V086T136 V086P178
[Minuta]
Viveva
frugalmente e
lavorò lungamente quasi sempre e
abituò i suoi discepoli
seguaci alla disciplina della mortificazione, della preghiera, del
lavoro, onde agguerri
fortificarli nella vita dello spirito.
Ed
Egli stesso
primo si mortificò, pregò e lungamente lavorò
faticò lavorò,
santificando così la
fatica
con le sue mani e con la sua vita la mortificazione, l’orazione, il
lavoro. «Le
volpi hanno la tana, e gli uccelli il nido, ma il Figliuolo dell'Uomo
non ha dove posare il capo».
D’aspetto
semplice, amava la mondezza, schiva da qualsiasi adornamento, e la
santità della vita e della dottrina aveva tale che sarebbe bastata a
chiarirlo
mostrarlo l’Inviato da Dio.
A
chi gli domandava come si dovesse vivere, rispondeva: Amate
Dio
Iddio sovra ogni cosa; e il prossimo come voi stessi; spogliatevi del
superfluo per darlo ai poveri; e poi, se volete essere perfetti,
rinnegate voi stessi, abbracciate la vostra croce e venite,
seguitemi!
E
alle
turbe alla
turba che lo circondavano
circondava per ascoltarlo e perché una stupenda virtù sanatrice
emanava da Lui, diceva parola di sovrumana dolcezza e di vita eterna.
«Un
nuovo comandamento vi do: amatevi reciprocamente nel Signore
e fate del bene a chi vi fa del male».
Dei
bambini disse che i loro Angeli vedono sempre il volto del
Signore di
Dio e beato sarà chi
colui che nel suo
cuore sarà sempre bambino, puro di spirito come i bambini, e
benedisse all’innocenza, e di altissimo e divino amore amò i
pargoli, e, benché non alzasse mai la voce, gridò: guai
a coloro che avranno scan
dato scandalo agli innocenti!
Moltiplicò
il pane, ma non per sé, ma
per le turbe dei poveri che cadevano lungo
sfiniti lungo le vie pur di seguirlo.
Non fece mai piangere nessuno, pianse Lui per noi, e pianse lacrime di sngue!
Asciugò
invece le lagrime dei
tanti degli
afflitti, di tante anime perdute.
V086P179
Ai morti disse: sorgete! e, a quella voce onnipotente, la morte fu vinta, e a vita novella risorsero i morti.
A
tutti
Per tutti aveva una parola di perdono, di pace: su tutti un soffio di
carità ristora
ristoratrice, un raggio vivificante di luce alta, divina!
Iniquamente
perseguitato e tradito, fin sulla croce invocò dal Padre celeste a
gran voce il perdono sui barbari che lo avevano crocifisso. Egli, che
non
aveva messa la spada di Pietro nel fodero, che non aven
aveva sparso né fatto mai spargere il sangue di nessuno
alcuno, volle dare tutto il suo sangue divino e la vita sua per
tutti, senza distinzione di ebreo, di greco, di romano e di barbaro:
re vero di pace: Dio, Padre, Redentore di tutti!
E
volle morire a braccia larghe, tra cielo e terra, tutti chiamando, e
gli angeli e gli uomini, al Suo Cuore aperto, squarciato, e
aperto tutto solo
anelando ad
abbracciare, a
salvare in quel suo Cuore divino gli
uomini tutti,
tutti, tutti: Dio, Padre, Redentore di tutto e di tutti!
Gesù
no, non si fece costrurre un monumento funerario, come gli antichi
re, eppure voi vedete dappertutto, nelle grandi città e nei piccoli
villaggi, una casa, consacrata alla sua memoria, innalzarsi al cielo;
anzi fin là, dove non sono abitazioni umane, tra le nevi eterne, si
erge la cappella, sarà
una povera capanna forse, assai simile a
quella alla
povera
grotta di Betlemme, e sulla povera capanna sperduta è una croce, che
rammenta la opera d’amore di
pace e
d’immolazione di Gesù Cristo Signor Nostro: la croce che parla ai
cuori del Vangelo, della pace e della misericordia di Dio con gli
uomini!...
E oggi, nel mondo intero, si celebra il Natale, la sacra notte della nascita di Gesù!
E per tutti è una gioja serena, una grande, universale gioja!
È
la dolcezza potenza
di Dio che si fa sentire, nella
è la santa potenza della bontà del Signore, più grande, oh sì!
assai più grande e più duratura che non il rumore di tutte le
battaglie di questo mondo, di tutti i conquistatori di questo povero
mondo!
La
bontà del Signore ci attira in mezzo agli aridi e dolorosi
smarrimenti della vita; il celeste chiarore di questa mistica notte
del Santo Natale di Gesù attrae anche le anime più lontane,
viandanti traviati o smarriti, come in chiarore della
casa paterna del
casolare paterno nella foresta oscura!
V086P180
Oh
divina luce di Gesù Bambino! Oh soave e santa potenza
bontà di Dio e della Chiesa di Dio!
Fratelli,
non
temete siamo
buoni della bontà della
grazia, della bontà del
Signore, e poi non temete mai che la vostra bontà vada perduta: ogni
parola buona è soffio di Dio: ogni santo e grande amore di Dio e
degli uomini è immortale!
La bontà vince sempre: essa ha un culto segreto anche nei cuori più freddi, più solitari, più lontani!
La carità vince l’odio: il bene vince il male: la luce vince le tenebre!
Tutto l’odio, tutto il male, tutte le tenebre di questo mondo, che sono esse mai davanti alla divina luce di questa notte di Natale? Nulla!
Davanti a Gesù, e a Gesù Bambino, sono proprio un nulla!
Confortiamoci ed esultiamo nel Signore. L’effusione del Cuore di Dio non va perduta per i mali della terra, ma l’ultimo a vincere sarà Lui, sarà il Signore!
E
vincerà
il Signore vince sempre nella misericordia!
Chi vince diversamente passa e non se ne parla più!
I
grandi
re della
terra passano:
i conquistatori della terra passano: cadono le città, cadono i
regni: arena ed erba coprono il fasto e le grandezze degli uomini e i
venti e le pioggie disperdono le
i monumenti delle loro civiltà.
I
buoi, dice lo Zanella «I
buoi nell’urne degli eroi spengon la sete»
cantò Zanella.
Tutto
passa: solo Dio
Iddio Gesù
Cristo resta! Egli è Dio e resta!
Resta
per salvar
consolarci
illuminarci, resta per salvarci
consolarci, resta per essere
la nostra dare
a noi la sua vita xxx
vincerà. Ha vinto il mondo e la nella
sua misericordia!
Gesù vince, ma nella misericordia! Sia benedetto in eterno il tuo nome, o Gesù!
O
Gesù, Signor Nostro, che moriste per congregare i dispersi figliuoli
di Dio: Voi che avete detto: «dove
saranno anche
solo due
o tre riuniti del Nome mio, io sarò in mezzo a loro»:
benedite, o Signore, a noi vostre figlie che vi rendiamo grazie per
la pace di di
averci aperta questa officina
casa di fede, di
pace, di cristiana educazione:
e di xxx
e proficuo cristiano
lavoro. - Così sia.