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Alla Madre del Signore    

Dolce Signora,

quanta tristezza,  

quante miserie,  

quanto dolore quaggiù!  

né un’ora  

senza amarezza  passa,

né gioia  

senza terrore.

Solo il tuo sguardo

tanto soave

rinfranca l’anima impaurita.  

Il foco ond’ardo  posa;

men grave è ogni martirio;

torna la vita.

La tua dolcezza  

chi può  pensare

come, a comprenderla,  

misero io sono!  

Il cuor si spezza;

lacrime amare  

piange, né credere  

vuole al perdono

talora: e intanto,          


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dolcissim’onda,

come in un arido

fiore rugiada,  

la tua lo penetra

pietà profonda,

ed all’altissima Pietà fa strada.       

G. Salvadori Roma,13 luglio 1892.