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[Da copia dattiloscritta]

       Roma, 12 Novembre 1932 - A. XI°.

Buone vecchierelle mie compaesane,

Sono oggi otto giorni che la Divina Provvidenza vi ha prese per mano e condotte nella Casa di riposo che il Sig. Cav. Azzi ha donato ai poveri del nostro paese, e si è rivolto a me perché sa che anch’io sono nato da povera gente e sono povero.

Oggi, che è l’ottava della vostra entrata, se fossi stato da codeste parti, sarei venuto a trovarvi, e vi avrei portato le caramelle, o mie buone vecchie; invece sono un po’ lontano, e di persona non posso venire, ma vengo con lo spirito, col cuore, riserbandomi di venire non con le mani vuote, ma con qualche cosa di buono.

E dunque, come state, o mie buone vecchierelle? State bene? avrete un po’ freddo, non è vero? E la notte dormite? siete coperte abbastanza? Quante volte io penso a voi! e vorrei sapervi contente e sempre in buona salute.

Ma sempre sani non si può stare, specialmente quando si ha una certa età. - Bisogna aver pazienza, e prendere tutto dalla mano di Dio. E le suore hanno cura di Voi? Vi trattano bene? E tra di Voi andate d’accordo? Vedete di sapervi compatire l’un l’altra, perché tutti abbiamo dei difetti, i nostri deboli.

Io sono col mio spirito sempre in mezzo di Voi, e prego per Voi; e voi altre pregate per me e per i nostri benefattori, che Iddio li conservi e ricompensi largamente.

Vorrei dirvi ancora tante cose, ma quando verrò ve le dirò a voce e vi racconterò ciò che ho visto a Roma e vi porterò anche alle suore e a voi la benedizione del Papa.

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Arrivederci dunque presto e statemi di buon umore.

Vostro servitore in Cristo

     Don Orione

      Curia Vescovile - Tortona, 8 Maggio 1942.

Visto, si dichiara conforme all’originale.

     Il Cancelliere Vescovile

     Canonico Mario Giudici