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[Minuta]
14 Genn. 1913.
Sia lodato Gesù Cristo
Veneratissimo e Carissimo nostro buon Amico e Benefattore,
Il
Signore La ricompensi della Sua bontà e carità verso di noi, e per
verso di me in modo speciale.
Noi
Qui preghiamo per Lei, come si fa per uno dei nostri più cari e
santi Amici.
Ho ricevuto la Sua graditissima; chiedo scusa del ritardo a risponderLe. A Natale non potei scriverLe: ho passato Natale a letto quest’anno: ma sia fatta la volontà di Dio.
Lo
so che a
Messina
mi si fa ancora la lotta e in modo brutto ma,
e che vogliono ad ogni costo disfarsi dei figli della Divina
Provvidenza, ma c’era da aspettarselo, e
a Roma dovevano immaginarselo: se tanto facevano.
Se
quando ero là io, e in quell’ufficio dove, con la divina grazia,
ho cercato di non fare del
male, - ma di fare più bene a
tutti che potei dovevano fare di più contro dei miei poiché
che mi era possibile mi osteggiarono tanto, la S. Sede doveva bene
immaginare che, via io, dei miei avrebbero fatto ogni peggior
governo, poiché loro mira è di farci venire via da Messina e di
screditarci e di ucciderci moralmente.
Ma
Lei stia tranquilla che:
il Pensionato è bene custodito e anche il Signore veglia sovra di
esso, poich‚ vi si fa del bene; che, se non se ne fa di
più
tanto, dopo la nostra debolezza, per
forse sono anche gli ostacoli continui e la denigrazione - senza
nome
- che ci fanno, ciò permettendolo
ciò Nostro Signore, certo a nostro
bene certamente
bene nostro e pei
suoi santi disegni.
Io
poi
del resto non
ho mai sognato di vendere il Pensionato:
voglio
anzi allargarlo
l’ho allargato e voglio piantarlo
consolidarlo meglio: Ma s’immagini, dopo le spese che ci ho fatto e
il bene che ci si può fare, se poteva pensare simile stranezza. Si
vede che sono o maligni tanto
o matti, quelli che scrivono
tali cose
riferiscono a Roma tali cose e mi pare fin strano che ci si
creda.
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Noi pregheremo e lavoreremo, e poi il Signore farà il resto.
Io confido che a Roma comprenderanno lo spirito da cui certe relazioni sono fatte, e la assurdità delle accuse; però sia fatta la volontà del Signore. Io e i miei siamo ai piedi della Santa Sede come piccoli bambini, come cannucce: e se la S. Sede, per ipotesi, credesse anche alle accuse, neanche ci scolpiamo: se non saremo richiesti, noi saremo sempre felici di solo fare quello che la S. Sede desidera: Essa è la nostra dolce Madre, - e dopo Dio e la Madonna, non abbiamo amore più tenero e più grande di Essa.