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[Lettera]

+          Anime e Anime!

Roma 5 febb. 1925

Caro Don Gatti,

La grazia e la pace di N. Signore Gesù Cristo siano con noi sempre!

Fui fuori Roma, e non potei scriverLe prima.

Lunedì, nel pomeriggio, ci fu all’Ordine di Malta una riunione per Rodi. Erano presenti: il Gran Maestro, il Principe Chigi, il Governatore Lago, il Comm.r Giannini, pezzo grosso del Ministero Esteri, e il Duca di Fassano, nonché il sottoscritto.

Si concluse di aprire Cova al piû presto: di limitarsi ad orfani maschi e portarli a N. di 60. Se non ci sono tutti Armeni non sarà mica una gran disgrazia, ha detto un amico di Lei: si troverà sempre, a Rodi o fuori, orfani o derelitti da completare il numero. Anzi se anche Lei non ne trovasse che trenta o poco più di Armeni, meus est.

Questo mi fu detto dopo, a solo, in un orecchio. Solamente si desidererebbe che Lei, appena avrà visto il Sig.r. Senatore Schiapparelli, venga a Roma, veda quei di Malta e il Governatore Lago che si trattiene qui fino verso il 10, e desidera tanto rivederLa e poi vada a Rodi. Là dia tutte le disposizioni perché preparino Cova, e poi prosegua per Costantinopoli quando vedrà che il lavoro di Cova è bene avviato, e ciò per non perdere altro tempo e per non perdere forse anche gli stessi orfani.

Il Comm.r Lago già ha dato disposizioni a Rodi perché Ella, giungendovi, trovi tutti pronti a fare a Cova i lavori che sono piû urgenti ed indispensabili.

Come vede, anche qui si è deciso come in massima aveva detto il Sg.r. Senatore Schiapparelli. Il Patriarca tiene pronti a Costantinopoli gli orfani maschi.

Ella li vedrà e sceglierà, secondo l’orfanità, la salute e la età.

Urgerebbe la Sua presenza a Rodi perché sul posto subito disponga di dare mano a



















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quei lavori che suggerirà. Io dovetti andare fuori Roma, come dissi, e solo oggi ho potuto informare di tutto il Conte Venerosi, avendo assistito all’adunanza. Egli stassera ne scrisse già al Senatore Schiapparelli. Ho detto al Conte che, per il considerevole numero delle persone e ragazzi che vi saranno a Cova, non è piû il caso di parlare di mettervi un cuoco.

Là ci vogliono subito delle Suore per la cucina, guardaroba e infermeria, e, possibilmente, anche per la lavatura e rammendatura della biancheria e abiti. Per ora ciò che ora piû urge è per la cucina e guardaroba.

Lei, se non fosse ancora andata, vada La prego di andare subito dal Senatore a Torino, si intenda, e poi un bel segno di croce, bisaccia in spalla e via in Nomine Domini!

Il Sig.r Governatore Lago, il Principe Chigi, il Conte Venerosi tutti mi diedero incarico di inviarLe loro rispetti. A Rodi già è aspettata.

Sarei lieto potesse giungere qui prima che io parta.

Stanotte vado a Cortona, mi ci fermo domani, e Sabato sono di nuovo qui. Domenica riceverò l’abiura di un alto massone. Deo gratias!

La prego de’ miei ossequîal Sig.r. Senatore Schiapparelli.

Fraterni saluti a Lei da me e da questi nostri.

Suo aff.mo in G. Cr. e Maria SS.


Sac. Orione d. D. Pr.