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[Minuta]

Eminenza Rev.ma,  

Stamattina nella Sulla fine della udienza di stamattina, sua eccell. Mgr. Arcivescovo mi dopo alcune mi parlò domandò interrogò se avessi domand nella mia venuta a Roma ho domandato al Santo Padre un aiuto di mia fiducia per la Curia. Io risposi Gli dissi di sì entrai a parlargli. Entrai e gli ho parlato della convenienza e necessità di tale aiuto. Gli ho manifestato il bisogno che ho sento ho di attendere anche all’andamento della mia piccola Congregazione, che è ancora sul nascere, e quindi di visitarne con qualche frequenza le Case, e curare la formazione del personale dei congregati religiosa mia e dei miei confratelli: gli ho detto del molto lavoro che ci sarebbe, quando lo Curia realmente potesse funzionare, anche date le presenti condizioni della Città e Diocesi: gli dissi pure che il S. Padre mi raccomandò di tener fermo per non abbandonare gli orfani affinché non cadessero abbiano a cadere in mani laiche settarie, poiché è sempre grave il peri questo pericolo, essendo il Patronato Regina Elena infeudato alla massoneria e ai modernisti come ne scriv. Tanto debbo scrivere stasera stessa all’Eminentissimo card. Segr. di Stato, poiché vengo a conoscere dal Comm.r De Giorgio, Segretario Generale del Patronato, che P. Ghignoni sta tentando un colpo maestr: ha appunto ottenuto orfani dal Patronato per aprire un Collegio per educare a modo suo a Venezia - e di questi orfani il Patronato gli passa nientemeno che lire 100 mensili cadun orfano, - per aiutare l’impresa.

A m Sua Eccellenza ho creduto di dire, con santa confidenza, che io aveva parlato al Santo Padre del nuovo Canonico penitenziere, ritornato venuto tornato da pochi mesi, ed estraneo ai partiti perché, e sacerdote che coperse cariche di fiducia per 12 anni e visse insiem presso il vescovo di Oppido in casa del vescovo ed in istima da più Vescovi e così venne fuori gli feci il nome del Teologo allora Canonico Penitenziere.        



















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Mgr. Arcivescovo attuale mi disse che detto Canonico lo vedeva egli lo credeva necessario che al confessionale della Cattedrale che si pregasse, di soprassedere e che intanto egli martedì prossimo sarebbe venuto a partito per Roma.

Mi è parso parve di comprendere che venendo opporrà delle difficoltà e credetti perciò bene prevenire Vostra Eminenza Rev.ma.

Le difficoltà facilmente si faranno più forti per la pressione di qualcuno alcuni che si dice circondi circondano mgr. Arcivescovo e sa tutto ciò che a lui si scrive, poiché gli aprono anche le lettere, che gli vengono inviate da Roma poiché c’è chi a monsigr. arcivescovo C'è chi agogna diventare Vicario, Qui togliere ad alcuni le cariche è come cavare loro il sangue, poiché ci tengono assai in Sicilia agli onori qui c'è chi agogna venire in Curia e chi vuole poter disporre della Curia, e quindi per questo che prevedo che si farà di tutto per impedite che vi entri il Canonico Celona (anche perché il canonco entri per ora senza titolo) comprendono bene che poi ci resterà, toglie loro la speranza.

Per divina grazia però non ho altro desiderio che di fare tutto quello che i Superiori e Mgr. Arcivescovo disporranno; tuttavia, se mi è permesso sottoporre alla saggezza di Vostra Eminenza Rev.ma una preghiera, essa è finché che, finché piace i Superiori credono che rimanga in questa situazione, sentirei pure proprio bisogno e grande bisogno che mi si dia desse un aiuto, e un aiuto efficace, di persona seria e di mia fiducia, poiché qui i Sacerdoti anche Rev.mi fanno delle specie di camorre combriccole.

Lasciato solo Io debbo mi sforzo di supporre bene di loro e, per incoraggiarli nel bene, cerco mostrarne ognora concetto, ma non sempre me ne posso fidare, e, spesso, so di non dovermene potermene dovermene fidare.

Lasciato solo oltreché sento troppo la mia insufficienza al grave, e la grave responsabilità vedo che non posso fare che un lavoro saltuario troppo assai limitato, e saltuario.        






















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Qui in curia Veda Eminenza, io non ho bisogno di avere dei ragazzi in Curia solo semplicemente qualche Sacerdote giovincello, che facciano della poesia sulla grandezza, nobiltà ed esemplarità di Messina, o che stiano spiando atti e parole per fare della maldicenza creare dei pettegolezzi sul forestiero o sul non forestiero, ma di un sacerdote che gente seria, che mi affidi e che lavori e tiri in Domino la carretta con buono spirito senza tante fandonie.

Vostra Eminenza di certe espressioni che uso non voglia prendere scandalo; le uso, per grazia di Dio non per malanimo ma semplicemente per farmi meglio capire e perché è bene che costì si sappiano le cose.  

Quanto alle difficoltà poste da mgr. arcivescovo Quanto alla Cattedrale, eccetto che nei dì festivi un po’ nelle feste, essa rimane sempre deserta, poiché si è voluto farla di fronte alla cattedrale antica antica, dove non vi sono che macerie e tre o quattro baracche. Il penitenziere non confessa ha da confessare che qualche persona nei dì festivi; quindi la difficoltà posta avanti innanzi cade.

Debbo aggiungere che, fin da prima del 1907, c'era un delegato invece del penitenziere; poi e, nominato il penitenziere, morì quasi subito col tosto nel terremoto e dopo si continuò ancora ancora con un altro delegato sino a poche pochi mesi fa; ora vi sarebbero sono due Canonici che potrebbero, o l’uno o l’altro, essere nominati delegati, e mi pare potrebbero farebbero bene, e per dottrina e per età.

Tuttavia Tuttavia Tuttavia io sarò sempre lieto di ogni lietissimo qualunque disposizione che si prenderà, perché.

L’aiuto che domando l’ho domandato, perché, finché rimango qui a questo posto, debbo in coscienza cercare in coscienza e tentare ogni via per compirne i doveri confesso malgrado tanti e dolorosi ostacoli ed insisterei umilmente nel domandarlo, mosso dal timore di una responsabilità che, se è grave a tutti, molto più è grave a me, che mi sento troppo sprovvisto di forze.

Mgr. Arcivescovo mi disse che da Roma non gli avevano scritto il nome, ma che detto Canonico egli lo aveva vedeva volentieri fare il Penitenziere, essendoci bisogno di chi curasse il confessionale, che ci avrebbe pensato e si pregasse, e che intanto mi disse che egli sarebbe venuto nella prossi, ai primi della prossima settimana, verrà a Roma.        
















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Mi è parso di comprendere che forse troverà opporrà qualche difficoltà, e che viene a parlarne al S. Padre e, credo, a Vostra Eminenza rev.ma. Le difficoltà si faranno forse più forti certo si faranno più forti per la pressione di alcuni che lo circondano e che sanno tutto ciò che da Roma si scrive: qualcuno di essi agognano a venire in Curia o almeno vogliono vuole imp disporre e tenterà forse impedire che si metta vi entri quello proposto, nel timore che poi tolga ci resti, e gli tolga loro la speranza.

Io Per divina grazia di Dio senta che non ho altro desiderio che di fare tutto quello che i Superiori e anche Mgr. Arcivescovo disporranno, solo tuttavia mi parve bene informare Vostra Eminenza di quanto è avvenuto egli mi venne comunicato, e se mi è permesso esporre sottoporre alla saggezza di Vostra Eminenza una preghiera, essa è sempre che sino a che se rest poiché resto in questa situazione sento pur bisogno che mi si dia un aiuto e di un aiuto efficace e di persona di fiducia e che veramente lavori.  

Lasciato solo, oltreché sento troppo la mia insufficienza, e anche vedo che non potrò fare che un lavoro troppo limitato e saltuario ma ho bisogno di molto di più molto di più ché pluribus intentus minor est ad singula sensus poiché è sempre vero Messina.

Io non ho Qui non c'è bisogno di avere attorno dei ragazzi posti qui a fare del que fare della poesia sulla grandezza di Messina e creare pettegolezzi sul forestiero o sul non forestiero e a spiare atti e parole per fare della maldicenza, ma di gente seria che lavori con buono spirito in Domino e che tiri la carretta in Domino con buono spirito. Per cui pregherei… 

come di persona ecclesiastico prudente, pio e attivo, fuori dei partiti locali perché nuovo, e capace braccio valido di governo e di lavoro nei momenti attuali in cui è Messina non un estraneo affinché non si suscitassero le diffidenze del Clero locale quasi non ci fosse qui un soggetto. Egli mi disse che non gli scrissero da Roma di nome, ma che però detto Canonico egli lo aveva messo penitenziere perché curasse il Confessionale della Cattedrale, - che ci avrebbe pensato e che nella prossima sarebbe venuto a Roma.       




















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Egli quindi verrà a parlare al S. Padre di questo.

Io non so Come ho espresso al S. Padre e a Vostra Eminenza io temo che Egli non voglia, non per sé, ma istigati cedendo per le pressioni di alcuni che agognano a quel posto o che almeno vogliono continuare poter regnare senza lavorare disporne a loro talento cerchi di sollevare delle difficoltà.

Io sono sempre disposto a fare la non ho altra volontà che quella del S. Padre e dei di tutti i miei Superiori, compreso l’arcivescovo compreso questo venerando Arcivescovo solo pregherei se mi si può dare di questo che se continuo a restare in questa situazione ho sento pur di bisogno di un ajuto, e di un ajuto di mia fiducia e per non tradire la fiducia in me risposta dalla bontà del S. Padre e per poter essere posto in condizione di poter lavorare e lavorare in modo continuato col divino aiuto compiere per quanto potrò il mio dovere e fare davvero qualche cosa per questa il bene di questa povera Città e Diocesi: Frater qui adiuvatur a fratre quasi civitas firma!

Ma se invece sarò lasciato solo, e non posso potrò fare che un lavoro saltuario anche quando ci sono e non posso fidarmi poiché non si fa che spirare atti e parole per porre del male metter del male presso l’Arcivescovo, allora io continuerò, ma la mia opera oltreché dif è già per molte ragioni locali assai difficile diventa non solo più dolorosa ma troppo debole per causa pel grande bisogno di lavoro poiché pluribus intentus minor est singula sensus.

Hanno voluto fare la Cattedrale fatta dove, davanti alla vecchia Cattedrale caduta.

La Cattedrale è sempre eccetto una volta alla settimana è spopolata rimane deserta, poiché si volle farla, non dove è il centro della attuale popolazione, ma di fronte alla vecchia cattedrale, ove non son che macerie e due o tre baracche. Il penitenziere non confessa La gente, tranne la domenica mattina qualcuno, non va sin là a confessarsi, quindi la difficoltà cade.        





















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Debbo aggiungere che fin ultimamente prima del 1907 ad oggi non c’era che un delegato invece del penitenziere; poi fu nominato il penitenziere ma stette visse poco tempo ché morì nel terremoto, e dopo poi per un altro anno e più ci fu un ancora nominato un Delegato.

Ora vi sono due Canonici che mi pare potrebbero l’uno o l’altro essere delegati, e farebbero bene e per dottrina e per età.