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+      Messina, il 25 / VIII [1]911

Caro e Venerato Monsignore, [Mgr. Cottafavi]

Come jeri Le ho telegrafato, io verrò a Tortona il 3 Settembre per assistere alla Ordinazione di alcuni miei Chierici, e di là farò una corsa a Reggio Emilia, parendomi necessario di vederLa e di parlarLe, dopo il mio si lungo silenzio.

Ma Ella non tema per Mgr. Zumbo, perché io parlai già al S. Padre, e ciò che dopo ripetei a Mgr Faberi, è ciò che io prima ebbi a dire in Udienza al S. Padre, a favore di

Mgr. Zumbo, e non affatto contro di lui.

Le rimetto, come Le ho accennato jeri, il Suo telegramma; mi rincresce dello sbaglio, - chissà che castelli in aria faranno!

Io oggi vado a Reggio, perché non ho risposto a Don Albera, ed ora credo conveniente vederlo, e vedere anche l'Arcivescovo.

Vedo che l'hanno trattenuto un giorno; potevano portarlo a S. Prospero, e pensare che io fossi a S. Prospero, o almeno darlo ai miei, perché me lo avessero fatto pervenire,

mandandomi qui uno dei miei Chierici a portarlo.

Pazienza! Sia fatta la volontà del Signore. -

Avrà ricevuto copia della Circolare pel Pensionato; gli ho dato un colore apertamente cattolico per più ragioni, e anche in opposizione a programmi di Istituti Laici che qui si stanno per aprire e che si presentano con programmi e manifesti pubblici

anticlericali spinti, e perché non si dubitasse dell'opera mia, non della S. Sede, che - per grazia di Dio, credo che mi conservi ancora tutta la sua fiducia - ma da altri di qui, i quali, vedendomi nel Patriarcato, e in buoni rapporti col Prefetto, tentano ora farmi passare per un prete liberale, o, forse, peggio, come in modo positivo mi risulta, e così demolirmi presso la S. Sede.

Per me questa croce la sopporterei anche volentieri; ma ho dietro di me dei Chierici e una piccola Congregazione nascente, e mi pare un misfatto ciò che ora vanno tentando, di levarci cioè in questo modo la fiducia della Santa Sede, pel danno che ne può venire all'Opera, che è sul formarsi e che vive dell'amore della Santa Sede.

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Venendo, potrei visitare quelle terre? Ma avrò poco tempo poiché il nuovo Pensionato mi costringe a non allontanarmi troppo tempo di qui, per curarne bene l'inizio.

La riverisco con tutto l'affetto e la riconoscenza dell'anima, e arrivederLa, e preghi per me e mi perdoni.

Le scriverò, o telegraferò, quando vengo.

Veda, doveva già essere venuto da almeno tre settimane, poi non potei, si ammalò il S. Padre, che vorrei vedere possibilmente o nel venire o nel ritornare.

Suo aff.mo in Domino

Sac. Luigi Orione

della Piccola Opera

d. Div. Provv.za