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Tortona, l'anniversario della mia
vestizione chiericale
16 ottobre 1901.
+ N. Signore Gesù Cristo Crocifisso
il S. Padre e le Anime.
Mio carissimo figliuolo nella carità infinita e soavissima del Signore.
Ho ricevuto la tua lettera con molto piacere, e sono proprio contento che siate andati al Cottolengo: la fede era tutta la scienza di questo santo, una gran fede, e poi su questa gran fede una carità senza confine: il suo libro era Nostro Signore Gesù Cristo e i suoi poveri erano Nostro Signore Gesù Cristo e il suo amore e la sua vita e il suo tutto era Nostro Signore Gesù Cristo.
Vi ho mandato dunque là ad incominciare ai piedi di quella gran fede e di quella gran carità perché anche voi non cerchiate la sapienza che nella fede e nell'amore di Dio e di Gesù Dio - Uomo Crocifisso e Sacramentato: nella Sua vita, nella Sua divina dottrina, nella sua morte, nella Sua Croce, nell'Eucaristia e nel Suo Vicario che è il S. Padre di Roma troverete tutto ciò che dovrete sapere e insegnare agli altri: non vi è altra verace sapienza, non vi è altra sapienza utile che Gesù Cristo Crocifisso.
Amar Dio! Amare Gesù sulla Croce! come è bello, o mio caro figliuolo, come è bello Gesù sulla Croce, che si fa crocifiggere le mani larghe e si fa squarciare il cuore per gridarci da quelle ferite piene d'amore che Egli è là, che ci ama sempre, che ci aspetta sempre, che non chiuderà più, mai più le sue braccia e il suo Cuore!
Il Venerabile Curato d'Ars diceva che verrà tempo che gli uomini saranno così stanchi degli uomini, che non si potrà parlare loro di Dio e mostrar loro un Crocifisso senza farli piangere.
Non ti pare che felicemente incominci già questo tempo per alcune anime di giovani gittati in mezzo agli studi e al mondo?
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Guardiamo di far conoscere il nostro caro Padre, il nostro Padre buono che è Dio, e ne verranno tante anime: la cognizione di Dio infiamma l'anima d'amore sì grande, che
altro non può ne amare ne desiderare che Dio.
Caro mio Goggi, io ti assicuro che non lascierò di pregare mai perché Nostro Signore solo sia primieramente tutto nei tuoi pensieri e nei tuoi desideri, e nei tuoi affetti: sia la tua sete e la tua fame e il tuo presente e il tuo avvenire, il tuo sospiro e la tua vita, sì che tu aspiri a Gesù Cristo, parli di Gesù Cristo, pensi e vivi di Gesù Cristo e le tue parole e la tua vita siano fiamme che ti escano dal cuore e siano luce e ristoro per tutti quelli che sono vicini a te e che tu andrai cercando per tirare a Lui sì che tutti sentano la presenza di Gesù che per divina misericordia noi porteremo in noi e ricopieremo in noi, e vedano quanto è buono il Signore, quanto è misericordioso il Signore, quanto è amabile e dolce il Signore Crocifisso!
Va con grande cuore di figlio a ricevere il Signore, ma allargagli proprio tutto il tuo cuore e dilata tutta l'anima tua per grande amore, e poi lavora per le anime et Dominus
Iesus dabit tibi verbum et verbum Domini quasi ignis!
Scriverò due parole a Volante, e le unisco. Scrivo a Bevione. Scrivo a Roella, per quando verrà. Scrivo al buon Ivaldi, ma vorrei avere il cuore dolcissimo di S. Francesco di Sales.
Aiutali cotesti figliuoli, aiutali più che puoi: sempre con grande bontà e pazienza.
Io penso di mandare Rota, ma pel momento resta tu, finché appena si può lasciamelo qui per avviare Allasia che è qui: poi Rota verrà.
Se fosse tra una quindicina di giorni sarebbe troppo tardi?
Tu intanto lavora, o mio figliuolo, lavora in tutti i modi.
Ti mando L. 20 perché non è bene stia senza danaro. Credeva mi avessi detto L. 30, per questo mandai L. 30 solo.
Aiuta Volante più che puoi, io di qui pregherò sine intermissione.
Aiuta Roella più che puoi io di qui pregherò sine intermissione.
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Aiuta Daglio più che puoi, vedi se puoi spezzare quel cuore e farvi penetrare un raggio di carità santa di Dio, io pregherò sine intermissione. Chissà che Dio non l'abbia portato lì un po’ prima perché abbia desiderio che tu gli faccia un po’ di bene.
Oh se venisse mai anche lui in noviziato, che bella grazia mi farebbe mai il mio Caro Signore e la mia beatissima Madonna!
E che grande consolazione mi procureresti mai, o caro mio figliuolo Goggi!
Non mi pare guasto, e quando un figlio non è guasto, oh! io spero sempre e spero sempre tanto ancora!
Aiuta, aiuta, aiuta Balma: tu sei a Torino per una grande opera di misericordia del Signore: sei a Torino per te e per tante anime a cui Dio si vuol fare sentire.
Fa un atto di fede, e credi a questa grande bontà di Dio verso di te, e ringrazialo, e lavora e lavora: pregando e movendo incontro alle anime che Dio ti mette sui tuoi passi.
Ah se sapessi quanto è buono Dio!
Don Ratti, il buon Don Ratti, aveva ricevuto da me la vigilia di entrare il convento una mia lettera. Ti dico - con la massima riservatezza - ciò di cui si trattava.
Partito
egli da S. Remo, il giorno xxx
xxx
dopo, detta la S. Messa - mi parve di sentire una forte ispirazione
di scrivergli di venire subito ancora a S. Remo, mentre prima io
stesso gli aveva detto che mi pareva che dovesse essere o cappuccino
o dell'Opera.
Io però temeva di ingannarmi e che non fosse voce di Dio, e so che ho detto a D. Sterpi che aveva da scrivere una lettera, ma che temeva ci fosse dentro della suberbia e dell'amore umano dell'Opera.
Tuttavia ricevei poi una grande pace interna, e parendomi sicuro di fare la santa volontà del Signore ho scritto, ma dopo, credo, 2 o tre giorni.
Io non sapeva allora se D. Ratti fosse già in convento o no. Sapeva che venuto a casa avrebbe fatto subito.
Ora egli aveva ricevuta quella lettera l'aveva consegnata da leggere a Monsig. Novelli, suo Direttore, come gli diceva di fare io stesso nella lettera per essere più sicuro di
non ingannarlo (ma io non sapeva che fosse Novelli il suo direttore, me lo disse dopo Monsig. Novelli stesso)- egli però, data la lettera una domenica mattina, credo,
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a Monsig. Novelli non attese risposta entrò in convento dai Cappuccini, uscì dopo una settimana, venne dai Salesiani a Torino, dopo tre o quattro giorni - uscì dai Salesiani: entrò
nei Sacramentini di Torino a S. Maria dove mi hai detto che una volta sei stato di notte tu pure per l'adorazione.
Ora deve essere al Convitto della Consolata: tu vai, gli baci la mano per me, se puoi, gli dici che ti mando in nome del Signore: digli che prego per lui perché il Signore e la SS. Madre nostra lo conducerà a quel posto che gli hanno destinato, e se il Signore volesse che tornasse alla Casetta e all'Opera della Divina Provvidenza, io benedirei tante volte il Signore.
Tutto quello che ti ho sottolineato tra questo segno fallo, che viene dall'aiuto che mi ha dato il Signore nello scrivere, ed è il Signore che lo desidera, mi pare.
Se non è alla Consolata, va ove si trova, e se fa bisogno, leggigli queste parole postillate e sottolineate: sta ben attento a non cambiare una parola: ne una di più ne una di meno, per fare la santa volontà del Signore.
Questo lo farai subito - te lo raccomando: subito perché il nemico fa un gran lavorare, e cerca affliggere e desolare i cuori.
Andando prega, e venendo prega. Prega e prega!
Usagli grande carità.
Coraggio, carissimo mio figliuolo, ti benedico, ti dico di cercare quel De-Matteis e di lavorarlo, di cercare Balma e di lavorarlo, di cercare quel santo uomo di Dio Perazzo, e digli che non fugga, ma che si faccia dell'Opera, e faccia presto. Digli che gli manderò dietro il mio Angelo Custode, finché non sia nostro.
Finisco per poter scrivere ad Ivaldi, Bevione, Roella.
Gesù ti assista, ti benedica sia sempre in te e con te. Amen.
Ti benedico ancora millies millies millies. Amen
Aff.mo in G. C.
D. Orione d. (G. P. A.)
Tuo fratello ti ricambia saluti affettuosissimi.
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Tanti ossequi Signore Fogliano.
Non ho avuto tempo a scrivere agli altri, pazienza!
Tantissimi saluti a Volante, Bevione, Ivaldi, Roella, Daglio a tutti i carissimi giovani.