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[Minuta]

Eminenza Rev.ma,  

Mi spiace di rubarLe del altro tempo tanto prezioso, ma vengo sarò più breve possibile. Rispondo dunque come ho promesso promisi nella mia lettera precedente Invio le chieste osservazioni alla seconda parte della lettera di Sua Eccell. Rev.ma Monsigr. Arcivescovo al Card. all’Eminent.mo De Lai in data 26 Giugno 1911 dove parla dell’Onor.le Fulci.   

Il caso Fulci Il caso Fulci

L’Onor.le Fulci, Deputato di Messina e Professore di diritto penale a questa Università, è massone. Lo dichiara avrebbe dichiarato implicitamente egli stesso ancora di questi giorni a Roma a due ai Signori di qui i sig.ri Lorenzo Deodato e Domenico Davì di Messina qui, quest’ultimo persona di fiducia (fac totum) dell’ex Sindaco D’Arrigo fratello di Monsig. Arcivescovo quando dicendo loro esser che egli è dorm professandosi con essi massone dormiente. Come massone non A Messina vi sono cinque di sicuro almeno 5 cinque logge massoniche. Qui quasi tutti i me non so prima ma dopo il terremoto è di moda essere massone è di moda e vivere il concubinato o avere altre donne fuori è la cosa più comune.

Non si può dire Questa è una Il concubinato è piaga antica questa assai antica e anche la Massoneria fu molto forte diffusa in Messina per la ignoranza del popolo e crederei anche per la vita disonesta e indolente del clero e anche la Massoneria poi vi fu sempre molto forte in Messina fin dai tempi di da quando fece eleggere Mazzini eleggendolo che venne eletto due volte per la forza della Massoneria due volte Deputato al Parlamento.

Il terremoto non ha fatto che squarciare una tela e rivelare un velo e far conoscere all’Italia la vita viziosa corrotta di questo popolo che menava molta parte di questo popolo; né il terremoto migliorò affatto le condizioni morali.

Ieri Oggi L’Onorevole Fulci mandò jeri un Sacerdote da me in assenza di in assenza di Monsignor Arcivescovo che è fuori di Messina sino a sabato non tornerà in villeggiatura.       















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Egli mi diceva che voleva far battezzare il bambino: che non mi domandava si battezzasse in casa ma portandolo che l’avrebbe portato in Chiesa parrocchia, anche portandolo in parrocchia pregava non avesse avuto a trovare osta dispiaceri pregava di non farli trovare difficoltà o dispiaceri imprevisti. Mi pregava anche se voleva battezzarglielo.

Gli ho fatto rispondere che ogniqualvolta egli il che non avrebbe trovato difficoltà, e se mi avesse fatto conoscere il giorno e l’ora io avrei anche avvertito il Parroco per maggior sicurezza. Mi parve che se sfuggisse sfuggita sfuggiva l’occasione questa occasione del battesimo sarà sarebbe più difficile poterlo indurre a sposarsi.

Quanto a battezzarlo io non lo poteva credeva conveniente neanche in Parrocchia, quando egli finché egli non si fosse sposato poiché disdiceva che un Vicario battezzasse il figlio di un concubinario.

Non andai io da lui ma gli mandi il Can. di Francia, Sacerdote venerato da oltre sessant’anni da tutta Messina per la sua Santità e conosciuto dal Santo Padre. Egli rispose al Can. di Francia così: io non sono credente, ma ammetto e sostengo il principio la tolleranza verso tutti, e tanto più verso colei che ho scelto a compagna della mia vita, e sono sempre stato disposto e lo sono ancora e sposarmi. Non l’ho fatto sin qui poiché la curia voleva fare del mio matrimonio un’arma politica.

Ora domando se Ora prego Vostra Eminenza farmi conoscere anche, se crede, dopo aver consultato il Santo Padre, come devo regolarmi, se cioè privatim posso assistere o far assistere al loro matrimonio, nel timore che la massoneria potesse premere sull’Onorevole.  Ma la Signora mi mandò a dire di andare a persuadere casa che sperava sarei riuscito a sposare persuadere l’Onorevole e sposarsi. Io non andai ma credetti conveniente  come dopo le mie lettere a V. E. mandò altra volta