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[Brani di lettere]

Tortona, 28 Luglio 1917.

Eccellenza Rev.ma,  

Il Sac. Matteo Aliffi da Floridia, giunto qui solo oggi, proveniente da Noto, protesta di non avere scritto la lettera che da Sig.r Cav. F. Mazziotta gli è stata imputata, e chiede di potersene scagionare costà dove sarebbero avvenuti i fatti.

Di essa lettera invio con la presente alla Eccellenza Vostra una copia identica fotografata, riserbandomi di inviarLe anche l’originale, occorrendo, e appena mi sia permesso.

Insieme Le invio qui acclusa copia della lettera che il Sig.r Cav.r Mazziotta scrisse a me, in data 29 Aprile 1917, con cui accusa il Sac. Aliffi.  

Siccome in questa lettera il Cav.r Mazziotta dichiara di rimettersi al giudizio di Vostra Eccellenza, che tutto può constatare sul posto, e l’Aliffi oggi chiede a me, come jeri appena giunto, di potere contestare a voce al Cav.r Mazziotta, e di fronte a Vostra Eccellenza Rev.ma, l’autenticità della lettera a lui attribuita; e alla Curia Arcivescovile di Messina, nella cui giurisdizione egli Sac. Aliffi non si sarebbe, secondo il Mazziotta e secondo il carattere del la lettera imputatagli, diportato da onesto Sacerdote, - chiederà in iscritto e per conto suo, che si apra un regolare e canonico processo, per rivendicare la sua onorabilità di Sacerdote, io, in vista di ciò , permetto al Sac. Aliffi di recarsi provvisoriamente a Reggio Calabria, Istituto di San Prospero, (Salita Reggio Campi).

       






















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Ivi egli si terrà da oggi a disposizione di Vostra Eccellenza Rev.ma, pel processo di cui sopra.

A lui però proibisco, vertente causa e da oggi, di recarsi o comechessia trattenersi a Messina, se non nei giorni e per quel tempo che vi sarà chiamato…


che vuol difendere l’onore della Congregazione, e che se sarà colpevole, subirà qualunque umiliazione.

Non dice sono innocente!

E quanto all’onore della Congregazione, bisognava pensarci prima, e oggi egli dovrebbe ripararvi ben altrimenti.  

Egli vorrebbe dunque fare causa contro un Signore, a Messina.

Vuol dire che, se egli insisterà, chi lo ha fatto Sacerdote e, per la divina grazia, gli ha fatto da padre in Gesù Cristo, riconsegnerà, benché con molto rincrescimento, a quel Signore (che poi è anche il padre della donna) quella tale lettera, perché egli esso Signore possa dimostrare di non avere affatto inteso di calunniare un innocente, ma bensì di avere con molta correttezza e prudenza…