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[Lettera]
+ Repubblica Argentina, 4 Febbraio 1935.
Victoria, F. C. C. A.
Caro Don Gatti,
Il Signore sia sempre con noi!
Mi riferisco alla Sua gradita del 16 Genn. Sono lieto di rivedere i Suoi bellissimi caratteri, che mi fanno supporre che stia bene, e sono anche contento che si trovi a Roma, dove Don Risi non lascerà di farLe dire tre Messe ogni Domenica e prediche sine fine.
Anch’io, grazie a Dio, sto bene, e con questo calore che talora sale a 40 e anche più, anche la mia gamba matta sta meglio.
Spero che starete bene anche Voi tutti, e ne ringrazio il Signore.
Ora veniamo alla proposta di Rodi. Io, come Lei sa, non sono mai stato favorevole, e non lo sono. E in questo senso già mi sono espresso, né so perché Don Gemelli tanto vi insista.
Non dobbiamo essere curatori di opere fallite; dobbiamo pregare Dio e stare bene attenti a non fallire nelle opere che già abbiamo tra mano.
Oggi non posso disporre di personale e non so quando potrò disporne, questa è la precipua ragione. Prego quindi di rispondere, con tutte le forme di cortesia, che si ringrazia, profondamente grati dell’offerta e della fiducia dimostrataci, ma che Don Orione, [“]pur con vivo rincrescimento, non può accettare per impegni precedentemente presi all’Estero a favore dell’elemento italiano”. Nello stesso edificio del Noviziato apertosi a Lanus, ma in un braccio di fabbricato a parte con cortile distinto, abbiamo cominciato le iscrizioni per una scuola pro figli di italiani, quasi tutti, anche i nati in Italia e venuti qui da pochi anni, non sanno più parlare la nostra lingua. E qui perdere la lingua italiana vuol dire perdere, poco o tanto, la religione.
Se Don Sterpi è a Roma, gli dica che Don Vincenzo Bormini mi scrive chiedendomi di venire missionario al Mato Grosso, la nostra vera Missione, perché qui si è e non si è missionari.
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Io ho già pagato, giorni sono, due viaggi, per due Chierici richiesti per qui. Desidero che Don Bormini venga, ma ora non potrei pagargli il viaggio. Scriverò a Padre Depaoli che glielo paghi lui. Lo manderò al Mato Grosso con un Padre che già sa bene il portoghese, e lui finirà di impararlo, intanto mi dice che lo sta studiando. Scriverò anche a Don Bormini.
Mando tanti saluti a Lei, a Don Risi, Don Adaglio, a tutti i Sacerdoti.
Dica, per favore, a Don Silvio Parodi che non sono contento che Don Lorenzo Nicola sia disturbato e mandato qua e là, ma lo lasci attendere tranquillo alla sua preparazione per la laurea! Sanno bene il dispiacere forte che avrei, se poi non riuscisse; e il dispiacere avuto quando l’anno scorso cadde all’esame. E l’esame si poté ancora riparare, ma la laurea no, e ne abbiamo bisogno.
Gli faccia leggere questa parte di lettera. Rinnovo saluti e conforti. Pregate per me. Aff.mo in G. Cr. e Maria SS.
Sac. Orione
d. D. Provv.za
P. S. Le mando la lettera scritta pel nuovo Vescovo. Ne mando copia a Don Risi, desidero sia data a tutte le persone amiche, e ai Sacerdoti e ai Prelati che si conoscono, affinché sappiano quale è lo spirito della Congregazione.