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Eminenza Rev,ma ,
In ossequio al venerato desiderio del Santo Padre, ri-
spondo alla lettera che Sua Eccellenza Rev,ma Mgr. Arcive-
scovo ha inviato all' Eminentissimo Cardinal De Lai in da-
ta 26 giugno 1911, che la somma bontà del S. Padre volle
mi venisse comunicata come prova della Sua fiducia, a mio
filiale conforto e dolce confusione.
E poiché tale lettera tratta di due fatti diversi, cos
in due parti divido la risposta :
Il Matrimonio Donati; e il Caso Fulci
In ossequio al venerato desiderio del S. Padre ( manife-
statomi con la lettera di V. Eminenza )
rispondo alla lettera di Sua Eccellenza Rev,ma Mgr. Arci-
vescovo ( scriveva a mio riguardo il 26 ) che a mio confor
to e dolce confusione la somma bontà del Santo Padre vol-
le mi venisse comunicata.
E poiché tale lettera di Sua Eccellenza espone due fat-
ti così la risposta viene divisa in due parti :
il Matrimonio Donati e il Caso Fulci.
Mi rincresce che dovrò essere un po’ lungo, ma a rende-
mi meno pesante mentre Vostra Eminenza si degnerà leggere
e sottoporre al S. Padre la presente prima parte ( che parla
del Matrimonio Donati ) ( io ) ricopierò e manderò l' al-
tra che si riferisce al caso Fulci.
Sono un misto di greci, che si credono molto astuti, di
arabi e saraceni e normanni : io, quando vedo che essi vo-
gliono giuocare me, per poi ridere o, peggio, demolir-
mi ed impedirmi di fare il mio ufficio, che cosa faccio?
Quando me ne posso accorgere, per un poco li lascio fare
e poi, se vedo che continuano e dal loro gioco ne verrebbe
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davvero un male, - taccio anch' io e, se mi riesce, mi val-
go di qualche talento che Dio mi ha dato, e se è possibi-
le, li gioco santamente in Domino. E essi rimangono allora
mortificati: e stanno lì un poco e poi pian pianino rico-
minciano, perché tutta la loro grande astuzia sta nel
lo scrivere anonime o fare macchinazioni .
( poiché gran parte della loro vita è doppiezza )
E questo io faccio in Domino, non per fare loro del ma-
le, .
Essi vogliono giocare d' astuzia, e allora poi gioco an-
ch'io, e li gioco, ma però li tratto sempre bene.
Eminenza, se è peccato, confesso il mio peccato. Fin che
essi vanno con semplicità io sono una colomba, quando van-
no con astuzia...
Certo preferirei andare sempre con la semplicità della
colomba, ma che vuole? Non sempre si può fare. Gran parte
delle loro abitudini sono doppiezza e astuzia, l' hanno per
istinto. Sono un misto di greci, di arabi, di saraceni e
di normanni. Quello che faccio lo faccio in Domino, non per
far loro del male, che anzi cerco di trattarli ( sempre )
bene, ma per impedire che essi ne facciano ( male ).
E` da tredici anni che ho piantato la Casa a Noto, da al-
lora ho sempre avuto nei collegi dei Siciliani ed ebbi un
poco modo di studiarli.
Quando non ne viene male a terzi o la cosa si riferi-
sce a me personalmente, e non ne può venire male, lascio che
facciano io mi do via le mosche.
E siccome quale Delegato del Patronato Regina Elena, mi
sono trovato in qualche momento difficile, non ho mai lascia-
to di consultare la S. Sede, e di attenermi scrupolosamente
ai semplici cenni.
( Dovendo andare dal Ministro Finocchiaro Aprile, ( ne ho )
domandato permesso al S. Padre ; )
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dovendo andare dal Duca d' Ascoli per ottenere che la
Regina provvedesse di Chiesa di Villaggio Regina Elena ed
entrare in Quirinale ne ho pure domandato per-messo al
Santo Padre, e lo ebbi; ma, avendo potuto farne a meno, non
vi andai, - per cui non posi mai piedi in Quirinale, e an-
che prima di essere Vicario rifiutai le offerte che da es-
so potevano venire per non obbligarmi in nessun modo contro
la mia coscienza.
Vidi solo una volta, nell' altro inverno, la Regina, qui
in Messina, perché da Palermo mi mandò a dire che, venen-
do desiderava vedermi, e allora mi trovai in Orfanotrofio
quando essa venne .
L' ultima volta io combinai senza vederla che Essa visi-
tasse le Piccole Suore dei poveri, alle quali aveva dato
lire 50 mila, ed era bene che vedesse come era stato speso
e si doveva spendere il danaro ricevuto, ma io non andai,
benché le Piccole Suore siano ad un passo dalla mia Chie-
sa, e faccia io o i miei Sacerdoti da Cappellano e Confes-
sore dell' Istituto.
So che il Duca d' Ascoli se ne lagnò col Commen-
dator Sofio, ma so anche che incedo per ignem.
( Passai da Roma più volte )
Non andai mai dalla Spalletti che per necessità, per il
bene degli orfani e i consigliai anche su questo da V. Emi-
nenza .
Io non ho ceduto nulla della mia coscienza al liberali-
smo, nè‚ ho corso dietro: sento che sono tutto della Chiesa.
in quella Casa nè‚ nelle altre ho permesso che fosse espo-
sta una bandiera tricolore per l'oltraggio da essa recato
alla S. Sede, e perché tutti i miei chierici e Sacerdoti
che sanno come io la penso ( su questo punto non cedano
su questo ) comprendano bene come deve ( sentire ) la Con-
gregazione i dolori della Chiesa, e non dimenticarli, e come
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essi debbano sostenerne i diritti e la sua libertà che,
al dire di S. Anselmo, è la cosa più cara al cuore di
Dio.
" Quanto al dire che temo Fulci, no, per grazia di Dio:
non temo che l' offesa del Signore."
Mgr. Arcivescovo mi mette anche tra gli uomini delle mez
ze coscienze. ( Che cosa vuol dire con questo ? Io non so-
no e non posso essere giudice di me ) Qui si trascende al
personale, et nemo judex in causa propria
però siccome la S. Sede mi dice di dare quelle spiegazio
ni che credo opportune
mi pare Mgr. Arcivescovo si sia lasciato trascorrere nel di-
re meriti di essere preso sul serio: ma il Santo Pa-
dre, Vostra Eminenza e l' Eminentissimo Cardinal De Lai san-
no con quanta ( rispetto ) riverenza ( con l'aiuto di Dio )
ho sempre parlato di Mgr. Arcivescovo. "Potrei forse anche
dire se e da chi Mgr. Arcivescovo deve aver ricevute certe
informazioni così sciocche, e narrare una lunga storia di
astio e di pettegolezzi. -
Il ringrazia l' egregio giovane Giorgio De Lau-
ttroff della bellissima lettera: augura a Lui e Compagni
ogni più santo Augurio di buona Pasqua e li anima a fare
risuoanare l' alleluja della resurrezione cattolica nelle
file della gioventù italiana.
"Tanto che mi si riferì da più d' uno che il S. Padre si
è dolcemente lamentato che io non parlo: per timore di
mancare, e questo deve essere in qualche modo vero poiché,
nell' ultima udienza, mi disse per ben due volte: scrivi,
scrivi .
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E’ perché la carità di Gesù Cristo abbruci tutto ciò che
non andasse bene. -
che mena vanto della fiducia piena ed ampia protezione
del S. Padre.
Non mi parve che gli siano state offerte le maggiori pos-
sibili agevolazioni che le ultime disposizioni permettono.
Da questo si prende occasione di dire
"Però Don Orione, che si sa accomodare con tutti, e che
sfugge i contrasti, tanto che quando hanvi in Curia occasio-
ne di odiosità manda l' interessato da me, invece di rendersi
solidale con l' Arcivescovo ."
Quanto alle altre espressioni che sentono di personale la
Santa Sede può conoscere che non c'è niente
strombazzato mezze coscienze ecc. --
( Quanto poi all' avere io strombazzato espresso nè‚ co-
stà nè‚ altrove i giudizi che mi si attribuiscono circa
l' Arcivescovo e Fulci può credere )
Per le 50 mila lire ho fatto in modo che qui nessun gior-
nale ne parlasse, ( perché ) la portata che l' atto pote-
va avere all' estero nelle mani dei diplomatici o della
opinione ( pubblica ) affinché tale elargizione non potes-
se essere argomento di far credere che la Corte d' Italia
sia cattolica, e quindi rendere meno efficaci le proteste
della Sede Apostolica o far pensare più roseo lo stato do-
loroso dei ( della ) Chiesa in Italia.
Infatti vede V. Eminenza che nessuno ne ha parlato.
.... asserisce ripetutamente ( una ) cosa non vera per poi
concludere: ecco il diportamento del Vicario, che per fare
sfoggio di sè‚ offende il decoro dell' Arcivescovo e gli
crea grattacapi. Ma, per grazia, di Dio, tutto cade, quando
non è vero nulla di ciò che si è permesso come esporrò
dopo .
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Però è assai doloroso che alcuni si abusino sino a que-
sto punto dello stato dell' Arcivescovo e gli facciano di-
re ciò che non è per poter ottenere di sbarazzarsi del Vi-
cario, certo mai più essi supponendo che tale lettera mi sa-
rebbe stata comunicata dalla bontà del S. Padre e che con
un soffio tutta la loro macchina montata sarebbe caduta. Pe-
rò veda la S. Sede in quali mani si trova questo santo uo-
mo, e a che punto lo si spinge
Intanto che Vostra Eminenza legge e si degnerà sottoporre
questo al S. Padre, ( io ) ricopierò e manderò l' altra
parte di ( memoriale ) che si riferisce al caso Fulci e che
risponde alla seconda parte della lettera di Sua Eccellenza
Rev,ma .
Io ho bisogno di preghiere
Perdonerà Vostra Eminenza che mi sono diffuso un po' trop-
po nell' esporLE le condizioni locali: ho creduto bene di
doverlo fare affinché la S. Sede possa giudicare meglio i
criteri secondo cui ho operato.
Avrei voluto che questa fosse l' ultima ( lettera ) in ri-
sposta a quella di Mgr. Arcivescovo, ma ( siccome ) per esau-
rire tutto, dovrò aggiungere qualche altra osservazione; in
un' altra mia - ( che sarà però molto breve )
scriverò quindi un’altra lettera, e Vostra Eminenza mi
( userà ) la carità di leggerla .