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[Da Copia dattiloscritta con correzioni ed aggiunte di Don Orione]

Tortona, il 10 Luglio 1927.

Eccellenza Rev.ma,  

Nostro Signore conforti Vostra Eccellenza di ogni grazia e benedizione!  

Da più di un mese sono stato informato delle nuove disposizioni che V. Eccellenza Rev,ma ha creduto di prendere nella Sua saggezza, per Rafat.

Ho dovuto convenire che la nostra posizione, la quale si era stata resa già più precaria, dopo che Vostra Eccell. non aveva risposto a due delle tre essenziali condizioni, che, fin dall’anno scorso, mi ero veduto costretto a proporLe, quando Le inviai appositamente a Roma il Don Adaglio, si è oggi fatta insostenibile. Era il minimo che potessi dovessi richiedere in Domino.

E quelle condizioni le dovetti fare porre per uscire una buona volta da uno stato di cose mai bene definito né sicuro, dopo parecchi anni di attesa.

Ho voluto ora sentire il parere anche dei più anziani di questa minima Congregazione, e specialmente di Don Adaglio, che conosce persone e cose di costì.  Ma anche lui, che pure si dimostra sempre molto devoto e affezionato a Vostra Eccellenza, e che Ella ben conosce ha sempre apprezzato quale Sacerdote degno per pietà e di lavoro, pieno di buon senso e di prudente discernimento, ha dato parere non favorevole a rimanere.

Dato quindi Vista la lettera di Vostra Eccellenza in data 7 Maggio e considerato lo stato delle cose: dopo essersi, per molti giorni, raccomandato a N. Signore, ritengo venuta l’ora che silenziosamente ci ritiriamo da Rafat.        




















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Iddio vede tutto e sa tutto: sit Nomen Domini benedictum!  

In questa ora, nel modo più umile e più ampio, chiedo perdono a Dio e a Vostra Eccellenza Rev.ma delle mancanze mie e d‚ miei Religiosi.  

Col divino aiuto, voglio sempre ricordare nella Santa Messa Vostra Eccellenza, e lo farò con grande affetto e venerazione; e così faranno, ne sono certo, Don Adaglio, Don Gemelli, e quanti lavorarono a Rafat.