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[Copia dattiloscritta da volume]
W - G.!
Gerace Sup. 1° Agosto 1912.
Vescovado di Gerace
Riservata
Monsignore veneratissimo,
Mi permetta pregarLa ancora una volta per la sistemazione del padiglione di Gerace Marina.
Come Le scrissi e dissi altre volte, io sono sempre disposto a pagare al Dellicone - a mezzo della S. V. - le 1000 o 1200 lire che egli domanda. Ma per le gravissime ragioni, che Le esposi a voce anche in Reggio Calabria, non conviene che io sfratti da quel locale il Municipio di Gerace Marina, colla quale non posso urtare né direttamente né indirettamente.
Colà vi è un Convitto laico tenuto da un maestro ateo; ed io, se avessi il padiglione libero, intenderei affidarli a Don Orione per farne e un Convitto cristiano.
Ben volentieri affronterò al riguardo tutte le ire di quell’istitutore ateo e quante altre verranno da altre parti. Ciò è mio dovere e la mia gloria.
Ma non posso, neppure indirettamente, intimare lo sfratto a quel Municipio e Cong.ne di Carità che vi sono installati, non so con quale permesso.
V. S. invece - se il crede conveniente - può farlo, e subito; giacché se almeno metà settembre p. v. D. Orione non potesse mettere in giro un programma pei Convittori, io non saprei più che farmi di quel padiglione tanto deteriorato, e che dopo un altro anno non varrà più a nulla.
V. S. come sta? Si conserva bene in salute?
Io sto discretamente.
I tre librettisti, che avevo sospeso, si sono umiliati e ritrattati.
Voglia perdonarmi il disturbo, gradisca i miei cordiali ossequi, e
mi abbia sempre per suo
dev.mo servitore
+ Giorgio Vescovo
[L’originale si trova presso il REV.MO SIGNOR RETTORE DEL SEMINARIO DI REGGIO EMILIA].