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[Da Copia dattiloscritta]
Al Signor Avvocato Baraggioli
Anime! Anime!
Tortona, 19 Febbraio 1940.
Caro Signor Avvocato e Amico,
Vi ringrazio dal, profondo del cuore, e con Voi la Vostra ottima Mamma e Vostro Papà.
A Voi e a Loro vorrei poter esprimere tutta la mia gratitudine: - non Vi dimenticherò più!
Grazie a Dio, alle cure dei Medici, primo tra tutti il Prof. Manai e ai Voti Vostri mi sento molto meglio, benché non sia ancora uscito, per precauzione.
Oggi godo significarVi che ho ripreso, benché non ancora in pieno, il mio modesto lavoro.
Vi volevo telegrafare, ma ho pensato che Vi avrei fatto più piacere farVi giungere qualche riga di mia mano.
Veramente, non credevo di ritornare alla vita; non potevo più parlare, non sentivo altro che il rantolo di chi moriva, poi perdetti del tutto la conoscenza e anche il senso della vita. Come si fa presto a morire!
Penso: perché Iddio mi ha conservato, se non perché mi converta sinceramente, e faccia di questo po’ di vita un olocausto di carità per i miei fratelli più infelici?
Lasciate, dunque, caro Amico, che mi lanci con rinnovato vigore nel fuoco della carità, ché altro un Sacerdote di Cristo non può fare, se vuole non essere del tutto indegno del Maestro Divino.
La Divina Provvidenza penserà a continuare questa umile Opera, che non è mia, ma Sua. E non mancheranno i buoni di sorreggerla.
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Vi prego de’ miei ossequi e conforti alla Signorina Caffarena - non so quando mi lasceranno venire a Genova - ma prego per Essa e La benedico, come invoco a benedizione di Dio sopra di Voi, caro amico, su la Vostra Mamma e Papà, sui Vostri Cari tutti. Arrivederci! Arrivederci!
Vostro
Don Orione .