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[Lettera]


Tortona, 31 maggio 1901


a Don Piana


Mio buon fratello e figliuolo nel Signore Gesù,


Ho ricevuto stamattina la tua lettera e ti rispondo con sollecitudine, perché tu possa

capire che non ti trascuro e che mi sta a cuore la pace dell’anima tua. Senti, o mio caro figliuolo, io di sacerdoti da mandare lì tu lo sai che non ne ho pel momento; - Don Sollecito è Suddiacono, ed ora trovasi a Sanremo a fare il noviziato sotto la guida di D. Sterpi; quando fosse sacerdote e provato, non avrei difficoltà di mandarlo; ma vuoi che te lo mandi ora che non è un mese che si trova qui in prova, e senza Messa? Si fa presto a dire di fargli dar Messa, ma e poi cosa avremo? Va adagio, mio figliuolo, dammi ascolto, va adagio. Non ti troverai mai pentito di avermi ubbidito, ti troverai invece agitatissimo, se non mi darai ascolto. Ti parlo come se fossi in punto di morte: non fare, per carità, giochi di testa, che possono essere di gravissimo danno all’anima tua e all’opera.

Se sarai chiamato a farti cappuccino andrai cappuccino, e nessuno di noi, sta tranquillo, che te lo impedirà, ma va adagio e prega per adesso che Dio ti illumini bene, e poi, nel più breve spazio possibile, farai tutto quello che Dio t’ispira.

Vedi bene che, anche D. Albera venga, come io spero, ora egli trovasi alla dipendenza del Vaticano, e non è più libero di fermarsi, anche lo volesse, tanto più ora che al 23 Giugno si dovrà benedire la nuova Casa che per espressa volontà del S. Padre apriamo vicinissimo a San Pietro, e così in Roma vi saranno 2 Case.

Se io potessi venire lì per parlarti, oh lo sa il Signore se non ci sarei già venuto! Ma sai che io sono qui solo, e, se pensassi lo stato in cui mi trovo, lo stesso sentimento di pietà ti moverebbe a consolarmi con ubbidienza veramente filiale.



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Che Gesù ti benedica, e ti dia la grazia di comprendere la posizione del tuo Superiore in questo momento, e di capire che la vera e perfetta sommissione in questo momento non ti priverà di un bene futuro, ma ti sarà anzi sorgente di meriti inestimabili.

Ed ora ti benedico, come ti ho sempre benedetto, con tutta l’anima mia, e prego la SS. Vergine Madre Nostra di benedirti e di consolarti. Se in questa mia ti avessi detto qualche cosa che ti potesse offendere, usami indulgenza, che non l’ho fatto per mal animo, e fallo per l’amore di Dio.


Tuo aff.mo in G. Crocifisso


D. Orione