovate sempre
Maria!
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Maria fu la difesa e la tutela d’Italia.
I
Principi di Savoja,
scrisse il Cibrario, scelsero a loro bandiera il
colore
l’azzurro, perché è il colore del manto di Maria.
Il
tricolore è la bandiera nazionale; ma la bandiera di Casa Reale
ancora oggi, è tutta
azzurra
l'azzurro, e ad ogni Principe o Principessa del Sangue che nasce si
dà anche
il
nome di
Maria.
L’invincibile Eugenio di Savoia, balzando il primo sulla breccia di Hersan, portava sulla corazza l’immagine di Maria.
E
il tempio di Superga se
è là a dire la gratitudine dei Piemontesi verso la Vergine, come
proclama
anche
la devozione dei nostri Principi, che vollero pure
avere requie
eterna
all’ombra di Maria.
L’Italia
e Maria! L’Italia ha amato Maria e tutto dalle Alpi a Messina, da
Chioggia a Noto, è pieno di Lei: uno solo è il linguaggio che si
solleva da ogni angolo, da ogni zolla di terra italiana: l’Italia è
sacra a Maria! Maria è nel canto de’ suoi poeti: la poesia
italiana è il canto della Madonna, ha confessato uno straniero Maria
è nelle opere gigantesche da Arnolfo di
Lapo
a
Brunelleschi, a Bramante
al De-Fabris: Maria nell’ispirazione
del Tiziano, del Caravaggio,
del Beato Angelico, di Raffaello: nei marmi di Michelangelo, del
Canova, del Dupré : nelle note più dolci e lacrimate del Pergolese,
del Palestrina, del Rossini e del nostro Perosi.
Maria
è per tutto: nella eterna primavera del Mezzogiorno d’Italia, nei
tramonti divini di Roma, nel sorriso del cielo Toscano
di Pisa: protege, Virgo Pisas
nell’incanto delle Venete lagune dove
i Dogi sono in ginocchio davanti a Lei.
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Maria
troneggia
dalle
interminate pianure lombarde
dalle guglie del Duomo di Milano
al Rocciamelone di Susa, dalla terra
che vide nascere Cristoforo
Colombo, al
Monte della Guardia di Genova che è
Città tutta
sacra a
di Maria alla
vetta della Guardia all’ultimo casolare dei nostri Appennini
all’ultimo lembo delle nostre arene.
Maria
nello splendore delle nostre feste, negli
inni devoti
nei canti
più ispirati
più
sublimi inni, e nei cantici,
come nel peana delle nostre civili libertà: Maria nel canto
dell’esule
pianto dei nostri esuli, nei gemiti italiani del Pellico allo
Spielberg, come nel grido angoscioso dell’anima popolare, là ,
nella Lucia del Manzoni.
O Voi dunque, Italiani credenti ed onesti: e Voi, che pensate: Voi intendete tutta la sublimità di questo Voto di popolo, in quest’ora così solenne e decisiva per la nostra Patria e per la civiltà.
Il più degno dei sentimenti è pur sempre quello di amare Dio e invocarlo, specialmente quando la Patria è in pericolo.
Ebbene, interceda oggi per noi Maria, la Madre stessa del Signore: ogni Santuario di Maria è una sorgente di grazie e di conforto pei popoli!
L’Italia
è la terra del genio ispirato a Maria: e la storia è là coi suoi
fasti, coi suoi monumenti, coi suoi
mille Santuarî che coronano i suoi monti che dicono le beneficienze,
i trionfi, i miracoli di Maria: la venerazione ne, la gratitudine,
l’amore del popolo italiano verso Maria.
E ancora una volta essa
liberi dallo straniero e guardi l’Italia! Viva Maria!
Tortona, il 15 Settembre 1918.
Don Orione.
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Dopo Dio, vi è forse pei nostri cuori qualche cosa di più tenero, di più affettuoso, di più soave? Io vi stendo la mano, e chiedo a voi e a tutti in nome di Maria!