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[Dattiloscritto dal volume]

Gentil.ma Signorina Pia Cottafavi

via Toschi 2. Reggio Emilia


[Catania, 12 Genn. 909]


Cara Pia,


Sono qui a Catania e qui cominciano a mostrarmisi tutte le infinite miserie di questi infelicissimi risparmiati alla morte, ma più disgraziati dei morti stessi.

Quando io era a Reggio nostra mi pareva quasi che i danari raccolti per loro fossero troppi. Ma dopo aver visto qui e a Palermo 50 mila persone, storpiate, ferite, prive di tutto, famiglie civili piombate nella più squallida miseria, coperte di pochi stracci, scalze, affamate, costrette a dormire nei cameroni, nelle chiese aperte ad esse come unico rifugio, costretti ad aspettare dalla carità pubblica un tozzo di pane... mi sono sentito stringere il cuore: dì pure a Vittoria che io non avrei mai potuto immaginare nulla di così orrido.

Per quanto siano grandi i soccorsi della carità degli italiani, non saranno mai sufficienti a sollevare tanti mali.

Domani parto per Messina e Reggio dove vedrò anche maggiori orrori. Mio Dio che strazio! A Messina mi raggiungerà una nave spagnola coi soccorsi del Santo Padre: Prega per me.

Spero di ritornare a Reggio Emilia alla fine della prossima settimana.

Saluta per me tutti gli amici e specialmente Vittoria e Abele.

Dà mie notizie al Prof. Meroni al Cav. Albertini e al Rettore del Seminario.

Addio in fretta.


Tuo aff.mo Zio


D. Emilio


[L’originale si trova presso il REV.MO SIGNOR RETTORE DEL SEMINARIO DI REGGIO EMILIA].