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[Da copia stampata]

Il Vangelo

IV Domenica dopo Pasqua

(S. Giov. Capo XVI, 5-15)

La promessa dello Spirito Santo


Gesù disse à suoi discepoli:

Ora poi vado a Colui, che mi ha mandato; e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?” Invece, perché vi ho detto queste cose, la tristezza vi ha riempito il cuore; dico però la verità: è meglio per voi che me ne vada (1); perché se io non vò, non verrà a voi il Consolatore; (2) ma, quando me ne sarò andato, ve lo manderò. E venuto ch'Egli sia, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. Quanto al peccato, per non aver creduto in me. Quanto alla giustizia, perché io vò al Padre, e non mi vedrete più. Quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo già è giudicato. Molte altre cose ho ancora a dirvi, ma per ora non ne siete capaci. Ma quando sarà venuto Lui, lo Spirito di verità, vi guiderà in ogni verità, che non vi parlerà da se stesso, ma dirà quanto avrà udito, e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, (3) perché riceverà del mio, e ve lo annunzierà. Tutto quanto ha il padre, è mio; per questo ho detto che Egli prenderà del mio, e ve lo annunzierà”.

Questo Vangelo, come quello della Domenica passata, fa parte del discorso dell'ultima Cena. La Chiesa ce lo mette innanzi per disporci a celebrare santamente la prossima Pentecoste. E` un linguaggio tutto spirante bontà e calma divina, quando si consideri che usciva dalle labbra di Chi sapeva con tutta certezza di trovarsi a pochi passi dal Calvario. Gesù si avvicina al momento del suo morire, perciò voleva giovarsi delle poche ore che gli restavano per meglio chiarire quanto avea rapporto alla discesa dello Spirito Santo. Ogni parola di questo suo ultimo sermone, si può dire, ch'è un insegnamento ed un mistero, che fiammeggia raggi di luce. Vado a chi mia ha mandato. Qui Gesù esprime tutt'insieme la sua morte, la sua risurrezione e l'ascensione al Cielo, in forma velata; ma così che gli Apostoli comprendono benissimo che s'avvicina l'ora della separazione, e se ne affliggono. Il loro attaccamento a Lui, lodevolissimo, era per altro ancor troppo umano, troppo riferivasi alla sua presenza sensibile. Gesù si propone di purificare questo loro sentimento, insegnando la maniera onde vuol essere amato. L'amore di carità non è vano affetto umano né espansivo movimento di sensibilità perciò Cristo li prepara ad essere illuminati, purificati e santificati dallo Spirito Santo. Quindi a consolare gli Apostoli, sconfortati e senza parola per la grande tristezza, Gesù ripiglia: “è meglio per voi che io me ne vada”. E si adatta alle loro idee, non parlando che del loro proprio interesse, assicurandoli che il suo  allontanamento sarà loro vantaggioso. La sua presenza li aveva istruiti: lo Spirito Santo doveva trasformarli, perfezionarli; era il culmine supremo della redenzione e il principio solenne della Chiesa. Gesù annunzia agli Apostoli che lo Spirito Santo li avrebbe illuminati in tutte le verità da lui annunziate. Quelle verità avevano già come suono percosse le loro orecchie, come luce avevano talvolta irraggiato i loro intelletti; ma non perciò s'erano fatte sostanza della loro anima. Solo lo Spirito Santo compirà questo gran miracolo: darà vita e bellezza nuova alla verità, la farà abbracciare con fermezza dall'intelletto e discendere confortatrice al cuore. Il Paraclito, che Gesù promette, vuol dire Consolatore; Egli è Dio, grande, potente, misericordioso, benefico: Dio al pari di Cristo: è Consolatore: li seguirà in ogni luogo ove saranno trasportati dal loro ministero, li animerà, li fortificherà, e, dopo di loro, continuerà ad assisterne i successori, che li perpetueranno. I discepoli non comprendevano che un altro potesse mai consolarli per la perdita del Maestro, ma lo comprenderanno perfettamente quando, dopo la risurrezione, Gesù Cristo svolgerà loro il piano della sua provvidenza e l’economia della religione.

Lo Spirito Santo doveva venire a collocarsi in mezzo alla Chiesa per reggerla, come già aveva fatto Gesù, durante la sua vita, affinché in nessun tempo fosse priva della assistenza particolarissima del Signore. Il Paracleto avrebbe penetrato interiormente gli Apostoli dé suoi doni mirabili: doni esterni, da autorizzarne e accreditarne la missione divina: doni interni, da renderli capaci di adempirla. Doni interni: la sapienza, che, di distaccandoli dai pensieri e dagli affetti di terra, non lascerà altro gusto che delle cose di Dio; l'intelletto, che spandendo la luce nelle menti scopre le verità celesti; la scienza, che insegna la diritta via del Signore, il consiglio, che dirigendoci nei difficili sentieri della vita, ce ne fa evitare i pericoli; la fortezza, che ci rende superiori alle debolezze umane e agli errori, e ci fa affrontare e vincere i nemici di Cristo; la pietà, che animandoci al servizio di Dio, ci sostiene nelle tribolazioni; il timor di Dio, che, inspirando un santo


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rispetto, ci sorregge costanti nella virtù. Questi sette doni lo Spirito Santo comunicherà pure a quelli che lo riceveranno nel suo Sacramento, la Cresima. Ma agli Apostoli, nella Pentecoste, diede anche i doni esterni delle lingue e dei miracoli, perché tutte le generazioni li riconoscessero siccome i mandati da  Dio. “Come la luce rapida etc...tal risonò molteplice la voce dello Spirito!”.

E ciò che Gesù Cristo aveva annunziato al suo secolo, lo Spirito Santo lo predicherà a tutti i secoli. E la Trinità stessa concorrerà alla nostra istruzione: lo stesso insegnamento disceso dal Padre, recato agli uomini dal Figlio, sarà perpetrato dallo Spirito Santo. Il divino Paracleto farà risuonare nella Chiesa la sua voce: quello che dicevano gli Apostoli nel Concilio di Gerusalemme (I Concilio, anno 50 d. Cr.), lo ripeteranno a gara i Papi e i Padri di tutti i Concili generali con la stessa fede, colla stessa verità, con lo stesso diritto: “E` piaciuto allo Spirito Santo ed a noi” (Act. XV, 28). E lo Spirito Santo convincerà il mondo di peccato, perché manifesterà all'evidenza che il peccato consiste, soprattutto, nel respingere Colui che Dio ha mandato, cioè Gesù Cristo. E il mondo riconobbe il peccato della sua incredulità, e Dio voglia si rivolga oggi, finalmente, a Gesù Cristo.

Sin qui, pur troppo, fatto ardito e orgoglioso da alcuni progressi nelle scienza, aveva osato citare Dio al tribunale della ragione, ed è di ieri il razionalismo che minacciava di sovvertire anche all'interno la Chiesa. Lo Spirito Santo che ha illuminato il mondo della fede in Cristo, gli ha portato altresì nuovi lumi intorno alla giustizia, facendogli conoscere una morale superiore a tutto quello che gli era stato presentato: Iddio inviò il Suo Spirito, e il mondo morale cristiano è stato creato, “e la terra attonita vide rinnovarsi la sua faccia”. (Ps. CIII, 30).

A una morale umana e viziosa, subentrò una morale divina: Gesù ne pose le fondamenta, e lo Spirito Santo ne innalzò l'edificio, e fece splendere sull'orizzonte della vita umana l'ideale della vera giustizia. Lo Spirito Santo convincerà “riguardo al giudizio”, dando la dimostrazione della sconfitta di Satana, ossia “del principe di questo mondo”. (Confr. XII, 31; XVI, 33. Col. II. 14-15 Ebr. II,14).

Il paganesimo stesso sapeva del giudizio e dell'inferno; ma questa terribile e salutare verità era stata oscurata e poi anche contraddetta da alcune sette filosofiche: lo Spirito Santo la fece rifulgere in tutta la sua luce e la sua forza. E la voce dell’Apostolo Paolo risuonò per l'universo: “E` prescritto che tutti gli uomini muoiano, e dopo ciò, il giudizio”. (Hebr. IX,27). Il giudizio, o fratelli, pensiero spaventoso ma profondamente salutare! E poiché Gesù proporziona alla debole portata dei discepoli il suo insegnamento, aggiunge che era riservato allo Spirito Santo trasformarli in uomini nuovi, ed insegnare loro tutte le verità. Verità che essi arditamente avrebbero poi predicate a Gerusalemme, in Grecia, a Roma, e sino ai confini della terra: confondendo i più esperti dottori della legge, i più dotti filosofi dell'Areopago e i Cesari stessi e l'impero. I Pastori della Chiesa Cattolica non parlano da se, ma annunziano quello che il Paracleto ha loro ispirato, che è la dottrina di Cristo, e quanto Gesù ha dal Padre suo. E fa conoscere le cose secondo il bisogno, e le verità eterne e i bene futuri, che un giorno possederemo. E lo Spirito Santo “mi glorificherà”. Disse Gesù: illustrerà cioè le menti, farà intendere il Vangelo spanderà sulle anime ogni abbondanza di grazie, e renderà glorioso il nome di Cristo sulla terra.

Poi Gesù in modo chiaro, stabilisce che lo Spirito Santo procede da Lui, come procede dal padre, affermando ch'esso riceve del suo. Ora una persona divina che può mai ricevere da un'altra persona, se non l'origine e la sostanza divina, e con essa ogni cosa? Il perché questa sola sentenza di Cristo basterebbe a mostrare la nostra fede nella processione dello Spirito Santo anche dal Figlio, verità che i Greci, nostri fratelli erranti, ostinatamente negano. Ma si avvicina, anche per essi, l'ora di Dio!

Come nel discorso della montagna (Matt. c. V, VI, VII) è la sublime filosofia, la gran carta morale degli uomini, la sintesi semplice e umile del codice che basterebbe a salvare il genere umano e ad elevarlo ad altissima perfezione. così nel mirabile discorso tenuto da Nostro Signore dopo l'ultima Cena, è riportato da San Giovanni nei capi XV, XVI e XVII, donde fu tratto questo Vangelo, il divin Redentore traccia agli Apostoli e ai fedeli a grandi linee il disegno della redenzione, la costituzione e le sorti future del regno di Dio. La pia lettura anche solo di questi due sermoni, quanto contribuirebbe ad elevare la mente e il cuore dei credenti alle celesti cose! Essi vivrebbero di più dello spirito di Gesù Cristo, e ne spargerebbero il buon odore. (San Paolo II Ep. ai Corinti, 15).


(1)Lo Spirito Santo non verrà, se non dopo che, con lo spargimento del Sangue, Gesù avrà placata la giustizia divina, riconciliati gli uomini con Dio e preparati i cuori a ricevere i doni celesti. E` quindi necessario ed utile per gli Apostoli che Gesù li lasci. (2) Consolatore nel greco è Paracleto, cioè uno che difende, aiuta, sorregge, e che quindi consola. (3) Lo Spirito Santo glorificò Gesù Cristo illuminando e confermando gli Apostoli e la Chiesa nelle verità da Gesù insegnate.