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[Minuta]

Veneratissimo Padre in G. C.,   

Voi permetterete che io vi chiami così anche dopo che io vi ho disgustato; io lo so, vedete, di averVi disgustato, e stamatt sarei già ven sono  già venuto tante volte lì dal Seminario per venire ancora  da Voi; ma, siccome l’ultima volta mi son messo a ridere, non per malignità, ma proprio perché mi sentiva così felice  in quel momento, mentre prima era stato così turbato, così,  nel timore di venir lì quasi ad offendervi, sono sempre ritornato indietro.

Stamattina Vi ho mandato i Programmi, sarei venuto io, ma cosa volete? - è certo però  che, in questa vita qui, non ci si può  vivere; io patisco qualche cosa di quello che pativa un figliuolo di Davide lontano da suo padre.

Io quindi  sento che non posso venire, ma Vi scrivo, e Voi perdonatemi e abbiate la carità di leggere.  

Ma credete proprio che io abbia fatto una cosa col pensiero di darVi un dispiacere? Ma possibile che possiate pensare questo? - Che io tutto usi della scaltrezza e che sia falso?...