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[Da bozza di stampa - vi sono correzioni ed aggiunte di pugno di Don Orione]

Facciamo del bene secondo le nostre forze.

Nessuno è dispensato dal fare del bene e ciascuno deve farne secondo le proprie forze.

Un giorno Gesù si fermò presso una ficaia, e pronunciò contro la medesima la sentenza di perpetua sterilità, perché la trovò senza frutti. Altra volta raccontò la parabola del padrone, che, visitando i poderi, s’imbatté in un albero, che dava solo foglie, vivo ritratto di quelli che si perdono in soli desideri e parole. Il padrone ebbe pazienza un anno e poi, vedendo che non produceva frutto, esclamò: E che fa qui quest’albero? Sia sradicato, e gettato nel fuoco. Doppiamente eloquente poi è la parola parabola dei talenti, nella quale, se condanna severamente il servo che non trasse frutto da un talento, ben fa conoscere che più severamente avrebbe punito gli altri più ricchi, se non avessero fatto fruttare quanto possedevano. A ciascuno dei servi operosi Iddio dice: Bene sta, servo buono e fedele, perché nel poco sei stato fedele, ti farò padrone di molto: entra nel gaudio del tuo Signore. Ed al pigro avaro fa togliere il talento che ha, lo chiama “servo inutile”, e lo condanna a triste fine. Gran lezione dunque ci dà in ciò Gesù Cristo.

Il cristiano adunque cooperi al bene con tutti i mezzi che possiede. Da chi ha di più, il Signore pretende di più; da chi ha meno, di meno; ma da tutti pretende qualche cosa e secondo le loro forze.

La nostra attività e la nostra carità siano corrispondenti adunque ai doni che abbiamo da Dio, se vogliamo il premio promesso ai servi fedeli. Dopo la morte sarà rivolto

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anche a noi quel consolantissimo invito: Serve bone et fidelis, intra in gaudium Domini tui!

Facciamo del bene, e molto bene, perché ce n’è grande ne è il bisogno.

Non dormono i nemici di Dio e della Sua Chiesa; deh! non dormiamo noi, seguaci di Gesù Cristo, figli della verità.

Grandi cose intravedo da fare, un grande bene e profitto della gioventù, dell’umanità sofferente e soprattutto della Chiesa, dopo la guerra. - Dio ci assista!

Ma intanto facciamo oggi subito quello che possiamo; l’oggi è di Dio, il domani non è in nostro potere: ci saremo o non ci saremo più: facciamo del bene oggi, mentre Dio ci dà vita!