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[Minuta]

È nato in un umile casolare, posto là sovra d’un poggio, in quel di Castelnuovo d’Asti presso Torino; allora era l’agosto del 1815. Orfano del padre ancora bambino, crebbe fino a sedici anni alla virtù e al lavoro dei campi all’ombra di sua madre, santa donna forte e prudente, che se parea forse sotto le sembianze di umile contadina nascondeva una la fede viva grande di un’anima profondamente cristiana. Farai sempre del bene era la massima che della Mamma di Bosco mai un giorno che fu sempre aveva sempre su.

E alla scuola di lei crebbe e fortif il figliuolo, e moderò l’indole ardente, e formò il cuore buono e generoso.

Dotato d’una memoria di meravigliosissima memoria imita qualunque arte o mestiere, e si diverte a fare il calzolaio, il fabbro, il sarto, il falegname.

Era piccolo ancora, già osservava tutto, e pesava le parole e quasi intuiva i naturali diversi della gente e ne indovinava i pensieri.

Poverissimo come era, certamente che non avrebbe potuto frequentare le scuole e farsi prete se non avesse avuto fin da giovane quella energia di volontà che sa superare ogni ostacolo.

Fece Per poter fare il ginnasio a Chieri e là si mise quasi domestico, in una famiglia di Chieri e là faceva da pedagogo a due figli di casa; l’altr’anno si mise si diede ad aiutare un sarto a cucir abiti varie ore al giorno, e altri anni faceva da garzone in un caffè.

Nella prima Messa domandò al Signore gli desse l’efficacia della parola, e la unzione operò molte conversioni.

Fatto prete il suo punto di partenza furono le carceri divenne un lavoratore accanito e sviluppò una attività che ha del prodigioso.

Scelse a Direttore D. Cafasso, dalla scelta d’un buon Direttore di spirito dipende molte il più delle volte la santificazione di un’anima.

D. Cafasso condusse Don Bosco nelle prigioni di Torino: inorridì, vide turbe di giovani dai 12 ai 18 anni inoperosi e rosi dagli insetti vermi, là le colpe di una malizia precoce.