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[Minuta]

        Tortona, li 18 Ottobre 1939.

Eccel. Rev.ma,

Il Signore sia sempre con noi!

Don Sterpi mi ha passato il biglietto di V. Eccellenza, in data 15 c., da Verona che si riferisce ad Antonio Innamorati e al Sig. Arcangelo Furina.

Innamorati ha i voti annuali, che gli scadono il 6 del pross novembre.

Non ne ha chiesto la dispensa, forse perché sono prossimi a scadergli.

In questi giorni ha scritto a Don Sterpi, ma non parla di voti.

Fu sempre di buona condotta morale: ha pa ma siete ma ha modi alquanto striscianti. Fece la 2.da Teologia alla Gregoriana e fu promosso alla 3.a.

Penso che in Seminario, aiutato, farà bene.

Ha chiesto L’anno scorso e poi quest’anno ha chiesto di andare in famiglia per la malattia della sua mamma, ma già io già, per certi sintomi indizi, da tempo dubitavo di lui della sua perseveranza in Congregazione.

Come carattere fu un po’ alla ventola, ritiene di essere più di quello che è, parla e giudica da e prendendo posa di un po’ da saputello.

Quanto al Furina, ritorno a Vostra Eccell. Rev.ma il Ricorso che egli Le fece, e vi unisco copia della mia risposta a lui in data dal luglio passato del 16 dello scorso agosto per lettera raccomandata con ricevuta di ritorno.

Dopo egli Egli se ne offese, mi dicono non mi scrisse più. Mi spiace, ma potei potrei, in coscienza, aderire alle sue richieste, che ritengo giuste. Non mi sento di poter accollare oggi a me e alla Piccola Opera della Div. Provv.za impegni che, a principio, non mi sono preso. Accolsi il Furina, sopra tutto, allo scopo di tirare a Dio a Dio un’anima che ne era lontana.

Don Sterpi, Don Risi Don Ferretti, Don Fiori, Don Severo Ghiglione, tutti quelli

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che lo hanno avvicinato e le suore stesse, che lo curano da anni, con ogni premura, sanno quanto chi ci ha fatto e ci fa soffrire. - Prego V. Eccellenza di compiacersi sentire qualche cosa dal Don Ferretti, che è si trova a Roma.

Dato il carattere litigiosissimo del Furina, anche per consiglio di persone che lo conoscono e sono competenti in Legge, devo andare adagio a rilasciare ipoteche sulla casa o documenti, a cui non mi ero obbligato, e che domani potrebbero diventare, in sua mano, un capestro per la Congregazione.

Io e i miei sappiamo di avergli avuto tutti i riguardi, e ne avremo ogni cura finché vivrà, né questo è ri mai gli abbiamo detto di ritirarsi, né.

Ma se egli non si fida ora più di me né della Congregazione, dedotta la pensione per gli anni dacché è stato con noi, sono pronto a dargli subito quanto resta di ciò della somma che realmente effettivamente ha dato, non della somma che egli computa, poiché è esageratissima la valutazione che attribuisce ai suoi oggetti liberamente dati, e che noi non gli abbiamo né richiesti né des.

Ma, dopo tanti anni, fatti i conti, che cosa gli andrà ancora? finirebbe presto alla fame!

Penso ci sia qualche persona che lo sobilli, pensando ritenendo di averne, forse, chissà che del un lucro.

Con ogni venerazione bacio il Sacro Anello, e La prego di benedirmi.

Di V. Eccell. Rev.ma umile e obbl.mo servitore