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[Minuta - da copia stampata, vi sono correzioni ed aggiunte di pugno di Don Orione]
Roma
è trionfo vittoria!
Cattolici
di tutto il mondo,
sparsi
per ogni lido, che tutto dì andate con noi mangiando il pane del
dolore, inzuppato dalle
vostre stesse lacrime: uomini pii; liberi non dalla ben nota libertà
del mondo, sibbene di quella che a noi
deriva da Cristo Gesù
che solo la vera libertà può dare; uomini forti dell’aiuto
celeste, per cui la stessa manifestazione della propria fede, del
proprio attaccamento all’indefettibile Cattedra
di Pietro non è
più possibile se non fra derisioni, scherni e contumelie:
Sursum corda! in alto i cuori!
Rammentate:
se il giorno della prova si
è avanzato
terribile verso di noi,
non è certo da quello lontano il giorno del
trionfo
della
vittoria;
fu così per i padri nostri quando,
dopo gli errori e le tenebre della crocefissione, di subito spuntò
l’aurora fulgidissima della gloriosa Pasqua di Risurrezione.
Perseveriamo
adunque nella preghiera durante quest’ora delle
di tenebre e di
dolori
e riesciremo vittoriosi nella gran lotta, ad un patto solo però: che
il nostro sguardo sia sempre fisso in quell’astro indefenttibile,
che illumina ogni uomo, che viene nel mondo, in Cristo Gesù,
rappresentato in terra dal Suo Vicario,
il Papa.
Rammentiamoci
che la salute nostra ci verrà proprio dai nostri nemici, salutem
ex inimicis nostris
e per le mani stesse di coloro che più ne
ci
odiano e ne
ci
odiarono.
Chi è, che non veda come loro stessi, i nostri nemici, vadano preparando il terreno
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al più grande trionfo di Cristo, all’unificazione cioè spirituale di tutto il mondo sotto il soave suo giogo e inconsapevoli e loro malgrado colle proprie loro mani affrettino l’avverarsi della divina parola: et fiet unum ovile et unus Pastor?
Non vi è invero uomo politico dall’una parte o dall’altra, che osi aprire la bocca davanti a tante stragi e a tanti massacri senza accennare a quell’unificazione morale dei popoli, che solo può essere la salute di tutti ed impedire il rinovellarsi di sì universali massacri.
È
di ieri
Non
è ancora spenta l’eco del
discorso di Sonnino, dell’On.le Sonnino, che, novello Balaam,
proprio a Londra, sede e centro della Massoneria Internazionale,
accennava, senza forse
avvertirne l’altissimo significato nell’ora presente, a quel
Sacro Romano Impero, che proprio la Chiesa Romana fondò, per
unificare in Cristo popoli e nazioni, e finiva il suo dire ripetendo
l’ultima parte dell’angelico coro, che risuonò nella
sulla
grotta di Betlemme al sorgere nel mondo dell’unico vero Sole di
Pace di Giustizia… et in terra pax hominibus bonae voluntatis!
Verrà,
non dubitate, uomini pusilli, quel giorno in cui l’umanità tutta
sarà portata ai piedi del
Vicario di
di Gesù
Cristo, attorno a cui solo può ritrovare quell’unità morale, che
sì ansiosamente va cercando, ed attorno a cui già la ebbe altra
volta; verrà quel giorno, in cui dagli uomini che sono chiamati a
guidare i destini dei popoli, non ripeterà più solo l’ultima
parte dell’inno angelico,
quasi a strazio di coloro, che veramente credono nel Cristo e in
Colui che lo ha mandato, ma tutto intero lo si canterà con sincero e
devoto affetto,
sulla Tomba dei Beati Apostoli Pietro e Paolo.
Perché allora gli uomini, ridivenuti finalmente uomini di buona volontà, avranno compreso, che la pace non può sussistere sulla terra senza che pubblicamente si ritorni a Dio, e sia resa giustizia a Dio. Sarà così che riconosceranno e canteranno le glorie di Dio non solo gli uomini individui, sibbene le stesse collettività sociali, rappresentate da coloro,
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che le reggono e le governano, e ciò non già solo a parole, sibbene a fatti e nei modi e nelle forme da Dio stesso volute e prescritte.
E
questo sì che sarà il vero trionfo della Chiesa di Gesù
Cristo, perché saranno
per tal modo finalmente profligati,
vinti
e distrutti
quel
fatale liberalismo
quei
fatali
errori
che erano
riusciti
a fare sì terribile breccia nello stesso nostro
campo della
Chiesa e che furono zizzania nostra.
Se
nessuno dunque oggi si batte per il Cristo e per la sua Chiesa
Oggi
è Dio stesso che ha
preso in mano la sua causa in
mezzo al mondo.
Egli è che combatte per
la Sua Chiesa e per la nostra amata Patria,
ed ha già fatto e sta facendo severa giustizia di tutti coloro, che
altra volta, in altri tempi, avrebbero potuto e dovuto prendere le
sue difese e quelle del Suo Vicario, e nol fecero; anzi,
per debolezza o altro,
non dubitarono di mettersi in combutta a trescare coi suoi stessi
nemici. Egli è, che ora combatte e noi ben sappiamo, che Esso
Cristo
è quel Cavaliere
terribile
di cui fu detto exit vincens ut vinceret.
Coraggio,
dunque
fedeli tutti in Cristo credenti,:
lo sguardo fisso in Roma senza vano timore, affrontata
affrontiamo
fidenti in Dio l’ultima
la
più terribile lotta che Ci
prepara l’inferno
il
nemico di ogni bene
fremente per l’imminente sua sconfitta.
Coraggio:
Roma è trionfo
vittoria!
Filippo
Sassoli de’ Bianchi