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[Lettera]
+ Anime e Anime!
Tortona, il XII Luglio 1925
Caro Don Gatti,
Grazia e pace da N. Signore!
Sono giunto stamattina da Venezia, dove ho lasciato D. Sterpi non troppo bene in salute, e anche sempre triste dopo la morte di suo padre (che credevo averLe comunicata); e proprio stamattina ricevo la Sua lettera del 29 Giugno, e un telegramma da Roma di Don Bruno che dice “Passaporti pronti”. Onde martedì andrò a Roma, e Sabato 18 corr. se c’è il postale da Brindisi, i quattro dei quali già Le ho scritto, partiranno tosto. In breve: essi partiranno col primo postale di questa settimana, da mercoledì in là, o col primo della prossima settimana, se dopo Mercoledì non ci fosse in settimana nessun postale.
Comunico
stassera al Senatore Schiapparelli la notizia, e così sarà contento
pure Lui. Notificherò a Lei poi, per
telegramma
E
Così
il giorno di partenza dei nostri da Brindisi e il
nome del piroscafo.
Ed ora vengo, brevemente, alla Sua lettera.
Ho appreso dai giornali (come già Le dissi nella mia lettera ultima) le feste che si son fatte a Rodi e anche ho letto che ci venne Monsignor Pietro Pisani, che io ritenevo in Oriente, ma molto più lontano. Non conosco detto presule personalmente, ma di nome sì.
Non so come e da chi Egli abbia potuto sapere la notizia che riguarda Lei; Don Risi non mi disse mai d’avere conosciuto o parlato con Mg.r Pisani, né alcun altro dei nostri.
Anche a me spiace quanto Lei mi riferisce, ma non posso andare col pensiero a chi può mai avere dato certe notizie. Lei ha risposto benissimo.
A
me, finora, Mg.r Pisani non ha scritto, né so dove sia; personale da
dare non
ne ho.
Non faccio che rifiutare proposte; ultimamente il Card. Francica Nava
di Catania fu due volte in persona (e pensare che è tanto vecchio! )
a cercarmi a
in Roma e poi mi scrisse cercandomi e insistendo molto per avere
anche
un semplice Sacerdote
per ora, e offrendo
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un stituto a Catania che ha L. 50.000 annue nette di reddito, ed ho risposto di no. Ho risposto di no per Foligno, dove danno tutto l’Istituto piantato ed arredato e mezzo milione in danaro. Siamo troppo scarsi di personale. Ora abbiamo due Diaconi e tre Suddiaconi, ma sono già ipotecati, per quando saranno Sacerdoti. Al Senatore io non ho piû scritto forse da un mese; da quando voleva che si partisse subito dai Missionari, ma giunto a Roma vidi che era impossibile farli giungere per le feste di S. Giovanni. Penso sempre che avrà provvisto, in questo frattempo, alle Suore per la cucina e la biancheria. Eravamo d’accordo che avrebbe posto le Suore.
Se i nostri già così limitati dovessero perdere tempo a farsi da mangiare, non potranno lavorare. Per me sono piû contento che i ragazzi siano 57 che 47, per piû motivi, però vedano quelli dell’Associzione e i Cavalieri di fare il posto adatto, sia pure molto alla semplice, perché se, dopo qualche tempo, vedessi che ci pongono nella impossibilità di vivere e di educare, piuttosto mi ritirerò, dopo avere rilevati gli inconvenienti e atteso i provvedimenti necessari.
Lei, caro Don Gatti, veda che il posto per le Suore sia affatto a sé possibilmente; il Senatore mi disse che avrebbe assunto Suore che già sono sul posto.
Non intendo che si portino in casa ragazzi, se non ci sono prima le Suore per la cucina, per la pulizia del Refettorio, per la guardaroba e custodia degli abiti e corredi; anzi sarà bene affidare alle Suore anche la Infermeria.
Che
poi non intendo di accettare ragazzi, se non ci sono le Suore, Lei è
autorizzato
e pregato di dirlo al Governatore e al Senatore e suoi rappresentanti
costì. Quelli che vengono non
hanno
nessuna
attitudine
a fare cucina né a tenere guardaroba; né devono pensare a lavarsi e
cucirsi la biancheria e gli abiti. Ciò che esigo non è che quanto
ritengo estremamente
necessario
per il buon avvi
principio dell’Istituto di Rodi.
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La ringrazio del pensiero Suo per S. Luigi. Ho celebrato, anche quest’anno, sul Corpo benedetto del Santo, in Roma, a mezzodì, ed ho ricordato anche Lei col più grande affetto. Non ho altro, mi pare.
La mia prima lettera ora la riceverà dalle mani di Don Bruno, al quale darò le norme che già Lei, in altra lettera, mi ha suggerito.
La prego dei miei devoti ossequî a Sua Eccell. Rev.ma Mg.r Acciari e anche a Sua Eccell. il Sg.r. Governatore Lago.
Ho letto, jeri, che all’Onorevole Grandi l’Ordine di Malta ha conferito un’alta onoreficenza, e ho pure letto che detto Onor.le, giunto in Italia, ha fatto i piû grandi elogi pubblici, a mezzo della Stefani, delle opere e scuole italiane d’Oriente aperte all’Associazione che fa capo al Senatore Schiapparelli. Mi sappia dire se a Rodi c’è ginnasio e liceo Regio o pareggiato: se ci sono Scuole Magistrali governative o Istituto Tecnico e se l’Istituto Tecnico è completo cioè di 8 anni e così se si può prendere la licenza liceale governativa o il Diploma da Maestro e ciô per regolarmi nell’invio del personale assistente. E da chi sono temute dette scuole? Gradisca con i miei i saluti piû cordiali e fraterni di tutti e mi abbia per Suo aff.mo e obbl.mo in G. Cristo e Maria SS.
Sac. Orione della Div. Provv.za