V084T164 V084P274
[Minuta]
Eminenza Rev.ma,
Stamattina
nella
Sulla fine della udienza di stamattina, sua
eccell.
Mgr. Arcivescovo mi
dopo alcune
mi parlò
domandò
interrogò se avessi
domand
nella mia venuta a Roma ho domandato al Santo Padre un aiuto di mia
fiducia per la Curia. Io
risposi
Gli dissi di sì entrai
a parlargli. Entrai
e gli ho parlato della convenienza e necessità di tale aiuto. Gli ho
manifestato il bisogno che ho
sento
ho di attendere anche all’andamento della mia piccola
Congregazione, che è ancora sul nascere, e quindi di visitarne con
qualche frequenza le Case, e curare la formazione del
personale dei congregati
religiosa mia e dei miei confratelli: gli ho detto del molto lavoro
che ci sarebbe, quando lo Curia realmente potesse funzionare, anche
date le presenti condizioni della Città e Diocesi: gli dissi pure
che il S. Padre mi raccomandò di tener
fermo per
non abbandonare gli orfani affinché non cadessero
abbiano a cadere in mani laiche
settarie, poiché è sempre grave il
peri
questo pericolo, essendo il Patronato Regina Elena infeudato alla
massoneria e ai modernisti come
ne scriv.
Tanto debbo scrivere stasera stessa all’Eminentissimo card. Segr.
di Stato, poiché vengo a conoscere dal Comm.r De Giorgio, Segretario
Generale del Patronato, che P. Ghignoni sta tentando un colpo maestr:
ha appunto ottenuto orfani dal Patronato per aprire un Collegio per
educare a modo suo a Venezia - e di questi orfani il Patronato gli
passa nientemeno che lire 100 mensili cadun orfano, - per
aiutare l’impresa.
A
m
Sua Eccellenza ho creduto di dire, con santa confidenza, che io aveva
parlato al Santo Padre del nuovo Canonico penitenziere, ritornato
venuto
tornato da pochi mesi, ed estraneo ai partiti perché,
e sacerdote che coperse cariche di fiducia per 12 anni e
visse insiem
presso il vescovo di Oppido in casa del vescovo ed in istima da più
Vescovi e così
venne fuori gli
feci il nome del Teologo allora
Canonico Penitenziere.
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Mgr.
Arcivescovo attuale
mi disse che detto Canonico lo
vedeva
egli lo credeva necessario che
al confessionale della Cattedrale che
si pregasse,
di soprassedere e che intanto egli martedì prossimo sarebbe venuto
a
partito per Roma.
Mi
è
parso
parve di comprendere che venendo opporrà delle difficoltà e
credetti perciò bene prevenire Vostra Eminenza Rev.ma.
Le
difficoltà facilmente si faranno più forti per la pressione di
qualcuno
alcuni che si
dice circondi
circondano mgr. Arcivescovo e sa tutto ciò che a lui si scrive,
poiché gli aprono anche le lettere, che gli vengono inviate da Roma
poiché c’è chi a monsigr. arcivescovo C'è
chi agogna diventare Vicario, Qui togliere ad alcuni le cariche è
come cavare loro il sangue, poiché ci tengono assai in Sicilia agli
onori
qui c'è chi agogna venire in Curia e chi vuole poter disporre della
Curia, e quindi
per questo che
prevedo che
si farà di tutto per impedite che vi entri il Canonico Celona (anche
perché il
canonco
entri per ora senza titolo) comprendono bene che poi
ci resterà, toglie loro la speranza.
Per
divina grazia però
non ho altro desiderio che di fare tutto
quello che i Superiori e Mgr. Arcivescovo disporranno; tuttavia, se
mi è permesso sottoporre alla saggezza di Vostra Eminenza Rev.ma una
preghiera, essa è finché
che, finché piace
i Superiori credono che rimanga in questa situazione, sentirei pure
proprio bisogno e grande bisogno che mi si dia
desse un aiuto, e un aiuto efficace, di persona seria e di mia
fiducia, poiché qui i
Sacerdoti anche
Rev.mi
fanno delle specie di camorre
combriccole.
Lasciato
solo
Io debbo
mi sforzo di supporre bene di loro e, per incoraggiarli nel bene,
cerco mostrarne ognora concetto, ma non sempre me ne posso fidare, e,
spesso, so di non dovermene
potermene
dovermene fidare.
Lasciato
solo oltreché sento troppo la mia insufficienza al
grave,
e la grave responsabilità vedo che non posso fare che un lavoro
saltuario
troppo
assai limitato, e saltuario.
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Qui
in curia
Veda Eminenza, io non ho bisogno di avere dei
ragazzi
in Curia solo
semplicemente qualche Sacerdote giovincello, che facciano
della poesia sulla grandezza, nobiltà ed esemplarità di Messina, o
che stiano
spiando atti e parole per fare
della maldicenza
creare dei pettegolezzi sul forestiero o sul non forestiero, ma di un
sacerdote che
gente seria, che
mi affidi
e che lavori e tiri in Domino la carretta con buono spirito senza
tante fandonie.
Vostra
Eminenza di certe espressioni che uso non voglia prendere scandalo;
le uso, per grazia di Dio non per malanimo ma semplicemente per farmi
meglio capire e perché è bene che costì si sappiano le cose.
Quanto
alle difficoltà poste da mgr. arcivescovo
Quanto alla Cattedrale, eccetto che
nei dì festivi
un po’ nelle feste, essa rimane sempre deserta, poiché si è
voluto farla di fronte alla cattedrale
antica
antica, dove non vi sono che macerie e tre o quattro baracche. Il
penitenziere non confessa
ha da confessare che qualche persona nei dì festivi; quindi la
difficoltà posta avanti
innanzi
cade.
Debbo
aggiungere che, fin da prima del 1907, c'era un delegato invece del
penitenziere; poi
e, nominato il penitenziere, morì quasi
subito col
tosto nel terremoto e dopo si continuò ancora
ancora con un altro
delegato sino a poche
pochi mesi fa; ora vi sarebbero
sono due Canonici che potrebbero, o l’uno o l’altro, essere
nominati delegati, e mi pare potrebbero
farebbero bene,
e per dottrina e per età.
Tuttavia
Tuttavia
Tuttavia io sarò sempre lieto
di ogni
lietissimo qualunque disposizione che
si prenderà,
perché.
L’aiuto
che
domando
l’ho domandato, perché, finché rimango qui
a questo posto, debbo
in coscienza cercare in
coscienza
e tentare ogni via per compirne i doveri
confesso
malgrado tanti e dolorosi ostacoli
ed insisterei umilmente nel domandarlo, mosso dal timore di una
responsabilità che, se è grave a tutti, molto più è grave a me,
che mi sento troppo sprovvisto di forze.
Mgr.
Arcivescovo mi disse che da Roma non gli avevano scritto il nome, ma
che detto Canonico egli
lo aveva
vedeva volentieri fare il Penitenziere, essendoci bisogno di chi
curasse il confessionale, che ci avrebbe pensato e
si pregasse,
e che
intanto mi disse che egli sarebbe
venuto nella prossi,
ai primi della prossima settimana, verrà a Roma.
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Mi
è parso di comprendere che forse
troverà
opporrà qualche difficoltà, e che viene a parlarne al S. Padre e,
credo, a Vostra Eminenza rev.ma. Le difficoltà si
faranno forse più forti
certo si faranno più forti per la pressione di alcuni che lo
circondano e che sanno tutto ciò che da Roma si scrive: qualcuno di
essi agognano
a venire in Curia o almeno vogliono
vuole imp
disporre e tenterà forse impedire che si
metta
vi entri quello proposto, nel timore che poi tolga
ci resti, e gli tolga loro
la speranza.
Io
Per divina grazia di
Dio
senta che non ho altro desiderio che di fare tutto quello che i
Superiori e anche
Mgr. Arcivescovo disporranno, solo
tuttavia mi parve bene informare Vostra Eminenza di quanto è
avvenuto egli
mi venne comunicato, e se mi è permesso esporre
sottoporre alla saggezza di Vostra Eminenza una preghiera, essa è
sempre
che sino a che se
rest poiché
resto in questa situazione sento pur bisogno che mi si dia un aiuto e
di
un aiuto efficace e di persona di fiducia e che veramente
lavori.
Lasciato
solo, oltreché sento troppo la mia insufficienza, e
anche
vedo che non potrò fare che un lavoro troppo
limitato e saltuario ma
ho bisogno di molto di più molto di più
ché pluribus intentus minor est ad singula sensus poiché
è sempre vero Messina.
Io
non ho
Qui non c'è bisogno di avere attorno dei ragazzi posti qui a fare
del que
fare della poesia sulla grandezza di Messina e creare pettegolezzi
sul forestiero o sul non forestiero e a spiare atti e parole per fare
della maldicenza, ma di gente seria che lavori con
buono spirito
in Domino e che tiri la carretta in
Domino
con buono spirito. Per
cui pregherei…
…come
di persona
ecclesiastico prudente, pio e attivo, fuori dei partiti locali perché
nuovo, e capace
braccio valido di governo e di lavoro nei momenti attuali in cui è
Messina non un estraneo affinché non si suscitassero le diffidenze
del Clero locale quasi non ci fosse qui un soggetto. Egli mi disse
che non gli scrissero da Roma di nome, ma che però detto Canonico
egli lo aveva messo penitenziere perché curasse il Confessionale
della Cattedrale, - che ci avrebbe pensato e che nella prossima
sarebbe venuto a Roma.
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Egli quindi verrà a parlare al S. Padre di questo.
Io
non so
Come ho espresso al
S. Padre e
a Vostra Eminenza io temo che Egli non voglia, non per sé, ma
istigati
cedendo
per le pressioni di alcuni che agognano
a quel posto
o che almeno vogliono continuare
poter regnare
senza lavorare
disporne a
loro talento
cerchi di sollevare delle difficoltà.
Io
sono
sempre disposto a fare la
non ho altra volontà che quella del S. Padre e dei
di tutti i miei Superiori, compreso
l’arcivescovo
compreso questo venerando Arcivescovo solo pregherei se
mi si può dare
di questo che se continuo a restare in questa situazione ho
sento pur di bisogno di un ajuto,
e di un ajuto
di mia fiducia e per non tradire la fiducia in me risposta dalla
bontà del S. Padre e per poter
essere posto in condizione di poter lavorare e lavorare in modo
continuato col divino aiuto compiere per quanto potrò il mio dovere
e fare davvero qualche cosa per questa
il bene di questa povera Città e Diocesi: Frater qui adiuvatur a
fratre quasi civitas firma!
Ma
se invece sarò lasciato solo, e non posso
potrò fare che un lavoro saltuario anche quando ci sono e non posso
fidarmi poiché non si fa che spirare atti e parole per porre
del male
metter del male presso l’Arcivescovo, allora io continuerò, ma la
mia opera oltreché dif
è già per molte ragioni locali assai difficile diventa non solo più
dolorosa ma troppo debole per
causa
pel
grande bisogno di lavoro poiché pluribus intentus minor est singula
sensus.
…Hanno
voluto fare la Cattedrale fatta
dove,
davanti alla vecchia Cattedrale caduta.
La
Cattedrale è
sempre
eccetto una volta alla settimana è
spopolata
rimane deserta, poiché si volle farla, non dove è il centro della
attuale
popolazione, ma di fronte alla vecchia cattedrale, ove non son che
macerie e due o tre baracche. Il
penitenziere non confessa
La gente, tranne la domenica mattina qualcuno, non va sin là a
confessarsi, quindi la difficoltà cade.
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Debbo
aggiungere che fin
ultimamente
prima del 1907 ad
oggi non
c’era che
un delegato invece del penitenziere; poi fu nominato il penitenziere
ma stette
visse poco tempo ché morì nel terremoto, e dopo
poi per un altro anno e
più
ci fu un
ancora nominato
un Delegato.
Ora vi sono due Canonici che mi pare potrebbero l’uno o l’altro essere delegati, e farebbero bene e per dottrina e per età.