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[Da copia stampata]

In Morte di fra Romualdo


Tortona, 15 giugno 1907



Carissimi in Gesù Cristo,


Mentre si stampa il foglietto, qui nella Casa della Divina Provvidenza di Tortona, stiamo piangendo il nostro santo eremita fra Romualdo, agnello di Dio, or ora volato al Paradiso. (1).

La nostra mestizia per altro è molto, molto soave.

Fra Romualdo visse da santo, e da santo si addormentò placidissimamente nel Signore, circondato dai suoi confratelli della Congregazione e dai probandi, mentre tutti i giovani pregavano per lui.

Ricevette i Sacramenti che ci aprono, la via del Paradiso con straordinaria effusione di spirito, e desiderò ripetutamente di essere umiliato negli estremi momenti, e di essere messo a morire sulla nuda terra.






(1) Capettini Ernesto da Mezzana Bigli (Pavia). Morì a Tortona il 13 giugno 1907.

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Fu sempre di grandissima umiltà: puro come un angelo: religioso di grandissima orazione: di grandissima vita di sacrificio: tenerissimo della Madonna: tutte le virtù ebbe, mi pare, in grado eroico; egli morì con l'innocenza battesimale e la sua vita fu santa di una santità non comune.

Aveva ora 27 anni, e venne alla Divina Provvidenza che non ne aveva ancora 19.

Fu anche nelle colonie agricole di Roma e di Noto in Sicilia, e, dovunque passò, è in benedizione.

Quando ci venne dalla Sicilia, Iddio già lo aveva esaudito: egli, che si era tante volte offerto al Signore in olocausto per la nostra cara Congregazione e pei nostri piccoli lavoratori della terra, morì martire di carità a benedizione delle nostre Case e a pro, di tanti orfani fanciulli, che con l'esempio e con la parola crebbe alla virtù e al lavoro cristiano dei campi.

Nessuno, di quanti lo conobbero, potrà dimenticare la figura sempre dolce e santamente laboriosa di questo umile figlio della Divina Provvidenza.

Fu frate Romualdo il primo dei nostri eremiti che fecero i santi voti religiosi, e andò, come piamente credo, in Paradiso, felice d'aver emesso i suoi voti perpetui. Da tutti e ovunque fu tenuto in concetto di vero servo di Dio, anche da personaggi eminenti per pietà e dottrina e per posizione nella Chiesa, come da S. E. Mons. Misciatelli, pro-prefetto dei Sacri Palazzi Apostolici, da S. E. Rev.ma Mons.Giovanni Blandini, Vescovo di Noto, e da altri distinti uomini che ebbero agio di conoscerlo intimamente: egli è stato il San Luigi



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nascosto della nostra piccola Congregazione. E ora fra Romualdo dorme là nella sua povera celletta, vestito come sogliono gli Eremiti nei dì della festa, con la sua pazienza bianca, con la sua pellegrina bianca, come colui che sta per intraprendere un lungo cammino.

Il capo ha appoggiato su d'una pietra e i piedi sono nudi, come piaceva a lui: le braccia in croce sul petto, e le mani stringono il Crocifisso e la sua corona; gli abbiamo messo un ramo di gigli freschi sul petto: stanno così bene insieme i gigli e fra Romualdo! E’ là che dorme nella pace di Dio il santo eremita! e più si guarda e più sembra sorridere, coi suoi occhi azzurri che sanno tanto di cielo; sorride dolcissimamente come fanno i santi.

Caro Romualdo, riposa in pace! noi pregheremo per te, ma non ci contentiamo di piangere e di pregare: noi sentiamo di poter già, privatamente, raccomandarci a te come a un santo, poiché, se per te è compiuto il mistero della vita di grazia, incomincia ora per te, com'è da sperare, il mistero della vita di gloria.

Noi preghiamo per te: pregheremo per te sempre, pregheremo tutti e per tutto ove sei stato.

La tua beata morte sarà stimolo a molte opere sante e farà dei santi.

Per ora non posso dire di più, ma confido che coll'uscire della vita presente il nostro caro fra Romualdo stia per incominciare, anche qui in terra, una seconda vita:




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e questo è proprio dei servi di Dio. Essi vivono non solo nel cuore dei loro devoti; ma vivono ancora coi loro esempi, vivono coi frutti sempre nuovi delle loro opere, vivono, negli Istituti in cui vissero. con la soavità delle loro virtù, e vivono altresì per le grazie che ottengono da Dio a chi ha molta fede in loro; e ciò è secondo il misterioso ordinamento della eterna Sapienza.

E così, o figli miei e amici, il dolce nodo onde sono unite la Chiesa militante e la trionfante, si mantiene saldo, e l'amore tra chi soffre in terra e chi gode in cielo, si alimenta e s'accresce.

Frate Romualdo, agnello della Divina Provvidenza, prega per noi!



Sac. Luigi Orione

della Divina Provvidenza