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[Da copia stampata]
Il Vangelo
Domenica III. di quaresima.
(Luca, XI, 14-28)
Gesù difende il suo ministerio
(Matt. XII, 22-45 - Marzo III, 20-30).
“E stava cacciando un demonio, che era muto. E scacciato, ch’egli ebbe il demonio, il muto parlò e le turbe si maravigliarono. Ma alcuni di loro dissero: Egli caccia i demoni per l’aiuto che gli dà Beelzebub (1), principe de’‚ demoni. E altri, tentandolo, chiedevano da lui un segno dal cielo. Ma egli, che conosceva i loro pensieri, disse loro: Ogni regno diviso in sé‚ stesso andrà in perdizione, e rovinerà casa sopra casa. Se dunque anche Satana è in discordia con sé‚ stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? poiché voi dite ch'io caccio i demoni per l'aiuto che mi dà Beelzebub. Che se io caccio i demoni per opera di Beelzebub, per virtù di chi li cacciano i vostri figli (2). Per questo, essi stessi saranno i vostri giudici. Ma se io caccio i demoni per l'aiuto che mi dà la mano di Dio (3), vuol dire che il regno di Dio è a voi giunto. Quando un potente, bene armato, custodisce la sua casa, quel che possiede è al sicuro. Ma se un altro più forte di lui, sopraggiungendo, lo vince, gli porterà via tutte le armi, nelle quali confidava, e ne spartirà le spoglie (4).
Chi non è con me e contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde (5). Quando lo spirito impuro è uscito da un uomo, va attorno per luoghi aridi, in cerca di riposo; e, non trovando requie, dice: Ritornerò alla casa mia, donde sono uscito. E, quando vi giunge, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende seco altri sette spiriti peggiori di lui, e entrano ad abitarvi. E la fine di un tal uomo è peggio del principio. Or avvenne che, mentre Gesù diceva queste cose, una donna di mezzo alla moltitudine alzò la voce, e gli disse: Beato il seno che ti portò e le mammelle che t'han dato il latte. Ma egli disse: Anzi beati quelli che odono la parola di Dio e l'osservano!” (6). La generazione, alla quale Gesù parlava, non era stata del tutto insensibile alla predicazione di Giovanni Battista e di Gesù stesso. Se n'era commossa ed avea mostrato qualche segno di pentimento. Ma, pur tropo, il suo pentimento era stato “simile a una nuvola mattutina e alla rugiada” (Osea 6,4). Erano state delle impressioni momentanee, che avean prodotto qualche mutamento esterno, ma il cuore era rimasto vuoto; e un cuor vuoto è un invito a Satana. Che avverrà di cotesta generazione? La sua condizione ultima sarà peggiore della prima; perché o miei fratelli, nessuno è e, spesso, si sente tanto disperatamente malvagio, quanto colui che, dopo aver provato una qualche salutare impressione religiosa, è poi deliberatamente tornato al peccato e al mondo. Svolgerò un punto. “Se io, dice Gesù, scaccio i demoni per lo Spirito di Dio, è dunque segno che è giunto il Regno di Dio, e che già è in mezzo di voi il Messia, che voi aspettate”. Il ragionamento di Cristo e dimostrativo, egli mette i suoi nemici al muro; né essi, confusi, seppero che rispondergli. “Non può essere, disse Gesù, ch'io scacci di demoni per la podestà del demonio, perché il demonio non fa miracoli, e non va contro se stesso. Dunque io li scaccio per virtù divina; sono dunque il Messia, il promesso liberatore”. E` lo stesso ragionamento con cui anche oggi noi riduciamo al silenzio i negatori sistematici, l'incredulità, e convinciamo i retti di cuore. Sopra la natura non v'è che Dio, che l'ha creata;
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Dio solo può sospenderne le leggi e fare i miracoli, e li fa per sé‚ o per i suoi Santi. Il demonio, permettendolo Iddio, potrà far cose superiori alla intelligenza o alla forza umana, ma veri miracoli, no, mai! Vi sono poi delle note sicure per distinguere i veri dai falsi miracoli, onde gli uomini non siano tratti in errore. I miracoli dunque possono prodursi solo da una virtù divina. Ma Gesù Cristo operò miracoli, e in questo, come in tutti gli altri suoi miracoli agì sempre in modo assoluto, colla sola volontà, in un lampo, senza esitare, senza applicare rimedio di sorta, e in pubblico, alla presenza delle moltitudini, spesso de’‚ suoi nemici, e l'effetto era istantaneo, infallibile. Miracolo è un fatto sensibile e meraviglioso, fuori dell'ordine consueto della natura, che non si compie senza l'intervento di Dio, perché ha carattere indiscutibilmente soprannaturale. I miracoli sono dunque il suggello della Divinità. La vita di Cristo è tutta un intreccio di miracoli: anche il Talmud e il Corano ne fanno testimonianza. Giuseppe ebreo poi, storico reputatissimo e quasi contemporaneo di Cristo, afferma espressamente: “In quel tempo visse Gesù, uomo saggio, se pure deve dirsi che gli fosse uomo. Perocché fece opere miracolose.... E, dopo il terzo giorno dalla sua morte, ricomparve di nuovo vivo”. (Antiq. Lib. 18, e. 14). A provare la sua celeste missione di frequente Cristo appellò ai miracoli. “I ciechi vedono, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono mondati, i sordi odono, i morti, anche già fetenti, risuscitano, e i poveri sono evangelizzati”. (Joan V, 36; X, 25-37). Dunque Gesù provò anche coi miracoli che Egli era veramente Dio e il Messia. Se l'incredulo dirà: Cristo non ha fatto miracoli, gli risponderò: bada, o amico, anche i suoi nemici non hanno potuto negarli. Pieni di superbia, d'invidia, di odio contro Cristo, che smascherava la loro ipocrisia, che sconvolgeva le loro idee intorno al Messia, idee politiche e di materiale grandezza, piuttosto attribuivano al diavolo che a Dio, quei miracoli che essi stessi vedevano e non potevano negare. Se li avessero negati, un grido di sdegno o di derisione si sarebbe alzato dalle turbe, maravigliate e acclamanti a Cristo. Anche i primi e più forti oppositori del Cristianesimo non hanno potuto negare i miracoli di Cristo. Celso, Porfirio, Giuliano rinnovarono la ridicola accusa di magia: opposero Esculapio, Vespasiano, Apollonio; ma non poterono negare, e il più fiero di essi, Giuliano, morì confessando la vittoria di Cristo e gridando: Galilee, vicisti! o Galileo, hai vinto! Mi direte: ma son passati venti secoli! E con ciò? Forsechè le prove della verità invecchiano? Il tempo le rende anzi più venerande e dà loro base più granitica. Che se l'incredulo mi ripeterà: i miracoli non esistono! vedi, gli risponderò, o fratelli, il Cristianesimo ben esiste!
Dovrai pur ammettermi, se non hai perduto “lo ben dell’intelletto” che il Cristianesimo esista: esso è tal fatto che non può negarsi. Il Cristianesimo è il più grande fatto della storia umana; la civiltà stessa che si sviluppò presso tutti i popoli, e che ormai va conquistando l'universo, è essenzialmente cristiana. Ebbene, ascolta allora Dante: “Se il mondo si rivolse al Cristianesimo, diss'io, senza miracoli, quest’uno è tal che gli altri sono un centesimo”. (Par. XXIV) E` perché? Perché‚ il Cristianesimo è tal religione che l'ammettere abbia potuto diffondersi, così rapidamente e largamente diffondersi, senza miracoli, non è cosa neanche da supporsi: pensare sul serio cos'è il cristianesimo, e il mondo da lui conquistato, e poi suppor quello, sarebbe da pazzo. I fondatori, i riformatori di religioni hanno sempre sentito il bisogno di transigere, anche reagendo. Cristo non così. Egli viene a completare, a perfezionare la legge, non a transigere, non a distruggere. Distruggerà l'odio, il vizio, il formalismo, oh questo sì! Il Cristianesimo è guerra senza quartiere all'egoismo, all'avarizia, alla disonestà pubblica e privata, ad ogni ipocrisia, ad ogni ingiustizia, ad ogni male. Il Cristianesimo è una fede divina: è morale altissima, è aspirazione incessante al bene, alla virtù, a nobilitarsi.
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E` culto di Dio, spoglio di superstizione: è unione a Dio coll’orazione, coi Sacramenti, è amore dolcissimo, filiale al Padre che è nei cieli: è tutta una religione sovrannaturale.
Il Cristianesimo è quanto vi ha di più puro, di più filosofico, di più grande. “Non havvi altra religione che abbia tanto influito ad avanzare l'incivilimento, ad abolire la schiavitù,” (Pellico, Doveri.III): a farci sentire che “tutti fatti a sembianza d'un Solo, figli tutti d'un solo Riscatto, sian fratelli!” Nessun'altra religione più madre con gli umili che la Chiesa Cattolica e nessuna più sublime: nessuna più splendida di santità e più misericordiosa coi caduti: nessun'altra più umana e nessuna più fulgente del carattere di divina. Tre sono oggi le religioni che si contendono il primato dell'umanità: il Buddismo, l'Islaismo, il Cristianesimo. Si capisce la propagazione dell'Islamismo, si capisce anche la propagazione del Buddismo; ma non si capisce, senza miracoli, e non si capirà mai la propagazione del Cristianesimo; e, specialmente, la vitalità e il progresso mirabile della chiesa Cattolica, che è la Chiesa Madre, la vera Chiesa di Gesù Cristo, che custodisce integro il deposito della rivelazione.
Ma il Buddismo non è, propriamente, una religione, perché non è una fede. Il Buddismo rese schiava la volontà, ma lasciò libera l'intelligenza. Non ha una fede, ed ha una morale egoistica e monca, mancante del senso dell'amore e della giustizia. No, non sarà nel Gange che andrà a tuffarsi l'umanità!
L'Islamismo poi ha una fede sì, ma non ha morale. Maometto rese schiava l'intelligenza, ma lasciò che le passioni rompessero ogni freno, e s'impose colla violenza e colla scimitarra. No, finché‚ l'uomo avrà il sentimento della sua libertà, della sua dignità, la scimitarra non trionferà della croce: il Corano non regge al paragone del Vangelo. Il Vangelo non lusingò le passioni e non s’impose per forza d'armi; vuole che liberamente si accetti una dottrina che è severa colla intelligenza, e una morale che è fatta per strappare l'egoismo e il vizio. Non è persuasione di umana sapienza, no, ma dottrina che ai Giudei è scandalo, ai Greci stoltezza. Il Cristianesimo come poteva, senza miracoli, conquistare il colosso, che si chiamava Roma, e piantare la croce sul Panteon, e sul Campidoglio?
Nessuna nobiltà di sangue scorreva nelle vene dei dodici cui Cristo disse: andate e battezzate! Nessuna potenza di umano ingegno posero essi alla grande impresa: erano figli del popolo, e nessun raggio di singolare intelligenza brillava sulla loro fronte. Erano stati chiamati dalle rive dei laghi e dal telonio, erano figli di quella Palestina che, ormai, era ridotta a un paese semi-barbaro.
Ecco chi sono gli Apostoli a cui Cristo affida la missione di evangelizzazione il mondo: sono degli inermi non solo davanti alla forza di Roma, ma anche davanti ai sapienti di Grecia. E non coll'oro, poveretti, vanno alla conquista dei popoli! “Pier cominciò senz'oro e senz'argento” fa dire Dante a S. Benedetto. Che se ai dodici si aggiungerà Paolo, pieno d'intelligenza e di sapere, egli, anche agli Ateniesi, dall'intelletto superbo, non parlerà col genio di Socrate né colla dialettica di Platone, ma predicherà Cristo, e Cristo Crocifisso, dinanzi a cui tutti dobbiamo cadere, in ginocchio, adorare ed imitare! Tanto che quei dotti dell'Areopago risposero: di questo povero giudeo, ti sentiremo a parlare domani. Ah, domani? Ebbene, sì, anche domani. Cristo è Dio! Egli è di ieri, è di oggi, e sarà di domani.
Christus heri, hodie et in saecula!
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I semi indistruttibili che Cristo ha seminato nell’umanità ecco che vengono maturando, malgrado la zizzania dell'uomo nemico.
Fratelli, alzate lo sguardo, e vedete quale luce si diffonde: è l'aurora del trionfo di Dio! l'avvenire appartiene a Cristo!
Cristo è il Verbo divino che rigenera: è la Via di ogni grandezza morale: è la Vita di ogni libertà! Cristo è la sorgente di amore e di pace donde ogni cuore deve sperare conforto: è la luce da cui ogni popolo, ogni democrazia può sperare incremento. L’avvenire è di Cristo!
Questa guerra non è, per un lato, che il grande fallimento, il vero rogo dell'imperialismo e di tutti quei falsi valori che non sono Cristo.
La lampada di Cristo arde e risplende di luce meravigliosa, consolante, divina, tenuta alta dalla santa Chiesa di Dio: oggi tutto il mondo guarda là, guarda a Roma!
Quelli stessi che, sino a ieri, s’illusero di farne a meno, oggi, per dire ai popoli ancora qualche cosa, hanno pur bisogno di attingere olio e luce di là: essi già s'incamminano a Canossa: già ripetono, più o meno, la parola di Roma.
La carità di Cristo colmerà di amore i solchi aperti dall'odio: il palpito del cuore di Dio si va trasfondendo nelle nostre anime purificate: noi viviamo di Cristo, e faremo vivere tutto il mondo di Lui!
L'avvenire è di Cristo!
Cristo! ecco “il divino straniero” che si avanza al grido angoscioso dei popoli che anelano a Lui! Cristo! Ecco ch'Ei viene portando sul suo cuore la Chiesa, e nella sua mano le lagrime e il sangue dei poveri: la causa degli umili, degli afflitti, delle vedove e degli orfani!
Sono i tesori, “i poveri sono il Regno di Dio”: e Cristo è Dio!
Nuovi orientamenti e ascensioni: nuove sociali franchigie “annunziano
i cieli, e genti nove:
nove conquiste, e gloria
vinta in più belle prove:
nova................pace!”
O Gesù, Tu sei la franchigia, Tu la gloria, Tu la pace!
Tu sarai l'amore, la vita, l'adorazione dell'umanità.