V084T145 V084P240

[Nel retro della minuta precedente]

Messina, il 18 Luglio 1911

... e passato questo momento propizio riesca poi difficile o anche impossibile indurlo.

Em Vostra Eminenza voglia compiacersi rispondermi telegraficamente, anche con un semplice sì oppure no secondo come il Santo Padre crederà meglio.

Mgr. Arcivescovo non c'è, e nel timore negandomi di non fare il bene delle anime se io agisco di mia iniziativa in un senso o nell’altro…  


Che io sappia non c'è dunque che il Decr. S. Off. 21 / 2 - 1883, secondo il quale – “donec Apostolica Sedes generale Decretum hac in re ediderit. - Pastores caute ed prudenter se gerant; et debent posuit in casibus particularibus ea statuere, quae magis in Domino expedire judicaverint, quan generali regula aliquid decernere: omnino vero excludatur celebratio sacrificii Missae, nisi quando adiuncta exigant”.

Ho consultato il Gury, lo Scavini ed e altri, e mi pare che - essendovi la parte innocente - l’Ordinario può fare un po’ di difficoltà, ma non possa debba alfine negarsi.   La discrezione nel governo delle anime esigere Nel caso particolare poi mi pareva che la discrezione nel governo delle anime esigesse un altro tatto.

Ogniqualvolta Di Fulci, come ho detto, in Arcivescovado non se ne può parlare, perch‚ saltano agli occhi e si pensa che sia lui la causa di tutti i mali e della destituzione del Sindaco d’Arrigo. Non ne ho più parlato con Mgr. Arcivescovo io aspettai quasi un anno quando e seppi che la donna doveva avere un bambino e che neanche in quello stato si fu.        























V084P241


Io Pregai ed ebbi la speran un poco, e poscia venuto a Roma, di qui manifestai al Santo Padre brevemente il caso, ma senza toccare né giudicare l’operato dell’Arcivescovo del quale parlai sempre con ogni riverenza, - mi pareva che avrei fatto una parte brutta contro il mio Arcivescovo. Dissi che il Fulci era il nemico del Sindaco D’Arrigo e forse anche massone: ma se con la grazia di Dio io fossi riuscito ad indurlo a sposarsi, poteva sposarlo privatim? Ed egli il Santo Padre mi disse: sì, ti do tutte le facoltà: chiami due testimoni e fai subito tutto. Allora Gli dissi ancora: si potrebbe battezzargli il bambino in casa, anche per imbonirlo un poco, che in questo momento del furto, non susciti affinché lasci assopire la cosa  perché sapeva già che sarebbe stato contrario ad ogni tentativo, tanto vero che solo sospettando che potessi farlo ora scrisse quella lettera…


e non domani non ci faccia in Parlamento una interpellanza contro l’Arcivescovo che che veramente non farebbe onore all’Arcivescovo, e farebbe pascolo non darebbe modo ai giornali per di gridare che la Chiesa non sa custodire i tesori artistici? E il S. Padre disse sì.

Si badi che Qui molti battezzano ancora in casa, poiché l’Arcivescovo (malgrado ogni mia osservazione) diede ordine dispose che basta portare un certificato medico, e poi si può la Curia rilasci il battesimo in casa. Io desiderava che solo in quei casi si desse solo l’acqua in, come si fa da tutti i Vescovi in Calabria; ma non posso devo oppormi all’Arcivescovo, e quindi div tutti ormai portano i certificati medici e si la Curia diventa la una burla. Per cui se l’Onorevole Fulci domani ed es. volesse battezzare in casa basterebbe che producesse un certificato medico che il bambino è malato, e poi avrebbe tutto, e potrebbe far trovare in casa quanti invitati vuole.        























V084P242  


Finora io non potei far nulla, né pel matrimonio dell’onor. Fulci né pel battesimo del bambino, essendo egli a Roma e non ne parlai. Ora vedo che mgr. . Quando ci fosse stato probabilità di riuscirvi lo avrei sempre detto a Mgr. Arcivescovo.

Mai poi sarei andato in casa Fulci per battezzare né per altro, se prima non l’avessi sposato, e mi meraviglia non tanto che Mgr. Arcivescovo abbia potuto far scrivere supporre questo alla S. Sede: io domandai al S. Padre a Fulci che mi fece parlare pel battesimo del figlio, ho fatto rispondere: dite all’Onorevole che non gli battezzerei si può parlare del battesimo del figlio se prima non si sposa lo sposo, ed ecco perché dopo, domandai le facoltà al S. Padre.

Quando la donna stava per nascere il bambino io se Se nel parto ci fosse stato pericolo per la donna e fossi stato chiamato per sposarla io sarei andato, senz’altro, avvertendone Monsig.r Vescovo, poiché mi sarebbe parso crudeltà lasciare morire una poveretta in quello stato; ma pericolo non ci fu, ed allora ecco perché aspettai domandai dopo al Papa le facoltà.

Qui, come Vostra Eminenza vede, non mi pare sia questione di mezze coscienze, è questione di anime c'è di mezzo una povera innocente che è stata ingannata col farle sperare da principio che sarebbe stata sposata in chiesa et sacramenta propter homines; né doveva io assurgere a perdermi nei pettegolezzi dei partiti locali, ma applicare i criterî della teologia senza e anche, privatim e del il Decreto del S. Ufficio.

Il Berardi dice che, in questi casi, conviene sposare, etiam si sponsus esset pubblicus peccator, vel etiam censuris pubblice innodatus - ad praecavenda mala sive publica sive etiam ipsorum contrahentium tantum, v. g. - ne perseverent in peccato. Tuttavia benché la benignità del S. Padre io ho voluto avere le facoltà dal S. Padre e per essere più sicuro e per maggiore prudenza. Ad ogni modo e per ragioni di delicato riguardo, e a mostrare tutta la più assoluta devozione a Mgr. Arcivescovo non ho parlato        





















V084P243


affatto con alcuno delle facoltà ottenute io non me ne servirò delle facoltà avute dalla benignità del Santo Padre, a meno che Sua Santità, omnibus perpensis non credesse di confermarmele, perché al fine che non sia tenuta una poveretta in pubblico peccato. E anche nel caso agirò con ogni delicatezza, magari delegando un altro.  

E anche perché ma non ho soprattutto non Mi sarebbe parso male che egli ho lasciato che venisse in Curia da me e non salisse fosse poi passato da mgr. Arcivescovo.  Vostra Eminenza deve sapere è bene sappia perché In questa dolorosa circostanza devo far conoscere a Vostra Eminenza Reverendissima  tutte le persone più distinte che vennero in curia le ho sempre condotte sopra da Sua Eccellenza. 2° la venuta di Fulci in Curia Ma questo non poteva domandarloe a Fulci poiché non saprei se sia di più maggiore l’odio l’ostilità che Fulci porta alla Famiglia D’Arrigo o se sia maggiore più maggiore quella che la famiglia i D’Arrigo portano a Fulci: egli per sono cose remote vecchie. Fulci è compagno di scuola di Mgr. Arcivescovo, ma forse le loro famiglie erano già nemiche prima ancora che essi nascessero.

E, ora parlo unicamente esprimo un concetto in genere: Ho descritto cercato far conoscere l’ambiente perché serve serva a chiarire e vedere il fatto perché si comprenda e  perché come date le condizioni presenti dell’ambiente Sua Eccellenza Rev.ma Monsignor Arcivescovo, anche senza volerlo, possa lasciarsi talora portare dallo spirito di partito, essendo egli di Messina e appartenendo ad una Famiglia che prende viva parte alle lotte cittadine.

... qui l’essere massoni e vivere in concubinato è sono purtroppo le cose più comuni. La piaga del concubinato è antica, per la ignoranza del popolo in fatto di religione e forse crederei anche per la vita indolente e disonesta di buona parte considerevole del clero; la massoneria poi fu sempre molto potente ed aveva e si deve Padre Mistretta, da        






















V084P244


quando faceva riuscire Mazzini esule più volte Deputato Ancora prima del terremoto il terremoto elesse due volte Mazzini Deputato della Città avesse piede anche in Curia. Ed una volta oltre ad altre ragioni pare aveva avesse piede anche in Curia.

Il terremoto non ha squarciata una fatto che squarciare la tela di molte apparente forme esterne e chiassose di religiosità popolare ed ha rivelato la vita corrotta che menava molta gran parte di questo popolo – né dopo tanto flagello valse purtroppo rinsavirlo e a migliorarne le condizioni morali della cittadinanza Tutti concordano in questo poiché tutti sono concordi e anche Mgr. Arcivescovo nel constatare nell’ammettere che qui vi la grande rilassatezza dei costumi in Messina.


Articoli di Giornali della SiciliaL’Onorevole Nunziante


... egli in questi giorni ebbe a dire con due persone che è dormiente - (ai Signori Lorenzo Deodato e Domenico Davì ottimi buoni cattolici) (che è il fac totum dell’ex Sindaco. Il Sigr. Crisafulli cagnotto e galeotto di F. egli disse che il Prof. voleva sposarsi in Chiesa e che sarebbe anche stato disposto a confessarsi - il Parroco fece le pubblicazioni (?) poi Mgr. disse al Parroco che anche voleva la ri una dichiarazione da rendersi pubblica in iscritto che rinunziava alla Massoneria.

Ma quando mai si esige questa cosa? A meno che i Vescovi abbiano istruzioni particolari.

Allora Il Parroco fece l’ambasciata, e il Crisafulli non ci ritornò più…  

Quello non era neanche da richiedersi privata…