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[Da copia stampata]

Tortonesi!

Domenica, 17 corr., è la nostra festa di Santa Croce.

Chi potesse dall’alto guardare la nostra Italia, la vedrebbe dominante dal vessillo della croce di Cristo, che troneggia non solo dalle cupole delle nostre torri e cattedrali, ma dalle vette meravigliose dei nostri monti, dalle Alpi nevose al selvoso Appennino.

La croce, altra volta patibolo degli schiavi, è divenuta trofeo dei vincitori. Tre secoli sepolta nelle catacombe, uscì, quasi albero gigante, e dal cadente impero romano sprigionò la divina luce di vita nuova che illuminò il mondo.

Fugatrice di barbarie, ammansò le orde che, dilagando le regioni d’Europa, minacciavano di tutto travolgere.

Nemica del despotismo, attraverso l’inverno del basso Medio-evo, la croce ha preparata la rinascenza, e la primavera della nostra età che da essa ha attinto gli slanci del suo progresso.

Ovunque si sparge la civiltà, è la luce della croce di Cristo che la feconda: dove la precede, essa infallibilmente la segue.

Tortonesi, il missionario è l’araldo della croce e della civiltà: egli porta nei paesi lontani e selvaggi la fede di Cristo e il nome benedetto d’Italia.

In questo Anno Santo, a sempre meglio disporre la cittadinanza a degnamente celebrare la festa di S. Croce, e a ricordare gli immensi benefizi della Evangelizzazione cattolica, auspica Mons. Vescovo, si terrà in cattedrale, nei giorni 14, 15, 16 maggio, alle ore 20, un triduo solenne, predicato dal padre Garré missionario reduce dalla Cina, cresciuto fanciullo a Tortona, nella casa della Divina Provvidenza.

Domenica, 17, alla messa solenne, vi sarà il discorso sui trionfi della croce.

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Tortonesi!

La croce di Cristo, trofeo di spirituale vittoria, sia il segno a cui mirino sempre più le nostre anime: sia il palpito dei nostri cuori!

Rialzata ieri sull’alto del Campidoglio e domani nel Colosseo, diventi la croce altare di unione e di pace dell’Italia e del mondo. Tortonesi, a Voi!