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[Da copia stampata]
Il Vangelo
Domenica IV. Dopo Pentecoste.
(Luca, V, 1-11).
La barca di Pietro e la pesca miracolosa.
(Matt. IV 18.22 - Marco I. 16.20)
“E mentre attorno a lui (a Gesù) s'affollava la gente per udir la parola di Dio, Egli stava presso il lago di Genesaret. E vide due barche ferme alla riva del lago, e i pescatori, smontati, lavavan le reti. Or entrato in una di quelle barche, ch’era quella di Simone, lo richiese di scostarsi un po’ da terra. E, seduto, dalla barca ammaestrava le turbe. E come ebbe cessato di parlare, disse a Simone: Prendi di largo, e gettate le vostre reti per la pesca. E Simone gli rispose, e disse: Maestro, noi ci siamo affaticati tutta la notte, e non abbiamo preso nulla; nondimeno su la tua parola calerò la rete. E, fatto così, presero tanta quantità di pesce, che la loro rete si rompeva. Allora fecero segno ai compagni dell'altra barca, di venire ad aiutarli; E vennero, e riempirono tutte due le barche, sicché quasi affondavano. Simon Pietro, veduto questo, si gettò a ginocchi di Gesù e gli disse: Signore, allontanati da me, perché son uomo peccatore. Di fatti egli, e quanti si trovavano con lui, erano rimasti stupefatti della presa di pesci, che avevano fatta. E lo stesso era di Giacomo e di Giovanni, figluoli di Zebedeo, ch'eran soci di Simone. E Gesù disse a Simone: Non temere: d'ora innanzi sarai pescatore d'uomini. E, tirate a riva le barche, abbandonata ogni cosa, le seguirono…”
Gesù illuminiva le menti e rapiva i cuori. Ecco perché, trovandosi Egli sulla riva del mare di Genesaret, le turbe gli si affollavano intorno, vivamente desiderose di ascoltarlo. E Gesù, vedendo due barche ferme, salì su una di esse, e precisamente su quella di Pietro, e cominciò ad istruire le turbe. Queste turbe, sono i popoli, che sempre anelano alla fede e a Dio. Il mare di Genesaret, dice S. AMbrogio, significa il mondo. Le reti raffigurano la predicazione del Vangelo, la cui dottrina celeste attira le anime e le ritiene nella fede. E infatti la pesca miracolosa fu poi dalla sapienza e bontà di Dio ordinata ad adombrare una pescagione di gran lunga più prodigiosa e più nobile, la pesca delle anime, e Gesù stesso volle rivelarcene il senso allegorico quando disse a Pietro: Da oggi tu sarai pescatore di uomini. Le due barche, son le adunanze dei due popoli, giudeo e gentile. Ma esse erano vuote, perché i pescatori erano a terra.
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A quei tempi, presso i Giudei non meno che presso i gentili, i sacerdoti e le guide spirituali de’ popoli, dimentichi del cielo, “erano a terra discesi”; con idee, con principii, con massime molto, ma molto terrene, andavano raccomodando alla meglio le loro reti. Lo spirito di vanità, di cupidigia, di sensualità li dominava, e invece di lavorare agli interessi spirituali, pensavano a proprii interessi terreni. Sicché‚ anche la barca che rappresentava il popolo di Dio era senza nocchiero, abbandonata ad ogni vento. Ma Gesù entrò in una di quelle barche, e propriamente in quella di Pietro, che raffigurava la chiesa. E si dice una questa nave fortunata, in unam navim, perché la chiesa di Gesù Cristo è una, dove Pietro presiede, e dove solo sarà Gesù Cristo. Il primo carattere distintivo della vera chiesa sarà l'unità: una sola ed unica chiesa: un solo ovile sotto la guida di un solo Pastore.
Dio è uno; non può esservi che un solo Credo: una sola legge: un solo culto: una sola religione, una chiesa sola: la mistica nave di Pietro. Ma l'altra barca ha essa pure marinai e pilota: essa pure ha parte alla pesca, e si riempie pur essa di pesci. Non sarebbe questa una figura che le chiese, fuori dell'unità cattolica, possono partecipare alle stesse grazie e alle stesse ricompense? No, o fratelli! L'altra barca non muove dal lido che chiamata da Pietro, e per unirsi a quella di Pietro: i suoi marinai sono detti compagni dei marinai di Pietro: annuerunt sociis, e lavorano con essi, e sotto la direzione di Pietro a trarre la medesima rete. Le due barche fanno le stesso cammino, ubbidiscono al medesimo capo: attendono alla medesima pesca: in realtà, non formano che una sola compagnia, e moralmente una nave sola. Così vi son due principalissime chiese: la chiesa greca unita d'oriente e la chiesa latina d'occidente; ma esse sono in comunione e unità di fede e di opere con Pietro: lui riconoscono per capo supremo e universale: da lui dipendono, a lui ubbidiscono: al suo cenno riuniscono le forze a tirare la medesima rete, lavorando alla stessa pesca delle anime, annunziando la stessa dottrina, amministrando gli stessi Sacramenti: in realtà non sono che una chiesa sola, un'arca sola di salvezza.
Spettacolo veramente maestoso! Siamo più centinaia di milioni di uomini, sparsi su ogni lido, divisi da immense distanze di terra e di mare: da distanze morali ancora più vaste, per abitudini, per lingua, per costituzioni politiche e cultura diverse, e, in tanta diversità di indole e di linguaggio, tutti professiamo lo stesso Credo osserviamo la stessa legge, offriamo lo stesso sacrificio. Fuori della chiesa cattolica non vi sono che membra sparse o ossa aride: Solo il cattolicismo è un corpo unico, pieno di santità e di vita
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perché animato, vivificato e sostenuto dallo Stato Santo. Fuori della Chiesa di Roma, una, santa cattolica e apostolica, non vi hanno che fuochi fatui, dicea già S. Cipriano. Essa sola è una, come il sole di cui una è la luce ma infiniti sono i raggi, che tutto avvolgono l'universo.
Né è senza grande significato che il Vangelo, abbia espressamente dichiarato che la barca in cui è salito il Signore, a cui si è unita poi l'altra, “era la barca di Simon Pietro”.
Lo Spirito Santo ha voluto con ciò mettere bene in evidenza, dice S. Ambrogio, che la Chiesa, in cui solo Gesù Cristo si ritrova, è la nave, è la chiesa dove Pietro è padrone, capo e maestro. Quindi non solo l'unità è il carattere della vera chiesa, ma di questa unità Pietro è il vincolo, il fondamento e la chiave di volta, onde la vera e unica chiesa è solo là, dove è Pietro: Ubi Petrus, ibi Ecclesia! Gesù fece scostare alcun poco da terra la nave di Pietro, e con ciò volle significare che la Chiesa si sarebbe scostata dagli interessi e dalle massime della terra. E non comandò a Pietro, ma lo pregò, per insegnare a me sacerdote che, nell'attirare gli uomini dalle terrene alle celesti cose, non dovrò adoperare la forza del comando, ma le attrattive della persuasione e della carità, e persino l'umile preghiera. San Paolo, che si era formato a questa scuola, diceva ai gentili: ho un'ambasciata da farvi a nome di Gesù Cristo, ed è di supplicarvi a riconciliarvi con Dio. (II Cr. V).
Ma dalla nave di Pietro, Gesù ammaestra le turbe sul lido. Vuol dire che Gesù, pure staccandosi visibilmente dalla terra, dopo la sua Ascensione, dalla nave di Pietro, cioè colla voce e coll'autorità di Pietro e della Chiesa, avrebbe continuato ad illuminare la terra. Così, di Pietro è la nave, ma la parola è Gesù. Non è l'uomo, ma è Cristo, vivente in Pietro e nella Chiesa, che ammaestra il mondo. E la Chiesa, che ammaestra il mondo, fondata su Pietro, è la Chiesa Madre, è la Santa Chiesa di Roma! Là Pietro, come in propria sede, è sempre vivo e presiede, dice S. Pier Grisologo.
“La sola sede di Pietro in Roma, - scrisse San Gregorio di Nazianzo, - ha conservata e insegnata sempre la verità pura, come dà più antichi e apostolici tempi la ricevette, e ritenne nella sua integrità la vera fede di Dio. (Carm. de vit.). Onde il grande Vescovo e martire di Cartagine, San Cipriano, ebbe ad esclamare: “Roma è la sola Chiesa in cui ogni accesso all'eresia è chiuso per sempre”. (Lib. I Lett. 3). Regna adunque in tutta la tua grandezza divina, in tutta la tua gloria, o Madre della mia fede e della mia anima, o Santa Chiesa cattolica apostolica e Romana! Tu, sola, ti adergi e troneggi maestosa su la
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fede e su la tomba del Beato Apostolo Pietro! Tu sola sei la Madre: Tu sola sovra tutte le Chiesa sei nata a vivere e a regnare, a regnare sul cuore della umanità e a guidarla: Madre dei popoli, più che regina! O nave benedetta di Pietro, ti avanza: ecco, si avvicina il giorno del tuo grande trionfo! Le leggi degli uomini non riconoscono più Dio, e Iddio visita e chiama gli uomini. La guerra è una voce di Dio! Egli vuole punire la superbia, l'immortalità, l'ingiustizia, l'abbandona e il disprezzo della sua legge, e disperderà come nebbia i suoi nemici, che sono i nemici nostri e dell'Italia, che è terra di benedizione. Dio si formerà una nuova generazione secondo il suo Cuore. E allora i popoli colle lacrime e coi sospiri si rivolgeranno ancora a Te, o Santa Chiesa di Gesù Cristo, che porti la resurrezione e la vita, e sul tuo cuore di Madre piangeranno i traviamenti loro e la loro apostasia. E un sole fulgidissimo apparirà sul mondo, e sarà luce di fede e di misericordia, e regnerà la mite potenza del Signore! E il tuo stendardo camminerà a capo dei popoli. Stia alta su la mistica nave la Croce, albero di speranza e di salvezza, segno infallibile di vittoria! Si stendano ampie le vele della dottrina evangelica, sospinte dall’aura dello Spirito Santo. Quid times? Christum vehis! Che temi, o barca di Pietro! Tu porti Cristo! Tuo timone è la fede, tuo capitano è Cristo: orifiamma è il Sacro Cuore: tua stella è Maria!
Pilota è Pietro, è il Papa: tuoi remiganti, sono i Vescovi: spingono la nave gli angeli.
Attraverso il mare tempestoso dei secoli solca ridente e tranquilla: tu sola corri secura la diritta via del Signore, e tua meta è il Cielo? Salve, esclamerò sempre col grande amico di Byron, Tommaso Moore, salve dunque, o Chiesa una e verace! O tu, che sei l'unica via della vita, ed i cui tabernacoli solo non conoscono la confusione delle lingue! L'anima mia riposi all'ombra de’ tuoi santi misteri! Lunge da me ugualmente e l'empietà che insulta all'oscurità loro, e la fede imprudente che vorrebbe scandagliare il loro segreto. All'una e all'altra io rivolgo il linguaggio di Sant'Agostino: “Tu ragiona, io ammiro: disputa, io crederò; veggo l'altezza della tua potenza divina, sebbene non arrivi a scorgerne tutta la profondità”. Tu sei la mia luce, tu sei il mio amore, o Santa Chiesa di Roma: mille volte ti benedico: mille volte darei il mio sangue per dirti quanto io ti amo!
Chi desidera di questi foglietti, per diffondere il Vangelo nelle famiglie, si rivolga a Don Orione - Tortona.
Con permissione Ecclesiastica.