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[Da copia stampata, vi sono correzioni ed aggiunte di pugno di Don Orione]

Fate testamento in tempo.

Non racciamo ancor punto su questo argomento, ma v Vogliamo chiamare l’attenzione dei nostri Benemeriti Benefattori e Benefattrici non sopra qualche altro pericolo che può correre la loro carità.

Vi sono molte persone caritatevoli per bene che intendono lasciare dopo la morte parte di loro sostanze ad opere di culto e di beneficenza, ma non si danno mai premura di fare testamento.

Che il Cielo vi le conservi ancora a lungo in florida salute; ma, E se per avventura fossero sorpresi da male repentino e morissero senza avere il tempo a manifestare per via legale la loro volontà?

E se cadeste infermi?

Quando si è in un letto malati non sempre si può fare testamento con quella libertà e calma che si desiderava. I Tanti loro pii desideri rimarrebbe per sempre inefficaci andrebbero in fumo.

Quando il Ven. Don Bosco, di veneranda santa memoria, disponevasi stava per recarsi a Roma, per la nella fausta occasione circostanza della consacrazione della Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, una nobile Cooperatrice di Firenze gli aveva spedito in elemosina lire 500, scrivendogli che ne serbava teneva pronte altre 500; ma non sapeva se aveva da spedirgliele subito a Torino, oppure conservarle per consegnargliele poi, quando egli fosse passato da Firenze, per recarsi a di ritorno da Roma.

Don Bosco Le rispose che quanto voleva fare, lo facesse subito, perciò gli mandasse subito la sua caritatevole offerta.

Quando, poche settimane dopo, Don Bosco passava passò da Firenze, quella nobile signora era già morta, anzi per la rapidità del male non ebbe tempo a far testamento.

Era ricchissima di sostanze ed era ricca anche di pii desideri:; non avendo eredi

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necessari, andava sempre dicendo che avrebbe poi lasciato i suoi milioni a opere pie, e invece morì senza neppur aver lasciato la elemosina per una Messa.

Intelligenti pauca! A chi è intelligente bastano basteranno queste due poche parole.

Chi ha sostanze da dare a Dio ed ai suoi figli prediletti, che sono i poveri, gli orfani e i vecchiarelli, se non può darle in vita, almeno provvedeva provveda per tempo per via testamentaria, affinché la sua carità si compia dopo morte.