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[Da copia stampata]
II° supplemento al N. 2 dell’“Opera della Divina Provvidenza” - Tortona.
Il Vangelo
Domenica VI. Dopo Pentecoste.
(Marco, VIII, 1-10).
Seconda moltiplicazione de’‚ pani.
(Matt. XV, 32-39).
In quei giorni, siccome la moltitudine era di nuovo grandissima, e non aveva da mangiare, (Gesù), chiamati a sé i discepoli disse loro: “Ho compassione di questo popolo; perché già sono tre giorni, che si trattiene con me e non ha da mangiare. E se li rimanderò alle case loro digiuni, cadranno svenuti per via; e alcuni di loro son venuti di lontano”. I suoi discepoli gli risposero: “E chi potrà mai saziarli di pane qui, in un deserto?” Ed Egli chiese loro: “Quanti pani avete?” Ed essi risposero: “Sette”.
Ed Egli ordinò alla folla di mettersi a sedere per terra; poi presi i sette pani, dopo aver rese grazie, li spezzò e li diede à suoi discepoli, perché li ponessero davanti alle turbe; ed essi li posero. Avevano anche pochi pesciolini; e questi pur benedisse, ed ordinò che fossero distribuiti. E mangiarono e si saziarono; ne raccolsero ancora sette sporte. Ora, quelli che avevano mangiato eran circa 4000, e li licenziò. Ed entrato subito in barca cò suoi discepoli, andò nelle parti di Dalmanuta”.
La moltitudine saziata in questa seconda moltiplicazione dei pani fu di circa quattromila persone. Questa turba raffigurava i gentili che dai quattro venti della terra, come si esprime il Vangelo, sarebbero venuti al Cristianesimo, per essere pasciuti e ristorati del cibo spirituale di Gesù Cristo. Perciò è detto che non sapevano affatto come sfamarsi, perché essi non avevano né la Legge né i Profeti; ma, adoratori degli “Dei falsi e bugiardi”, erano venuti molto da lontano, cioè dalle superstizioni e da ogni degradazione morale. Quanto più gli uomini si abbandonano ai vizi e agli errori, tanto più si scostano sciaguratamente da Dio; onde del figliuol prodigo sta scritto che, lasciando il padre, andò a perdersi in una regione lontana.
Diversamente dalla prima moltiplicazione, in questa nessuno intercede per la turba famelica; solo Gesù ha compassione di essa, ed esclama il misereor super turbam! La condizione dei gentili era dunque ben triste, e grande il loro abbandono: nessuno pregava, nessuno intercedeva per essi, solo Gesù ha misericordia di quel popolo: “già da tre giorni questa moltitudine sta con me, e non ha da mangiare; e, se la rimando digiuna, cadrà
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svenuta per via!” No, esclama Gesù, non posso, non voglio acconsentir questo, “son venuti tanto da lontano!” Evidentemente non si poteva ciò dire degli Ebrei, che dovevano sentirsi vicini a Gesù, perché già iniziati dalla Sinagoga ai misteri del Messia. Eravamo dunque noi i raffiguranti nei venuti tanto da lontano, noi, discendenti da padri gentili. La strada poi, lungo la quale il Signore teme che il popolo possa venir meno per stanchezza e per inedia, è il corso dell'umana vita, in cui l'uomo, anche dopo aver ascoltata la parola di Dio, cade in debolezza, se non è ristorato da un cibo spirituale e divino. E il pane miracolosamente moltiplicato era appunto figura di questo cibo cioè del pane vivo disceso dal cielo, che è l’Eucarestia. Ma i pani moltiplicati sono sette. Bellissima figura del mistero della legge evangelica, in cui la grazia settiforme dello Spirito Santo dispensa la vita a tutti i fedeli, e nelle verità che credono e ne’ sette Sacramenti che ricevono. I sette pani simboleggiano dunque i sette Sacramenti istituiti da Gesù Cristo, onde il mondo cristiano sarebbe stato spiritualmente alimentato.
E i pani non sono più d'orzo, come nella prima moltiplicazione; ma di grano, alimento de’ figliuoli; i quali, secondo la profezia, dovevano essere nutriti del midollo e grassezza del grano: cibavit illos ex adipe frumenti. (Psal. LXXX). E però i pani di grano, e non di orzo, esprimono lo spirito della nuova legge, spirito di abbondanza, di grazia, di carità senza fine. Però il Signore, in tutte e due le moltiplicazioni de’ pani, moltiplicò anche, e fece distribuire al popolo dei pesci arrostiti. Ora il pesce arrostito del Vangelo, dice S. Agostino, è Cristo, che è passato pel fuoco della sua passione: Piscis assus est Christus passus. E i pesci son due, forse ad indicare i due caratteri di vittima e di sacerdote, che Cristo riunì in sé stesso, nella sua passione e morte. Il pesce adunque, che accompagna il pane e lo rende delizioso, ed aiuto il popolo a satollarsene, è il merito infinito della passione e della morte di Gesù Cristo, onde i sette pani di grano, ossia i sette Sacramenti, prendono la loro virtù, la loro efficacia per nutrire le anime. Ma altra gran cosa ci dice il Vangelo di oggi. La moltiplicazione de’ pani esprime chiarissimamente, oltreché l'Eucarestia, il ministero della Chiesa. E ciò è d'importanza capitale contro i protestanti, che negano la necessità del ministero ecclesiastico, per la dispensazione del pane spirituale della dottrina e della grazia di Cristo. Essi dicono che non sono necessari né Papi né Vescovi né ‚ ministri di Dio. Ma sono eretici, cioè quella zizzania di cui parla il Vangelo.
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Quanto è bello, invece, e consolante per noi cattolici, vedere Gesù Cristo, nel doppio miracolo della moltiplicazione de’ pani, che conferma, anche col fatto, (non contento di avervi più volte insistito nella sua predicazione) la nostra fede pure su questo punto così essenziale, e che confuta, anticpatamente, le funeste dottrine de’ protestanti, i quali, distruggendo il ministero della Chiesa, distruggono dalle fondamenta la Chiesa stessa, la fede, il Cristianesimo.
Cosicché la moltiplicazione de’ pani, mentre è l’espressione più sublime dell'Eucaristia, cioè quel pane divino, cibo degli Angeli, conforto delle Vergini e de’ Martiri, che dura nella via eterna, ed è sorgente di tutte le nostre consolazioni e pegno delle nostre speranze: è pure una delle espressioni più alte che Cristo ha voluto scegliere i soli Apostoli e i loro successori e inviati a ministri della sua grazia, a dispensatori de’ suoi divini misteri, secondo la celebre parola di Paolo. Cristo infatti benedisse e moltiplicò i pani, ma, notate: “li diede ai suoi discepoli perché li ponessero innanzi alla folla; ed essi li posero”. Non è dunque Gesù che dispensa da sé il pane miracoloso, ma lo passa agli Apostoli, e volle che il popolo dalle lor mani lo ricevesse: Iussit apponi (Marco 8): e comandò di parlo loro davanti. Nella prima moltiplicazione dice anzi di più: Vos date illis manducare (Luca IX), cioè “Voi date loro da mangiare”, voi! E infatti furono gli Apostoli a dividere il pane al popolo, e a darne ad ognuno. (Matt. XV; Marco XXXVI). Certo il Salvatore potea disporre e ordinare il tutto da sé, ma no! in questa, come in tutte le altre circostanze, ha voluto associasi il ministero e servirsi in tutto dell'opera degli Apostoli.
La podestà dunque di nutrire il popolo colle dottrine e coi sacramenti dell'eterna salute Gesù l'ha conferita, non ad altri che agli Apostoli e loro successori. Egli ordinò poi che si raccogliessero gli avanzi, e di essi ne rimasero sette sporte. Sette furono i pani moltiplicati, e sette le ceste riempite dagli avanzi. Queste misteriose sette sporte piene esprimono la meravigliosa condizione dei Sacramenti, che avanzan sempre al popolo che se n'è nutrito. E le sporte rimasero in mano degli Apostoli, ad indicar appunto che il pane spirituale o i sette Sacramenti sono stati da Cristo confidati nelle mani de’ Ministri della Chiesa. E` solo adunque pel ministero della Chiesa, che, nella economia ordinaria della Provvidenza, Iddio dà il cibo della vita spirituale, sparge la luce della sua dottrina e il conforto sublime delle sue grazie. E in verità, non al giudizio privato degli uomini poteva Egli lasciare un simbolo da credere, una legge da praticare, no, mai! Depositaria della sua dottrina come del suo Sangue non poteva essere che la Chiesa, da Lui costituita “colonna e fondamento della verità”
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E nella Chiesa Egli elesse un corpo di Pastori creati “dispensatori dei misteri di Dio” alla cui testa pose Pietro e i successori suoi; ad essi, e ad essi solamente, Cristo diede il ministero di diffondere la fede: diede la Legge e i Vangeli: diede la grazia spirituale, che ristora e santifica. Onde molto cattolicamente Dante ha cantato:
Non siate come penna ad ogni vento,
E non crediate ch’ogni acqua vi lavi.
Avete il vecchio e il nuovo Testamento,
E il Pastor della Chiesa che vi guida:
Questo vi basti a vostro salvamento.
Ma penna ad ogni vento sono i protestanti, che camminano colla guida fallace del proprio lume, e non hanno che una fede umana, fluttuante, se fede può dirsi, o non invece opinione sempre variabile. “Tu cangi?” ha gridato al protestantesimo Bossuet, dunque sei tu la menzogna! L’eresia non prende in mano il Vangelo che per insultare alla Chiesa.
Il pane dell'errore è impastato di odio: quello della verità è dolce come l'amore. Ma il pane dell’odio brucia e dà morte, non è il panis vitae ed intellectus (Eccl. XV), non è il vero alimento dell'intelletto e della vita spirituale. No, o fratelli separati, il vostro non è il Vangelo caldo di Cristo; voi siete il gelo voi siete la morte! la sola Chiesa Cattolica è la vita e la resurrezione! Ma guai a chi divide, guai a chi propina alle anime il veleno, e non il pane e il pesce benedetto da Gesù Cristo! Lasciate il passo, o figli delle tenebre e dell'odio! Basta il veleno, basta di odio, basta di morte! Arretratevi, e fate largo alla Chiesa! Un'era nuova si apre: un'era di fede, di giustizia e di amore dell'umanità tra le braccia materne della Santa Chiesa di Cristo, una e verace! Iddio stesso la guida, e la Chiesa si avanza portando nelle sue mani il pane miracoloso che nutrirà i popoli, e gettando splendori sovrumani e aromi di benedizioni! Il Cuore di Gesù sazierà di grazia, di misericordia, di libertà gli uomini e le nazioni che lo invocheranno!
Egli sta per fare una leva in massa: le anime saranno chiamate a combattere le battaglie della carità. Ora la terra è sangue, e la tempesta infuria. Ma tutta la terra sarà inondata di luce e si solleverà al canto dell'amore, e canterà la misericordia di Gesù Cristo Crocifisso.
E sarà il Regno sociale del Sacro Cuore! A quella guisa che nel cielo, purificato dai venti, risplenda più fulgido il sole: così sul mondo, spazzato dall'odio, dalla miscredenza, dalla sete e dalla passione barbara di dominio, splenderà la gloria del Cuore di Gesù, e l'umanità, rinnovellata in Cristo, attenderà
il cenno divino
per novo cammino!
Chi desidera di questi foglietti, per diffondere il Vangelo nelle famiglie, si rivolga a Don Orione – Tortona.
Con permissione Ecclesiastica. - Gerente Responsabile Don Giuseppe Zanocchi.