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[Minuta]

Le note e i caratteri distintivi del Piccolo Cottolengo di Genova.

Ogni persona ha la sua fisionomia come la sua testa, un suo modo di vedere, un suo carattere: ha note e caratteri personali. E così ogni corpo morale. Vedete nell’esercito i vari corpi armati han pur tenendo allo stesso nobile fine.

Così le Congregazioni e gli Ordini Religiosi.

E anche il nostro Piccolo Cottolengo ha le sue note e caratteri distintivi.

Invece di trattenervi sulla sua storia, Vi dirò brevemente qualche cosa delle note e caratteristiche che mi pare lo distinguano da tante altre buone istituzioni che dobbiamo amare aiutare e benedire perché opere utili eccellenti e sante che fioriscono in Genova - in questa città particolarmente cara e benedetta dal grande S. Bernardo, per la sua vostra fede e la vostra grande carità.

Le vie di Dio sono molte” ha detto il Manzoni nell’Adelchi.

Molte le vie del bene, della carità, della pietà al termine delle quali, premio e ricompensa, è Dio!

Infinite sono le vie del cielo e per tutte possono correre i soli. Attività diverse: uno lo spirito: manifestazioni diverse ma tutte di Dio!

         Anime e Anime!

         Charitas!

Una giornata al Piccolo Cottolengo.

La prima voce: è un saluto e una un benedizione invito a benedire il Signore: Benedicamus Domino! - E tutti rispondono: Deo gratias! È il Deo gratias del Cottolengo - e così in tutte le case.

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È Gesù che chiama tutti a sé perché tutti attendano alla loro santificazione, suore e ricoverati: donne, malate piccoli e vecchi cadenti.

E tutti si offrono pronti alla sua chiamata. - e Gli dicono i loro affetti, gli tributano i loro omaggi si vestono per volare all’appello. - Quale sciame di api - chi esce e ha passato la notte e chi va a sostituire - a dare il cambio alle sorelle e tutti affrettano il momento della S. Comunione - poiché al Piccolo Cottolengo la Comunione è frequentatissima e può dir si inculca sia quotidiana - pisside vuote, sacchi pieni - etc. (Pio X D. B. il Beato Cott.)

Tutti benedicono il Signore per la nuova giornata, tutti implorano a sé e al mondo la pace dei figli di Dio.

Che cosa si fa al Piccolo Cottolengo? Si fanno comunioni. Si prega e si prega! Laus perinnis. Orate sine intermissione.

La comunione quotidiana per molti, frequente per tutti sono i due grandi tesori del Piccolo Cottolengo Genovese.

Per la S. Comunione la più bella disposizione pei fanciulli e bambine è la loro innocenza.

La preghiera è il primo lavoro del Piccolo Cottolengo.

I.a nota è la preghiera - La preghiera voluta da Gesù. Per chi si prega? I scemi, i cretini, gli idioti, voci che non son parola e fanno pietà. Iddio le sa ben distinguere; le case della preghiera sono le difese della città.

Non ci si pensa e si dimentica che anche Victor Hugo ha scritto che sono attive e lavorano anche le mani giunte.

Evitare il peccato durante la giornata, fuggire tutto ciò che può essere d’impedimento all’operazione della Divina Provvidenza: evitare ogni benché minimo screzio di carità e sacrificarsi generosamente magnanimamente, fraternamente, facendoci a tutti padri fratelli e sorelle per i poveri.

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Bello: Gesù ti amo! Più bello; Deo gratias per ogni sacrifizio ad altri, o Gesù, le tue carezze, - a noi la grazia di consumarci nel silenzio a fare del bene e a salvare le anime dei nostri poveri riempiendo i loro cuori del tuo amore, o Gesù.

Gli ebrei nel deserto dovevano mangiare la manna discesa dal cielo coi sandali nei piedi, cinti i lombi canna in mano e frettolosamente: erano stranieri, e il riposo era loro serbato nella terra promessa ad Abramo ad Isacco e a Giacobbe.

I figli della Divina Provvidenza come le suore del Piccolo Cottolengo Genovese devono fare colazione d’ essere sempre in piedi a lavorare d’in ginocchio a pregare per agguerrirsi contro il peso dei sacrifi del giorno, ricordando che il suolo del Piccolo Cottolengo non è nostro e che anche fosse proprietà lasciataci per i poveri, è pur sempre terra di passaggio per le nostre anime che debbono quaggiù tesoreggiare per la patria che è il cielo.

Ai nostri poveri si da diamo del Lei, o del Voi, per rispetto, mai del tu se non ai bambini.

L’amore per il povero a Gesù e la S. Comunione e l’amore per i poveri genera gli eroismi occulti: nel Piccolo Cottolengo tutti sanno che se il povero tende la mano, è però Dio stesso che riceve l’elemosina di roba, di cure, di consolazione. Omnia in charitate fiant: per carità questo per carità quello: Deo gratias perché questo è dolce; Deo gratias perché è amaro.

Che cosa devono cercare le suore? di essere una più santa dell’altra. Dobbiamo essere non solo buoni ma santi.

La presenza di Dio.

Ambula coram me et esto perfectus - Pio X - Fede, fede, fede, fiducia piena totale, anzi abbandono della Divina Provvidenza, secondo la parola Nolite solliciti esse in crastinum. Quaerite primun Regnum Dei, iacta super Dominum curam tuam et ipse te enutriet.

Qui confidit in Deo non minorabit. Benedictus qui confidit in Domino et erit Dominus fiducia eius e pone in lui ogni sua speranza: compirà meraviglie ed avrà la pace.

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In te Domine speravi, non confundar in aeternum.

Beato colui che pensa al bisognoso e al povero: nelle calamità lo libererà il Signore.

Amen dico vobis quod quidquid uni ex minimis meis fecistis, mihi fecistis.

C’è la Divina Provvidenza, la Divina Provvidenza c’è.

Al Piccolo Cottolengo chi fa tutto è la Divina Provvidenza, e noi siamo ciabattini, altrettanti ragazzi buoni a poco o nulla o a storpiar l’opera della Divina [Provvidenza].

Si scorge dappertutto una serena allegria.

Il Beato Cottolengo era allegro e voleva nella casa gente allegra.

San Francesco di Sales: santo triste, tristo Santo.

San Filippo - scrupoli e malinconia - Cottolengo - In Domino, e in Domino vuol dire anche in pace di spirito, in laetitia - gaudete in Domino semper.

Servite Domino in laetitia - laetare et bene facere e lascia cantar le passere diceva frequente. - “Il Signore vuole cuori contenti” Cott.

Mangiate pure allegramente non abbiate paura: quegli che pensa a quest’oggi, penserà anche a domani; procuriamo solamente di pensare anche noi a Lui.

Essendo noi membri di una stessa famiglia, posta sotto le ali della Divina Provvidenza, le faremmo gran torto se ci mostrassimo melanconici” il B. Cottolengo: Godete in Domino. Non temete di niente: amate Iddio e i poveri, e poi avanti allegramente.

Vedeva in tutto il Signore - perfetta letizia - ma carità non il solo soccorso, non solo il pane per il dente ma anche il conforto per il cuore.

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Ogni inaugurazione non di case non deve essere segnata da pranzi bicchierate da musiche, ma da s. messe e da comunioni generali.

Le pubblicità non sono fatte per il Cottolengo: il rumore non va bene e il vero bene non fa rumore. Cosa dice il s. Vangelo? Non sappia la tua sinistra quello che dà la tua destra.

Quando vuoi fare carità non adoperare la tromba né i coperchi.

Quindi quando si ricevono offerte in denaro o derrate si dice: Deo gratias - e la Divina Provvidenza deve pensare Lei alla réclame.

Al Cottolengo di Torino, trattandosi del Giubileo sacerdotale di Leone XIII la Piccola Casa lo festeggiò aprendo una nuova infermeria: noi e quest’anno trattandosi di festeggiare il Giubileo del S. Padre Pio XI aprivamo la Divina Provvidenza apre in Genova una 5.a casa sopra Quarto a Castagna con la benedizione dell’Arcivescovo. Dono dei fratelli e sorelle Ravanano, una famiglia di benefattori del P. Cottolengo tanto devota alla Chiesa e alla S. Sede.

Chi ci metteremo? Ecco vi leggo la lettera che ho scritto a Sua Eccell. Rev.ma (I).

E quando si comincerà: oggi abbiamo portati un po’ di letti un po’ di stracci. - E la prima pietra? Un povero fanciullo che ha le gambe morte e al quale jeri ho fatto la sua I.a comunione - e sei altri poveri fanciulli bisognosi di salute e di tutto.

E chi ci penserà ? La Divina Provvidenza e la Vostra carità. L’uomo si agita e Dio lo conduce, quel Dio che ha fatto sanabili le nazioni e che ama l’Italia.

Quest’anno l’ulivo simbolo di pace e di riconciliazione tra l’Italia e la Chiesa.

Non è il Piccolo Cottolengo; sono le signore del laboratorio: non è il comitato ma delle Patronesse del Piccolo Cottolengo. - Io non potevo dire di no: il Prefetto e Mgr. Arcivescovo.

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L’Italia. Le ricordate le mirabili strofe dello Zanella nella … grandiosamente raffiguranti la terra che, navigati i cieli, attende sull’ancora il cenno divino per nuovo cammino? Camois

E ora ai nostri benefattori e benefattrici che dirò questo anno?

La parola di Don Bosco: in fine della vita si riceve il frutto delle opere buone.

La parola di S. Vincenzo de’ Paoli: “Iddio al fine della vita toglie il timore della morte a quelli che hanno esercitato la carità verso il prossimo”.

Le parole ispirate dell’Epistola, che è nella messa che si dice nella festa del Beato Cottolengo: “Io ho sollevato il povero che si lamentava e il fanciullo abbandonato..., fui occhio al cieco e piede allo zoppo..., io ero padre dei poveri... pater pauperum e morrò tranquillo.

Venite, o benedetti dal Padre mio... possidete regnum, io ebbi fame e mi avete sfamato, ebbi sete, fui pellegrino e mi alloggiaste, ignudo e mi avete vestito, orfano e mi avete accolto, ammalato e mi visitaste.

È nato il 3 maggio (1786) mese della Madonna e festa di S. Croce e 3 maggio 1842 a 56… - Croce e Provvidenza, Provv. e Croce vanno d’accordo.

Ai piedi di Maria è nato il Cottolengo.

Il Beato sovente diceva: Io, o Maria, voglio essere il primo vostro divoto, il v. più caro figlio, il v. beniamino. La chiamava Mamma, Padrona, Signora, la Santa Madonna - da piccolo alla Madonna dei Fiori, Vergine Maria, Madre di Gesù, fateci santi. E siamo a Genova, città di Maria alla vigilia della festa di S. Giuseppe, Sposo purissimo di Maria.

Ave Maria, e avanti!

Charitas Christi urget nos!

Il Piccolo Cottolengo Genovese non è mio.

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Sono 5 case che fanno una sola opera come una sola casa; ma quella casa non è mia, è di Gesù Cristo, è dei poveri del Signore, dei poveri che sono miei fratelli.

La porta del P. Cottolengo non domanda a chi entra se abbia un nome, solo domanda se ha un dolore.

Genovesi, non mi aiuterete voi?

Come si predica al Cottolengo? alla portata di tutti - come qui adesso abbiamo i grandi e i piccoli, i vecchi, i scemi si fa il dialogo - pace intima e soave.

Come faceva nostro padre quando finita la tavola finito di mangiare intavolava qualche discorso che interessava tutti a cui prendevano parte la mamma e tutti i figli: chi con la parola e chi anche soltanto col cuore e con lo sguardo, una frase esilarante;

parole che accrescano fiducia nella Divina Provvidenza e l’abbandono in Dio e mettano il desiderio di essere buoni. Qualche volta fingo di aver dimenticato qualche cosa... e i primi a ricordarmelo sono i nostri bambini.

Ieri agli uomini a Salita Angeli - ho ricordato la parabola dei lupini, piccoli esseri, sovente nati e cresciuti tra mille stenti…