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[Copia dattiloscritta con finale autografa]

Roma, 29 Gennaio 1928

S. Francesco di Sales

Beatissimo Padre,

Nell’udienza che la Santità Vostra si è degnata concedermi mercoledì 25 corr., nel parlare della propaganda che fanno i protestanti in Roma, a danno di tanti fanciulli, esprimeva il Suo paterno desiderio che si potesse impedire che la gioventù andasse a perdere le fede.

Allora ho osato chiedere una Benedizione Apostolica alla Santità Vostra pel vivo desiderio che sentii in quel momento nascermi in cuore di poter fare qualche cosa, col divino aiuto, per consolare Vostra Santità.

A tale effetto ho pregato in questi giorni, e mi sono trattenuto qui.

Ed ora mi permetto di umilmente esporre un piano, che mi parrebbe atto a paralizzare la propaganda dei protestanti a Roma e a salvare dalle loro mani tanti disgraziati giovanetti, sempreché la Santità Vostra, nella sua paterna sapienza, lo creda

attuabile e si degni di benedirlo.

La povertà, specialmente per chi è debole nella fede, è facile consigliare di mali passi.

Ora, in genere, le varie sette protestanti sviluppano appunto la loro opera di preferenza nel medio ceto e più tra le famiglie povere, adescandone i figli.

Ora il giovane è di chi lo educa cristianamente e lo ama nel Signore, e così lo cresce ad onestà di vita e gli dà in mano un'arte remunerativa, che presto lo sottragga alle pericolose seduzioni dell'ozio e del bisogno.

Mantenere i giovani illibati con l'amore di Dio e della SS. Vergine: ferventi di pietà e di virtù e capaci di bastare a se: dar loro fede e pane, = questo mi pare che bisogna fare

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in larga scala in Roma, specialmente tra i figli dei poveri, che sono i più esposti alle insidie dei protestanti.

Per quanto io sappia, i protestanti non hanno ancora in Roma vere e proprie scuole di arti e mestieri.

Il Governo poi ha si una grande Scuola Professionale, ma per frequentarla si debbono pagare tasse non accessibili a tutte le borse, = e poi essa è per la formazione, più che dell'operaio, = che costituisce la grande massa = dei capi tecnici e dei periti d'arte.

Quelle poche nozioni d'insegnamento professionale poi che si impartiscono nelle ultime classi elementari non bastano a formare l'operaio e a renderlo economicamente indipendente.

E le officine che tanti giovinetti sono costretti a frequentare, il più delle volte sono scuole di miscredenza e sentine di vizio.

Mi pare che nulla potrà meglio salvare tanti poveri fanciulli dal cadere nelle mani dei protestanti, che l'aprire in Roma Istituti di arti e mestieri, dove si dia molto sviluppo alla meccanica, ammettendovi anche esterni, i quali, pur rimanendo nelle loro famiglie, possono così crescere nel santo timore di Dio e devoti alla Chiesa e in ambiente moralmente sano frequentare i loro corsi, ricevere quell'istruzione che li renderà abili a guadagnarsi un pane onorato.

Un tale istituto avrebbe il grande vantaggio di attirare a sé i giovanetti, di curarne l'educazione spirituale e professionale, istradandoli nella vita, restituendoli alle famiglie e alla società più risoluti a conservare e difendere quella religione che ha dato loro anche la possibilità di un benessere materiale.

A Padova, a Mestre, a Venezia, dove la Divina Provvidenza mi ha dato di aprire Istituti di questo genere, essi sono rigurgitanti di alunni, e mi pare, che, col divino aiuto, vi si faccia un gran bene, un bene che resta.

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Espongo due programmi: uno minimo ed uno, direi, massimo.

Minimo: Alle porte di Roma, a Frascati, avrei trovata un'area di circa metri quadrati 5.500, con locale in gran parte nuovo, già capace di un settanta persone, locale suscettibile di ampliamento: con Chiesa, refettorio, cucina e camere per il personale, libero subito o quasi. Spero si possa avere per sole L. 150.000. Rimane molta area che permetterebbe di dare, in seguito, all'opera un maggiore sviluppo.

Il programma massimo, invece, si potrebbe attuare in Roma, fabbricando ex novo sopra un'area che sta intorno alla Chiesa parrocchiale di Ognissanti, fuori porta S. Giovanni, area di circa 14.000 mq.; che ho acquistato alcuni anni fa e che è già interamente pagata.

Ho fatto tale acquisto allo scopo che, nelle vicinanze della Chiesa e Casa parrocchiale, non vi fossero servitù che turbassero la serenità, e in attesa che la Divina Provvidenza manifestasse il suo volere circa la destinazione dell'area e mandasse i mezzi adatti allo scopo.

Essa ha sull'Appia Nuova una fronte di metri 66 ed è anche dagli altri lati circondata da vie pubbliche. Unisco un piccolo disegno.

Su quest'area; se la Santità Vostra credesse di aiutarmi, sarei disposto di fare sorgere un Istituto con Scuole Officine per mille e più giovanetti.

Verrebbe, Beatissimo Padre, un Istituzione sul tipo della Umanitaria di Milano, ma cattolica, capace di efficacemente fronteggiare il pericolo protestante.

Non chiedo danaro, come si dice, a fondo perduto, perché conosco i bisogni in cui versa sempre la Santa Sede, ma vorrei ammortizzare il capitale che mi verrebbe dato, in tempo da stabilirsi, e anche pagare un modico interesse.

La somma occorrente per tutta l'opera, dovrebbe essere versata di mano in mano che l'edificio s'innalza.

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Sulla fronte poi dell'Appia intenderei fabbricare negozi con almeno un piano per abitazioni, onde procurarmi un cespite d'entrata che mi metta in grado, anche con l'aiuto che certo mi verrà dalla Divina Provvidenza, di soddisfare gli impegni colla S. Sede.

Di più, a garanzia offro ipoteca sull'area che attualmente ha un valore di due milioni e più, e che è tutta pagata, ed in seguito, anche sull'erigendo edificio.

Questo è il progetto che in questi giorni avrei ideato in Domino per paralizzare in Roma la propaganda dei protestanti ai danni della gioventù povera, progetto che depongo ai piedi di Vostra Santità con umiltà, devozione e amore dolcissimo di figlio.

[parte autografa]

Prostrato al bacio del S. Piede, imploro umilmente la Benedizione Apostolica di Vostra Santità.

Obb.mo, dev.mo, e osseq.mo figlio in G. C.

Sac. Orione Luigi