V088T0Ao  V088P207

[Copia dattiloscritta da volume]

Monsignore carissimo,


Non conosco personalmente il giovane Sigr. Forgione, però conosco molto bene la famiglia.

Essa è di condizione civile e di sentimenti religiosi.

L’uno dei fratelli che è Sindaco a Fiumara spesse volte si è recato da Voi durante la vostra missione.

Non saprei darvi notizie dettagliate circa la parte finanziaria: di certo mi costa che il fratello dottore in Medicina ha sposato la Sig.na Patania di Melito, la quale portò in dote lire ventimila. - Generalmente si ritiene - la famiglia più benestante di Fiumara.

Ove queste informazioni non fossero sufficienti, datemi pochi giorni di tempo e vi darò notizie dettagliate.

Cordiali ed affettuosi saluti

Vostro dev.mo amico


G. Zumbo


Monsignore carissimo, Spero che a quest’ora abbiate ricevuto l’ultima mia in ordine all’acquisto del terreno per Don Orione. Qui si aspetta il vostro vaglia per stipulare.

In questi giorni per l’affetto che a Voi mi lega ebbi dei risentimenti che non saprei come chiamarli. Vedere che le persone da Voi tanto beneficate e portate innanzi cerchino di sopprimere ciò che è in vostro nome è cosa che mi arrabbia.

L’amico Albera, dimenticando quanto per lui avete fatto si è intanagliato con l’altro piemontese con l’idea di distruggere quanto ci è in vostro nome.

Si cerca di fare tutto alla chetichella od in modo che io non sappia niente.

Dopo la nota vendita stupida dell’Episcopio, in questi giorni si fece un’altra ossia il locale Fulco acquistato da Voi per le Immacolatine.

Questi poveretti, tutta onestà, hanno pensato che la vostra vita potrebbe cessare e quindi timori da parte dei vostri eredi, perciò scacciasi il Cottafavi e mettiamo un Don Albera: la cui famiglia non avanzerà pretensioni. I signori in parola guidati da questo pensiero mercè la vostra procura vendo(no) a Don Albera.













V088P208


Posto ciò, ditemi se è gente che abbia testa!

Questi buoni amici dove possono appuntare Voi lo fanno con gusto ed in questi giorni parlano del danaro sprecato a Gerace Marina, dove abbiamo situato quei padiglioni che oggi accolgono gli alunni del Ginnasio regio.

Non si dovrebbe parlare se si guardassero le circostanze che ci hanno spinto all’impianto.

Giorni fa sono stato a Gerace ed ho mosso lamento al Comm. Candida per l’uso dei padiglioni, come pure per la scortesia di non essere stato ai patti. Non ebbero scusa da darmi, quando sopraggiunse il Pellicone col dire che ancora non era stato pagato per le fondazioni e che per esse non si era sborsato che le sole 1500 lire date da Voi.

Questo fatto mi colpì e dietro insistenza del Pellicone mi sono recato al Genio Civile per vedere la richiesta dell'esproprio. Questa fortunatamente è stata fatta in nome vostro e la occupazione è per cinque anni.

L’Amico Pellicone è rimasto contento di ciò e si è messo d'accordo col Barone Macrì, proprietario del suolo, per acquistarsi il suolo.

Il Vescovo di Gerace, vuole la pappa in bocca, e personalmente mi disse che non se la sentiva di fare una questione per quei locali: sicché a me è venuta l’idea di procedere ad una vendita. L’acquirente è il Signor Pellicone, unito al padrone del suolo: essi penseranno ad aggiustarsi col Comune.

Certo si ricaveranno un seimila e questi potremo impiegarli al nostro San Prospero, l’unica istituzione che servirà di testimonio all’opera vostra.

Da voi mi aspetto una procura speciale per i padiglioni da Voi impiantati in Gerace Marina: sarà mio pensiero fare tutto in regola.

Non posso aver fiducia dei Signori che forse hanno la vostra procura generale, perché in materia di danaro sono veramente spugne insaziabili.

Jeri è arrivato il Signor Conte per la sua testimonianza.

Povero Conte non ostante il costoso viaggio è sempre tutto ilare e contento di giovare ancora al Santo Padre.

A tavola, ricordando il lambrusco abbiamo libato l’altra bottiglia di champagne da Voi generosamente inviatomi, inneggiando alla vostra e nostra salute.

Affettuosi saluti a Voi, alla ottima Pia e Vittoria.

Dev.mo amico


G. Zumbo


[L'originale si trova presso il REV.MO SIGNOR RETTORE del SEMINARIO DI REGGIO EMILIA. La fotocopia dell’originale è presente in archivio]