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[Da copia stampata]
Il Vangelo
Domenica fra l’Ascensione.
(Giov., XV, 26-27; XVI, 1-4)
Lo Spirito Santo e le persecuzioni future.
“Ma quando sarà venuto il Consolatore, (1) che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità, che procede dal Padre, Egli testimonierà di me, e anche voi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio. V'ho detto queste cose, affinché non siate scandalizzati (2). Vi scomunicheranno dalle sinagoghe; anzi verrà tempo, che chi vi ucciderà, penserà di far un atto di culto a Dio. E vi tratteranno così, perché non hanno conosciuto né il Padre, né me. Ma vi ho detto queste cose (3), affinché, quando quell'ora sarà venuta, vi rammentiate ch'io ve n'ho parlato”.
Gesù dice: “Vi manderò lo Spirito Santo”. Intendiamo bene in che modo lo Spirito Santo ha dipendenza da Gesù Cristo come Dio. Il Padre Celeste, perché non ha origine da nessuna Persona divina, non si dice mai, neppure una sola volta, che è mandato. Il Figlio, Gesù Cristo, perché generato ab aeterno dal Padre, si dice costantemente mandato, ma dal solo Padre, e mai, neppure una volta, dallo Spirito Santo, perché non ha origine da Questi. Lo Spirito Santo poi si dice nelle Sacre Scritture mandato ora dal Padre ora dal Figlio, Perché procede ugualmente dall'uno e dall'altro. E` dunque verità di fede che lo Spirito Santo procede non solo dal Padre, come ammettono i fratelli nostri erranti, Greci e Russi, ma anche dal Figlio, siccome per fede crediamo noi cattolici, figli della Chiesa Madre di Roma, mentre essi lo negano, male, molto male interpretando le Sante Scritture. Ecco perché Gesù può dire “vi manderò lo Spirito Santo”. Spirito Santo, che Gesù aveva promesso, e che avrebbe continuata la missione del Redentore, rischiarando colla sua luce le menti, santificando colla sua grazia i cuori, e facendo conoscere il senso delle verità evangeliche, che Cristo aveva predicate, perché il Paracleto “è lo Spirito della verità”. E perché “procede dal Padre”, ma anche dal Figlio, perciò Gesù Cristo aggiunge tosto: “farà testimonianza di me”; cioè farà conoscere chi io sono, sarà testimonio divino e irrefutabile che le verità che vi ho predicate sono davvero la via, la verità e la vita degli uomini. E vi confermerà nel Vangelo, e “voi lo attesterete”, anche perché “siete stati con me fin da principio”, testimoni di quella molteplicità e continuità di prodigi, operati in più di tre anni, a vista di moltitudini, senza scelta, senza preparazione, a misura che si presentavano le occasioni; ond'è che essi non potevano essere che l'opera d'una potenza divina. E voi, a vostra volta, “lo annunzierete” al mondo, voi che foste con me, e avete veduti i miracoli: che siete cresciuti agli insegnamenti del Vangelo, voi testimonierete che lo Spirito Santo, mentre è Paracleto, cioè Consolatore, è anche “lo Spirito della verità”. Consolatore è lo Spirito Santo perché tra le contraddizioni, le fatiche, le pene del loro ministero avrebbe sostenuti gli Apostoli, li avrebbe consolati coll'unzione delle sue grazie, e rianimati co’ suoi doni meravigliosi.
E similmente avrebbe fatto con tutte le anime giuste; Egli non toglie il sentimento dei loro mali, ma ne addolcisce l'amarezza. Guai agli uomini che non vivono consolati dallo Spirito Santo! essi gemono nelle angustie senza luce e senza conforto. Che sono mai, e a che si riducono tutte le consolazioni umane? A poche parole che non hanno senso, senza Dio, senza lo spirito di Dio. “Fatti coraggio!” Ma che è il coraggio, se non è fondato sopra Dio? “Bisogna soffrire!” Ah, sì, bisogna soffrire! Verità incontrastabile, ma verità desolante, quando il dolore lo si separa dal conforto della fede. Togliete la fede, tutto è gelo, tutto è morte, e nessuno varrà mai a spiegare il dolore su la terra. I dolori non avrebbero più né principio, né fine, né compenso; e l'aspettazione stessa dell'avvenire aggraverebbe spaventosamente la sensazione del presente. Dinanzi ai nostri dolori, ai dolori della nostra, immane guerra: che è, che vale, che dice la parola dell'uomo? Ah essa ci ricorda Shakespeare, là nell'Amleto: se non ci fosse un altro conforto, “se non ci fosse un'altra vita, sarebbe forse più nobile per l'anima umana soffrire i colpi dell'iniqua fortuna, e non ribellarsi al torrente di tanti mali?...”
Chi vorrebbe sopportare tanti pesi, sudare e piangere, sotto l'incubo d'una vita affannata? Ma c'è una luce che illumina tutto: c'è un Consolatore che conforta tutto: c'è una vita futura che orienta tutto, che valorizza tutto e fa sante tutte le sofferenze e dà la chiave, la soluzione al problema, al grande mistero del
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dolore. E` la luce del Vangelo, e sono le ineffabili consolazioni dello Spirito del Signore.
La carità dello Spirito Santo ha trasformato il mondo: ha fatto dolci e desiderabili le ingiurie del tempo e le ingiurie degli uomini: le ingiustizie de’ tiranni, gli oltraggi de’ superbi, le torture de’ scellerati. Allora anche le catene di Cristoforo Colombo diventano sante, e si capisce come siano magnanimamente da lui volute nel suo sepolcro: allora il rogo di Giovanna d'Arco diventa un altare! E` la fiamma dello Spirito Santo che solleva così sino a Dio, “e ci fa gioire di soffrire qualche cosa onde rassomigliare a Lui” (Rom. VIII, 27).
Lo Spirito Santo impreziosisce le pene che ci “purificano nella virtù com'è purificato l'oro dal fuoco”. (I Petr. V), e, vengano esse per colpa o senza colpa, Egli le raddolcisce “e le rende utili per una vita migliore”. (Prom. Sp. c. XXXVIII).
Gesù Cristo ha chiamato lo Spirito Santo “lo Spirito della verità”. Dio come il Padre, come il Figlio, lo Spirito Santo è l'Autore quindi di ogni verità, ed Egli la diffuse sì copiosa la verità celeste sugli Apostoli, che essi ne ebbero per sé e per noi, e la propagarono su tutta la terra, e lo Spirito Santo coronò la loro predicazione con quel sorprendente successo, che fu l'ammirazione di tutti i secoli. E l'Apostolo Paolo, che colla possanza della parola confondeva i saggi dell'Areopago, i filosofi della Grecia e gli oratori di Roma, sente così vivamente che è lo Spirito di Dio che opera in lui e per lui, che si sdegna perché vogliasi attribuire a lui o al dotto Apollo il frutto maraviglioso delle loro istruzioni e la conversione delle genti. E scrive “Io ho piantato, Apollo ha irrigato; ma Dio ha fatto crescere. Colui che pianta, colui che irriga non son nulla: Dio solo è tutto, poiché Egli è quello dà l'incremento”. (I Cor. III, 4-7). E lo Spirito Santo è ancora, è sempre tra noi, Spirito di verità. Egli assiste la Chiesa, comunica a lei e al suo Capo visibile, il Papa, l'infallibilità della dottrina. Egli dispone i fedeli a ricevere le sante verità della fede, e colla sua grazia, colla effusione de’ suoi doni ammollisce i cuori più induriti e li rinnova, e trasforma in vasi d'elezione i peccatori più grandi. Quanto è sublime è profondamente cristiano il nostro Manzoni quando dal labbro ispirato del Cardinal Federigo esce in un inno allo Spirito Santo, che si diffonde soave su tutto un popolo e gli fa pregustare la conversione dell'Innominato. È un qualche cosa di ciò che noi chiamiamo la comunione dei santi. L'Innominato è tra le braccia dell'uomo di Dio, “vinto da quell'impeto di carità, mentre le lagrime ardenti di lui cadono sulla porpora incontaminata del Cardinale, e le mani incolpevoli di questo stringono affettuosamente quelle membra, premono quella casacca, avvezza a portar l'armi della violenza e del tradimento”. E lo Spirito Santo penetra in lui, e la grazia lo trasforma. “Dio, dice il Cardinale, che ha operato in voi il prodigio della misericordia, diffonde ora una gioia.”
“Il popolo è unito a noi senza saperlo: forse lo Spirito mette né loro cuori un ardore indistinto di carità, una preghiera ch'esaudisce per voi, un rendimento di grazie di cui voi siete l'oggetto non ancor conosciuto”. E l'Innominato, che è al principio della risurrezione, sente il soffio dello Spirito del Signore che passa soave e vivficante su lui, e, alzando la faccia, esclama: “Dio veramente grande! Dio veramente buono!”. (Cap. XXIII). E prova un refrigerio, una gioia, sì una gioia quale non ha provato mai in tutta la sua orribile vita. E` lo Spirito Santo; Spirito di verità, Spirito di luce, Spirito di consolazione, che scende e rianima, e crea l'uomo nuovo. E colui, “che nessuno aveva potuto umiliare”, colui che non aveva mai sentito rammentare che con orrore il nome di Dio, perché era per lui accusa de’ suoi misfatti, ora lo pronunzia con gioia, con riconoscenza. E lo strumento di rovina è trasformato in istrumento di salvezza: e l'uomo del terrore, dei delitti è un uomo santo, un santo singolare se volete: un San Paolo “con la testa alta e la spada in mano”, ma un santo. E` lo Spirito rinnovatore che discese in lui, e attutì “l'ire superbe”, e diresse a Dio e al prossimo “ad infallibil segno” una vita divenuta insopportabile. E fu quella la dolce, la mite vittoria dello Spirito del Signore, e il pegno del perdono di Dio. “Dio perdona tante cose, per un'opera di misericordia”.
(1) Consolatore nel greco è Paraclèto, cioè uno che difende, aiuta, sorregge, e che quindi consola. (2) Scandalo, in greco, è quella parte della trappola alla quale si appicca l'esca. In senso metaforico, è un inciampo, un intoppo, una occasione di caduta nel peccato. Scandalizzare è procurare un inciampo; scandalizzarsi è inciampare in modo da cadere.
Qui, il senso del passo è: vi ho predetta l'incredulità dé Giudei e l'odio con cui vi perseguiteranno, a fine di premunirvi, onde non restiate turbati, e scandalizzati, ma piuttosto confermati nella fede, e nella speranza in me. (3) Mentr'Egli era con loro, la bufera si scatenava contro di Lui. Ora ch'Egli sta per tornare al Padre e non può più nascondere loro l'avvenire che li aspetta.
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