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[Da copia stampata]
III° supplemento al N. 2 dell’“Opera della Divina Provvidenza” - Tortona.
Il Vangelo
Domenica VII. Dopo Pentecoste.
(Marco, VII, 15-21).
I falsi Profeti.
“Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi travestiti da pecore, ma dentro son lupi rapaci. Voi li riconoscerete dai loro frutti. Si coglie forse uva dalle spine, o fichi dai triboli? Così, ogni albero buono fa frutti buoni; ma ogni albero cattivo fa frutti cattivi. Non può un buon albero fare frutti cattivi; né un albero cattivo far frutti buoni. Ogni pianta che non porti buon frutto, sarà tagliata, e gettata nel fuoco. Voi li riconoscerete dunque dai frutti loro. Non tutti quelli che a me dicono: Signore, Signore, entreranno nel regno de’ cieli, ma colui, che fa la volontà del Padre mio, che è ne’ cieli, questi entrerà nel regno de’ cieli”.
Gesù Cristo vuole che ci guardiamo dai falsi profeti, e pone il principio che i falsi profeti si conoscono dalle opere loro.
La nostra religione principalmente consiste nella fede e nella morale cristiana, cioè nelle verità rivelate che dobbiamo credere, e nei comandamenti di Dio che dobbiamo praticare. La fede è figlia di Colui che disse: “Io sono la verità” (Giov. XIV, 6), e dopo XX secoli tutti gli onesti devono riconoscere che essa è stata la via ad ogni progresso e la vita di ogni cosa grande e bella. La storia attesta che ovunque penetrò la luce della fede cristiana, là fiorì la civiltà e la pace. “La buona pianta dà buoni frutti”. La eccellenza poi della morale in nessuna voce si afferma più altra che nella voce e nel comando di Cristo: “siate perfetti com'è perfetto il Padre nostro, che è nei cieli”. (Matt. 18). Ecco l'ideale della perfezione cristiana. Di qui uno sforzo incessante, aiutati dalla grazia, a nobilitarci nell'amore di Dio e del prossimo: un generoso progredire pel bene degli individui e della società, onde la vita non è una festa, ma un impiego. Culto di Dio, spoglio di superstizioni - fratellanza fra gli uomini - aspirazione perpetua alla virtù - umiltà senza bassezza - dignità senza orgoglio - tipo un Uomo-Dio: - ecco con fedeltà l'essenza del Cristianesimo. Che di più filosofico e di più grande? - (Pellico, Cap. XXXVIII).
Ebbene, come la religione è morale e dogma così di due sorta sono i falsi profeti:
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abbiamo i profeti o predicatori della menzogna in opposizione alla verità religiosa, cioè al dogma: e i profeti i predicatori del vizio, in apposizione alla morale cristiana cioè alla virtù. Tutti costoro cercano di sviarci: i primi nella strada dell'errore, gli altri, nelle vie del peccato: gli uni pervertono gli altri corrompono: sono i falsi profeti di cui parla il Vangelo. Vi parlo de’ primi. Falsi profeti dell'errore sono gli eretici e i scismatici. Eretico è che scientemente o pertinacemente rigetta un dogma di fede o di morale, definito dalla Chiesa stessa. Scismatico è invece chi attacca l'unità della Chiesa stessa, e da essa si divide sottraendosi all'autorità del Papa o dei Vescovi, che vivono in comunione con Lui.
Il vero scismatico, quasi sempre è anche eretico: ché, se l'eresia conduce allo scisma, lo scisma non è meno fatale per precipitare nell’eresia; onde la Chiesa considera lo scisma un delitto così grave quanto l'eresia, e lo tratta colla pena di scomunica riservata al Papa, poiché la Chiesa di Gesù Cristo è una e indivisibile, e non si può essere e dentro e fuori della Chiesa nello stesso tempo. Per l'ordinario non sarà difficile il conoscere i profeti o maestri dell'eresia e dello scisma. Ogni fede opposta alla fede della Chiesa di Roma, che è la Chiesa Madre e maestra, e l'unica veramente cattolica e apostolica, è eresia: ogni comunione differente essenzialmente dalla Chiesa romana, è scisma. Voleva riconoscere il profeta? Vedete s'egli è unito di fede e di comunione con la Chiesa madre e maestra di tutte le altre, la quale forma il cuore di tutte ed è il centro comune a cui tutte sono unite. Da questi falsi profeti è facile guarentirsi: chi nelle verità di fede e di morale è con Roma, è sicuro d'essere con Cristo: chi è contro Roma, è contro Cristo, è un falso profeta.
Ma la Chiesa, oggi come jeri, come sempre, sino dai tempi di Giuda il traditore, ha nemici subdoli e nascosti nel suo stesso seno: sono i falsi profeti del nostro Evangelo. Anch’essi sono lupi rapaci che si presentano sotto pelle di pecore, e come! Sono apostoli di teorie irragionevoli e assurde, sparse in scritti e libri molteplici, e presentate bene spesso con forme involute ed equivoche.
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Uomini per lo più di chiesa od usciti dal suo seno, prendono anche a prestito la veste e il linguaggio della Chiesa, per meglio della Chiesa distruggere la dottrina e devastare l’ovile di Cristo. Benché aridi di spirito, usano affettare vita mistica e desiderio di maggiore spiritualità, ma ad un attento esame non vi sfuggiranno atteggiamenti od espressioni tutte nuove e pericolose, che sanno più di profano che di cristiano, se non di scettico perché male essi riescono a nascondere tutto lo sprezzo che hanno per la filosofia e la teologia scolastica, per l’autorità dei Padri, per la tradizione e il magistero stesso della Chiesa.
State in guardia: sono lupi di veste di agnello, e sono de’ più pericolosi. Grande è l'amore che essi affettano per la purezza e la santità della Chiesa, ma, saturi delle aride e velenose dottrine dei più moderni nemici di essa, vogliono tutto riformare per tutto disperdere il deposito stesso della Fede e, se fosse loro dato, giungerebbero pure a scoronare la fronte Cristo da ogni aureola di divinità.
Fanno professione di ubbidire alla Chiesa, ma collocano la Chiesa dove lor piace, un po’ come la donna Prassede del Manzoni, che “diceva spesso agli altri e a se stessa di voler secondare i voleri del Cielo; ma faceva spesso uno sbaglio grosso, ch'era di collocare la volontà di Dio nel suo cervello”. Fanno pompa d'una severità di condotta imponente, ma sono lupi mascherati che agognano a divorare le pecore. Vi dicono che il Papa e la Chiesa hanno il potere da Dio, ma lo circoscrivono in guisa che diventa una ironia: mettono Pastore contro Pastore: Cardinali contro il Papa, o un Papa contro l'altro Papa, pur di annientare il prestigio e l'autorità della Chiesa. Il Papa lo voglion far loro, perché, se anche dicono di ubbidire, versipelli sempre, fanno poi a loro talento.
Sono figli che contrastano sempre, a voce alta o a voce bassa: sempre critici di tutto che viene da Roma, sempre pecore ammorbate, sempre ossa slogate, sempre ribelli nello spirito, benché non sempre giungano all'eccesso di dire in faccia alla Chiesa: Tu non sei nostra Madre! Pieni di ambizione, di astuzia, di slealtà, essi vanno preparando alla Chiesa giorni ben tristi. Ma i giorni corrono veloci. E sopra i modernisti e ogni falso figlio della Chiesa Gesù Cristo peserà la sua mano trafitta, e ogni albero che non farà buon frutto, sarà tagliato, e gettato nel fuoco.
Fratelli, tutto che indebolisce l'autorità del Papa, dei Vescovi, della Chiesa ci deve
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essere sempre sospetto. Attenti da chi divide, da chi con sottigliezze snerva: egli non edifica, ma distrugge. Guardatevi da chi lima con la Chiesa; la Chiesa ha un potere ben più grande di quello che molti le hanno attribuito sin qui; il Papa e la Chiesa con Lui non possono errare nell'estensione del loro divino e spirituale potere, come non possono errare su gli altri punti di fede.
Nostra gloria sia di vivere umili e fedeli ai piedi della Chiesa di Gesù Cristo: stia nell'amarla e servirla con amore dolcissimo di figli, senza limitazioni, senza reticenze, senza piagnistei: amiamola sino al sacrificio, sino all'olocausto della vita, e oltre la vita ancora.
La Chiesa non si ama mai troppo, come non si ama mai troppo una Madre.
E con la Chiesa amiamo la Santa Sede, che non è soltanto il fndamento della Religione, ma ben anco la pietra inconcussa della società umana.
E amiamo il Papa!
Chi è il Papa? E` il Vicario di Gesù Cristo, è il capo infallibile della Chiesa, ed è colui che spesso ha detto la verità in faccia ai persecutori e dilaniatori dei popoli, ai dominatori del mondo. Chi e il Papa? E` il centro unico: è il maestro supremo della fede e del costume: è il maestro stabilito da Dio, non dagli uomini.
Un Maestro che non è un italiano, né francese, né tedesco, né africano; ma universale: che non dipende, non vuole, non deve, non può dipendere né dall'Italia, né dalla Francia, né dalla Germania, né da qualsiasi potere laico: che mostra la sua successione di secolo in secolo fino a Pietro, fino a Cristo, da cui solo ripete l'origine e l'autorità. Amiamo Roma! Roma! la sola Chiesa veramente Apostolica: la sola che non conobbe mutazione sostanziale: la sola sempre indipendente dai poteri laici: la sola veramente cattolica, sempre piena di vita, sempre ricca di santi, sempre “una”, perché unico il suo capo, il Papa!
Se Cristo ha fondato una Chiesa (ed è certissimo che l'ha fondata), questa deve essere la Romana, perché tutte le altre, qual più, qual meno, mancano dei titoli essenziali, che le mostrino opera di Cristo.
O sulla terra non esiste più la Chiesa di Cristo o, se esiste, (e secondo la sua promessa e la necessità delle cose deve pur esistere), essa è la Chiesa Romana la Chiesa Capo e Madre, di tutte le Chiese: chiniamoci dunque dinanzi a Lei riverenti, e riconosciamola!
Chi desidera di questi foglietti, per diffondere il Vangelo nelle famiglie, si rivolga a Don Orione – Tortona.
Con permissione Ecclesiastica - Gerente Responsabile Don Giuseppe Zanocchi.