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[Lettera]

+        Instaurare omnia in Christo

Roma, 23 / 4 –[1]904

Mio Venerato Amico,


Ho ricevuta oggi la Sua del 22 corr.

1° Non ho preso finora alcun provvedimento pel fratello, poiché ebbi dagli attuali Superiori Suoi non sempre buone informazioni, e quindi mi parve bene soprassedere per vedere se egli continuava nella volontà di farsi nostro religioso o no.

2° Non ho nessuna difficoltà di ammetterlo al noviziato, ma egli deve rinunciare ad ogni pensiero, sia di farsi laico (eremita) che di farsi Sacerdote della Congregazione: - essendo questa una delle recenti aggiunte alla Costituzione.

Deve unicamente venire per cercare la propria santificazione, lasciando ai Superiori del noviziato di decidere se debba essere laico o Sacerdote, mettendosi su questo in istato di assoluta indifferenza religiosa.

In questo senso ho già parlato al ragazzo ancora jeri.

E così la famiglia deve parimenti (tenersi soddisfatta di sapere che il figlio si è dato a Dio e che di fatto cura la vita interiore e religiosa, secondo lo spirito del nostro Istituto, senza l’amor proprio di vederlo più Sacerdote che eremita, mentre anzi egli personalmente, come si è sempre finora espresso, inclinerebbe più ad essere laico che Sacerdote).

Ella, mio buon amico, non se l’abbia a male che io abbia scritto così chiaro: creda che lo faccio per dovere, pur avendo sempre, per Lei e per la Sua famiglia, la più sincera considerazione.

Ella comprenderà, in una parola, che noi, mentre approviamo che la famiglia voglia la perfezione del figlio, desideriamo che non si venga meno alle Costituzioni.

Gradisca ogni mio ossequio e preghi Dio per me.


Suo dev.mo

D. Orione O. D. P.