V085T011 V085P011
[Lettera]
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Tort. 22 Dic. 1897
Veneratissimo Sig. Arciprete,
Ho ricevuto la sua, e capisco assai bene le ragioni sue, e anche a me creda che rincresce assai di vedere come da una malintesa ne vengano gravi inconvenienti.
Ella mi scrive che, per la predica, potrei venire al 1 dell’anno. Ora mi fò premura di scriverle, perché è successo quanto segue: nella lettera che le ho scritto, per pura dimenticanza, non l’ho avvertita che io al 1 dell’anno dovrei essere a far le sante quarant’ore a Moneglia, dove incominciano appunto il 1; - perciò se ella non ha ancora avvertito in chiesa - la prego a non avvertir niente.
La mia predica non farà male alle quarant’ore di S. Giovanni, ma aiuterà a riuscir meglio, perché cercherò di tirar anime a confessarsi. Dunque perché mai lamentarsi? Io non aveva capito che le cose stessero a quel modo che intendo oggi dalla sua lettera, e lei, anzi mi vorrà scusare, di averle scritto.
Ho fatto tutto dopo aver pregato ed essermi consigliato anch’io.
Se ella quindi non mi manda alcun biglietto di visita per segno di sospendere, io continuo a venire per domenica, come ho avvertito dal pulpito, - e vengo come sono sempre venuto, e come ella, o caro Sig. Arciprete, avrà potuto capire, vengo per fare del bene e non per fini umani o per ostacolare il Sig.
Prevosto, del quale pure ho grande stima, come devo avere.
Mi perdoni nuovamente: capisco che qui mi si voleva far fare il burattino e compromettere lei e me, anche senza volerlo e senza mal animo.
Aggradisca miei ossequi e mi abbia per suo obbl.mo
Suo D. Orione