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[Da copia stampata]

Così fanno i Santi!


Da le pendici dell’Appennino, in quello di Forlì, si eleva una roccia immane. Nel fianco de la rupe orrida e bella, nascosa quasi da un folto gruppo di abeti, s’apre una grotta.

Un umile fraticello, venuto di lontano paese e da spaventoso fortunale, gittato, come a caso, su la spiaggia di Sicilia, esce ogni giorno dal vicino eremo dopo il canto mattutino, e sale non visto con l’occhio al cielo, quasi anima che aneli al Signore. E, a togliersi dal mondano rumore e da tutte le vanità della terra, penetra ne la grotta; e da l’orazione e da la carità di Cristo celestialmente trasfigurato, e ne la contemplazione delle più alte e divine cose rapito, vive ore di Paradiso, tutto in estasi, solo a solo con Dio, il Quale quando vuole parlare al cuore de l’uomo lo conduce nel silenzio de la solitudine.

Il solitario di Monte Paolo e frate Antonio giovinetto.

Il lottatore ha d’uopo d’allenarsi avanti al cimento: e frate Antonio, che avrà a combattere le battaglie del Signore, sale ardito l’erta de la montagna a nudrirsi di Dio, ad allenarsi nello spirito.

Il lottatore volge ogni cura al corpo suo, temendo che ne l’ora decisiva avessero mai a mancare a lui le forze.

E il fraticello mansueto, che domani uscirà leone da la solitudine per confondere l’iniquità e l’eresia, per affrontare Ezzelino da Romano ed il vizio, - oggi castiga il suo corpo e lo riduce in servitù, perché trionfi in lui Cristo e la vita di Cristo.

E così frate Antonio s’è fatto santo, e così fanno i Santi. Era angelo ne l’aspetto e di angelo avea l’anima; ma, come colomba nel forame della pietra, egli visse a Monte Paolo di rinnegamento di sé e di orazione: visse nascosto in Cristo vita di penitente, bastandogli poco e duro pane e un po’ di acqua.

Così fanno i Santi, e frate Antonio s’è fatto santo.




















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La mortificazione e il raccoglimento interiore di Monte Paolo spiegano tutta la vita apostolica di Lui.

Dio mio, che differenza é tra il Santo e me! Io non so ancora l’alfabeto del patire per amore di Gesù benedetto benché professi di voler essere tra i più vicini e i più amanti seguaci del Crocifisso.

Eppure la mortificazione di noi é il principio de la vita spirituale e de l’amore vero di Dio!

Aiutatemi Voi, o caro Sant’Antonio mio, a ridurmi su la buona via che mena al cielo: anch’io voglio amare e servire di cuore il Signore!


Chierico Eugenio Ottaggi

figlio della Divina Provvidenza

(D.Orione)