V089T047 V089P066

[Minuta di terzi. Vi sono correzioni e aggiunte di pugno di Don Orione]

(L’odio alla Chiesa)

Non è, credetelo, lo spettacolo delle nostre miserie e dei nostri difetti che crea l’odio di tanti contro la chiesa di noi e, contro sovra tutto, contro la Chiesa. Chi é mai che giudichi l’oceano da quella schîuma che egli rigetta sulla spiaggia, o dalle tempeste che agitano talora le sue onde? L’oceano non istà nei rifiuti impuri delle sue rive riviere né nella ferocia delle sue burrasche; l’oceano sta nella profondità, nella immensità delle sue acque, nella via che egli apre a commerci più lontani, nel la solennità del suo riposo, nella grandiosità delle sue emozioni, nello bisso nell’abisso del suo divino silenzio. E quando il marinaio, portato sulle sue dolte onde acque tranquille, lo vede, d’improvviso, tremare e gonfiare e fremere, non accusa già Dio che ha creato quell’immensità sublime, ma accusa la propria debolezza, e piegando la fronte, invoca quella stella che conduce al porto e rabbonaccia le onde. Non sono i nostri peccato peccati che provocano l’odio del mondo contro di noi; sono i nostri Santi: non sono i nostri dizi vizî ma le nostre virtù: e le nostre benemerenze non é l’elemento umano della Chiesa ma l’elemento divino: é la sua morale, i suoi dogmi, le sue benemerenze.

Gesù Cristo era ben puro e santo quando fu crocifisso: e se la sua Chiesa, meno felice di Lui, non ebbe e non ha sempre nei suoi membri questa trasparenza divina, ha però questo onore di non soffrire mai; di non combattere mai, di non pregare mai, se non etc. per la stessa causa che ha fatto morire il suo Fondatore portato il suo divino Fondatore, Cristo, a morire su la Croce per la redenzione dell’umanità.