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[Da Copia dattiloscritta a don Adaglio; non si ha l’originale]
[1933]
Vengo dall’Altare, dove ti ho particolarmente ricordato, e mi sono raccolto a riflettere sul discorso che mi hai tenuto jeri sera, in macchina e su la tua domanda finale, per cui sai che ho poco tempo a pregarci e a pensarci su. Ecco caro diletto N., vengo nel Signore e con fraterna amicizia, e tu scusami la grande libertà che mi prendo.
Vedi, fare delle opere grate a Dio e di bene al prossimo, specie se sono congiunti o compatrioti, è cosa doverosa, dolce e bella assai, e il nostro spirito se ne risente nobilitato e ingrandito. E l’amore del prossimo, mio caro N., è poi sempre il più sicuro segno dell’amore verace di Dio.
Però dacché ti sei rivolto all’amico, e l’amico è anche Sacerdote, per quanto indegno, ti dirò che, anche nell’operare il bene, ci vuole discrezione e molto tatto, specie quando la mano di Dio ci colloca in un posto di amministrazione, di responsabilità e di governo.
La discrezione è un lume del Signore, e bisogna chiederlo allo Spirito S. con umile invocazione e fede. La discrezione ci tiene lontani da ogni eccesso negli atti, non ci lascia trascorrere nel parlare e pur ci ferma nella bocca qualche espressione, che potrebb’essere come una goccia cocente, anche se detta secondo verità e a fine di bene. Ma anche la specie del bene e dell’ottimo talora può ingannarci, o portarci a trascendere, ad uscire dai limiti della buona prudenza. La discrezione è fiore di virtù cristiana, che ci conduce a giudicare sempre in favore degli altri, finché non abbiamo l’evidenza del contrario; e,
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anche quando abbiamo l’evidenza e le prove delle manchevolezze e malefatte altrui, dà il senso della moderazione nel parlarne.
Dirò di più; ci pone alle labbra come un suggello, magari ad tempus, per cui, essendo a conoscenza di certe cose, si tace, e per tacere, magari, si soffre, e se ne parla poi, con tocco delicato, a tempo e a lungo. E allora, caro N. mio, si arriva ad ottenere più che se si fosse parlato subito. La discrezione nel bene è anche segno di fortezza su di noi, come comprendi.
Un difetto del nostro tempo è l’impazienza e la fretta, e un po’ anche il prurito di riforma.
Guariamoci, caro Amico, dalla soverchia fretta: molto sa un uomo che sa aspettare. Io ebbi, a guida di spirito, un Servo di Dio che era solito dirmi, dato il mio temperamento piuttosto pronto, che la stessa virtù della prudenza, come pure quella della carità, talora, specie nel primo tempo che uno sale a qualche carica, sta più nel non fare che nel fare. Parrebbe un paradosso, caro N., non è vero? Eppure....
Ciò che facciamo; facciamolo senza fretta, senza ansietà, è, direi anche, senza volontà troppo rigida e inflessibile, se non di rado. N. mio, giunto al posto ove sei, avrai certamente degli invidiosi: il potere crea avversari e ostilità sorde; avrai chi ti guarderà con l’occhio sinistro, pur facendoti inchini e scappellate. Evita la fretta; evita di voler far subito tutto, ché, pur con la migliore buona volontà, potresti prenderti qualche cantonata, e prestarti, involontariamente, al giorno di chi, non avendo semplicità di cuore, è sempre pronto a mettere in male vista e a demolire. La tua fede è ottima cosa, la tua rettitudine pure, la competenza anche, ma non bastano ora a te, N. carissimo; unisci anche grande calma e pacatezza, molto occhio sì, ma anche molta pazienza: vedere tutto e tacere, tacere, tacere!
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... E` l’amico che ti parla e con un amore alto, che non è terreno!
... va adagio anche in quello; la cosa ti parrà strana ora, ma verrà un giorno che dirai: quel povero prete, dalla testa bianca, non aveva torto.
...Io sento che tu non puoi stare con dei debiti: Don Orione con le sue opere di carità ci può stare, tu no.
Il Signore suole spesso somministrarci delle occasioni di aspettazione e di prova. E il sacrificio col quale aspettiamo il tempo e il momento del Signore, e ci abbandoniamo alle ammirande disposizioni della Sua Provvidenza, vale molto agli occhi suoi: è una preparazione al tempo della letizia, la cui ora suona, di sovente, improvvisa.
…Non aspettare tutto da Dio, ma adoprati.