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[Minuta di Don Orione per terzi]
Per l’Opera della Divina Provvidenza.
Da Gerusalemme, 4 Aprile 1926.
Rev.mo Padre,
Le scrivo da Gerusalemme in compagnia di Francesco, Pio, Renato, essendo qui venuti dal Rafat per passare le sante feste di Pasqua.
Che gioia, che consolazione per il nostro cuore, poterci trovare qui nelle dolci solennità della Pasqua, poterle scrivere proprio dai luoghi dove Nostro Signore Gesù Cristo ha patito, è morto ed è risuscitato.
Abbiamo pregato molto per Lei e per tutta la cara e amata Congregazione. Oh quanto vorremmo che tutti potessero trovarsi qui con noi! Adesso poi aspettiamo Don Adaglio e dell’aiuto, degli arditi di Dio per lo stabile impianto dell’altra casa, al monte delle beatitudini e della moltiplicazione del pane, dove già si trova Fra Giuseppe a lavorare.
Sono
circa cinque anni che mi trovo in Palestina, caro Sgr. Direttore.
Verrà anche per il povero Gismondi quel desiderato giorno che il suo
cuore potrà essere soddisfatto nei più santi desideri, come tanti
altri miei compagni che già stanno salendo
i giovani dell’altare di Dio
dicendo: Introibo ad altare Dei?
Quando penso a questo, dico a me stesso: Fiat voluntas Dei! Con la volontà del Signore non si sbaglia, e avanti!
La saluto caramente, e baciandole la sacra destra, La prego di benedirmi con Pio, Renato, Francesco e gli altri lasciati a Rafat.
Don Gemelli sta bene, e lavora per quattro. - Quanto lavoro!
Aspettando una Sua risposta, mi firmo dev.mo figlio in corde Iesu
Chierico B. Gismondi O. D. P.