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[Minuta]

l’intelletto del giovane male tende ad astrarre, se è ivi ma, se la mente tende a salire all’idea della bellezza, della sapienza della giustizia, del dovere, che è, o Signori, la bellezza, il dovere, la giustizia, la sapienza? Qui è l’impaccio e l’inganno pregandoci di e sovente la contraddizione e la beffa di concretizzare cose che si toccano coll’intelligenza (che) s’involano alla comprensione fisica.

Come dunque, o Signori dare a’ giovani la vera idealità?

Io mi volgo à filosofi dell’or del gentilesimo e del Cristianesimo e vedo ch’essi ad una voce dichiarano necessario l’intervento della religione; io ascolto Malebranche che mi grida: Per me, o giovanotto, ti confesso, ch’io mi trovo impedito, quando intendo a filosofare senza la fede. Essa è che mi sostiene nelle ricerche su le verità che tengono qualche attinenza con Dio. Il che dice che, se l’intelletto del giovane volete che bene concepisca, gli occorre la religione che lo abiliti ne’ suoi voli: essa sola gli aprirà nitidamente i più degni oggetti del pensiero.

Qual’è la luce, o Signori, che getta la religione nel pensiero del giovane? È la luce di Dio, primo obbietto della metafisica e del pensiero. Egli è bensì vero che la ragione può elevarsi al concetto della Divinità, ma, o Signori, adoperate non altro che la ragione qual è e mettetevi alla ricerca di Dio: che riuscite? A questo d’avere la persuasione più un’idea d’un Dio buono e potente? se pur non la date in delirio! e direte qual è la Dio l’acqua, il foco, l’aere, o l’universo. Ah, signori a conoscere Dio è bisogno della religione: essa squarcierà la nube e ved i vostri figli vedranno in essa il Dio perfettissimo, cumulo d’ogni bene, quel Dio che a Mosé disse quegli che è, e Platone e Pitagora, attingendo alle credenze ebraiche, chiamarono l’Ente degli enti, il numero dei numeri.

La divina realtà e la divina natura sono svelate all’intelligenza del giovane dalla religione: per religione l’intelletto si getta nelle braccia di Dio: in lui trova il vero e attinge immensa luce nel conoscibile; in Dio il buono e s’inebria il giovane nella virtù, in Dio

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trova l’intelligenza, l’infinito e l’ideale del bello e la bellezza increata. Ma, o Signori, scoperto l’oggetto primo del pensiero, il giovane vuol sapere dov’è, che è, dove va?

E la religione risponde sublimemente a queste tre domande del giovane e lo aiuta nel discernimento, e tre ordini magni si dischiudono all’intelligenza.

In Dio, legge principalissima delle leggi cosmiche e legge universale e vivente vede la creazione del mondo, si lancia nella compassione del mondo, discorre delle leggi cosmogoniche e del loro governo.

Vede in Dio l’entità metafisica dell’anima e monta alla cima delle leggi psicologiche: vede in Dio il destino degli spiriti e si lancia nella cerchia dell’avvenire e va lontano quanto le pa leggi ultramondane e pres eresiache.

Il lume di Dio della fede sopraggiunto al lume della mente dei vedete, o Signori, che amplifica al giovane il campo delle investigazioni: dal mondo e dalle sue leggi cosmiche sale a Dio creatore: dall’anima e dalle sue leggi psicologiche sale a Dio ispiratore e padre; dal varco della morte e dalle leggi morali sale a Dio punitore e rimuneratore supremo.

È allora, o Signori, che l’intelligent il giovane sale a Dio per trina scala: e in Dio vede il principio, il mezzo e il fine di tutte le cose; egli astrae in Dio come principio, e si renderà cittadino del regno della creazione; astrae in Dio come mezzo, e sarà cittadino del regno della conservazione; astrae in Dio come fine, e si renderà cittadino del regno della doppia intangibilità de’ corpi e degli spiriti.

Ecco l’influire della religione allo svolgimento delle intelligenze giovanili: l’uomo il fanciullo in essa soddisfa al prez ai bisogni dell’intelligenza

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Ma, o fratelli Signori, l’uomo nell’atto che astraendo cerca il positivo ricorre alla vuole la realtà.

Vibra nella nostra mente una potenza che viste le cose e la religione cerca nelle cose l’armonia di esse si adopra a farne somma. Questa potenza è la sintesi. L’intelletto astrae e l’intelletto compone. Ebbene se l’intelligenza umana è spinta a comporre fate che la religione scenda viva nella mente della gioventù ed essa diverrà la salvezza sociale perché la religione ne perfezionerà la sintesi e qui apprestando largamente i mezzi dello scibile. E bensì vero che taluno vorrebbe Ah, Signori, io vedo l’intelligenza illuminare la terra à raggi della religione.

È bensì vero che taluno vi ha che non vorrebbe il progresso dell’intelligenza vederlo nella religione, vorrebbe che del sapere si dicesse quello che Tiberio diceva di[…] è nato di se stesso; ma quanto s’ingannano!

È all’influire della religione che la scuola si aperse in Europa.

Quando al cominciare del sec. VI il paganesimo si ritira, il prete istruisce la gioventù ed i concili comandano l’istruzione popolare.

Le cattedrali aprono scuola di gramm., di aritmetica, di dialettica, di geometria, di canto, di poetica, i presbiteri i grandi Fondatori di Ordini, come S. Colombano a Bobbio e S. Benedetto a Monte Cassino non sanno piantar la cella senza la religione la biblioteca; ne’ monasteri si conservano le arti belle e rifioriscono le lettere, gli ecclesiastici preceduti da alcuno istabiliscono nelle corti la scuola di palazzo e nelle campagne la scuola rurale. Eccovi come la scuola nasce tra noi, eccovi l’origine delle famose accademie Europee, l’innalzamento delle università di Parigi, di Bologna, di Tolosa, di Vienna e somiglianti.

Ivi sotto le ali della religione la gioventù compone e crea pensiamo o Signori S. Tommaso e Bacone.

Guardate Veniamo a Dante; Dante che tutti li vale i maestri di color che sanno e vedrete.

Quand’è che la poesia toccò la cima della perfezione?

Fin a quel tempo che non aveva chiesto i suoi aliti di vita se non che alla natura e alla civile società ivi poneva il suo teatro e mentre la vita le offriva le sue bellezze

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mescolate a lagrime e la società i suoi vizi mescolati alle sue virtù il poeta, quale argonauta spaventato, dopo aver volato tant’alto cadeva in sciocchi trastulli e la sua musa delirava terra terra. La poesia non osava stendere spiccar il volo al cielo e senza cielo non vi ha eccellenza di carme. Bisognava ch’ella si convertisse e si risollevasse.

Signori, io sclamo, se vogliamo svolgere l’intelligenza de’ nostri giovani, rivolgiamoli alla religione: allora solamente la nostra gioventù sarà la restaurazione scientifica civile e morale, allora solo sarà la salvezza sociale!